Capitolo 8

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Ventisei giorni. Li contava ancora.

Nonostante si fosse ripromesso di smetterla, il suo primo pensiero era quello.

Non aveva più sentito Marinette e con Nino aveva giusto scambiato qualche messaggio, per dissuaderlo dal venirlo a trovare.

Ogni giorno per Adrien era un supplizio, sopratutto perché Papillon, suo padre, aveva deciso di sfruttare la mancanza di Chat Noir a suo vantaggio e di akumatizzare più gente possibile, nel tentativo di recuperare il miraculous della coccinella.

Il telegiornale trasmetteva spesso le immagini di Ladybug e vederla lì, senza di lui, a combattere giorno dopo giorno, gli spezzava il cuore. Avrebbe dato qualsiasi cosa per aiutarla ma non poteva muoversi, ne andava della vita dei suoi amici.

Certi giorni Adrien non si alzava neppure dal letto ma non mancava mai di accendere la TV, perché per quanto potesse far male, sentiva di meritarselo...

Già, perché una piccola parte di lui, quella più infantile e pericolosa, voleva che Papillon ce la facesse. Voleva che riportasse indietro sua madre, a qualunque costo.

"Anche a costo di perdere Ladybug?" chiedeva a se stesso.

"Perché dovremmo rinunciare ad una o all'altra?" ribatteva.

"Perché Ladybug non si arrenderà mai e Papillon vuole il suo miraculous ad ogni costo."

Questi scambi di battute con se stesso potevano andare avanti per ore. Probabilmente stava impazzendo, si diceva.

Quel giorno il cielo era grigio e carico di pioggia. Adrien si alzò, si trascinò sotto la doccia e lasciò che l'acqua gli scorresse addosso. Aveva avuto l'ennesimo incubo, come se anche la sua testa non volesse dargli pace.

Dopo essersi rivestito si lasciò cadere sul divano e accese la TV sul canale delle news. L'orologio sullo schermo segnava quasi le due del pomeriggio e, sotto la conduttrice, una striscia di parole in rosso acceso scorreva senza sosta: Parigi di nuovo sotto attacco. Ladybug chiamata ancora una volta a farsi avanti.

Le immagini, riprese dal cameraman sul posto gli fecero balzare il cuore in gola: stavolta l'akumatizzata era una donna che sembrava lanciare addosso a Ladybug delle specie di enormi coltelli da macellaio. Un'inquadratura più stretta sul suo viso e Adrien si rese conto che si trattava della signora Césarie, la madre di Alya, che lavorava come cuoca nell'hotel Le Grand Paris.

Ladybug non se la passava granché bene. Si vedeva che era allo stremo e i suoi movimenti non erano fluidi e scattanti come al solito. Un coltello se passò pericolosamente vicino al viso e lei dovette ripiegare, allontanandosi dal cameraman e inseguita a ruota dalla akuma.

Adrien si alzò di scatto e uscì dalla camera. Attraversò i corridoi silenziosi a passo svelto e deciso e, senza neanche bussare, entrò nello studio del padre.

Nathalie si voltò a guardarlo. «Ciao Adrien, serve qualcosa?»

«Dov'è?» chiese lui, brusco.

«Tuo padre è impegnato» rispose lei, sistemandosi gli occhiali con un gesto elegante.

«Devo parlargli subito.»

«Ti ripeto che al momento lui non...»

«Digli che accetto. Convincerò Ladybug» la interruppe.

Nathalie rimase con la bocca socchiusa e un'espressione stupita, poi annuì.

Adrien attese nella sua stanza. Passarono solo pochi minuti prima che Gabriel bussasse alla sua porta, entrando subito dopo. «Nathalie mi ha detto che hai cambiato idea» iniziò.

Adrien annuì.

«E perché lo avresti fatto così, di punto in bianco?»

«Perché comunque vada alla fine sarai tu a vincere» ammise Adrien, «ma se posso evitare altre guerre inutili e riportare indietro la mamma, allora lo farò. Sempre meglio che stare qui ad aspettare.»

Gabriel annuì. «Ok, va da lei e portami il suo miraculous.»

«Non posso farlo nelle vesti di Adrien...» disse il ragazzo.

«Non crederai davvero che ti darò il miraculous.»

«Non c'è altro modo» affermò Adrien, guardando suo padre negli occhi, «io non rappresento nulla per Ladybug, ma lei si fida di Chat Noir.»

Gabriel lo guardò incerto se fidarsi o meno.

«Non capisci che sto tentando di fare la cosa giusta?!» sbottò. «Voglio solo evitare che qualcun altro si faccia male e aiutarti!»

Si scambiarono uno sguardo carico di significato, poi Gabriel, sospirando, mise una mano in tasca e tirò fuori l'anello.

"Plagg" pensò subito Adrien. Allungò la mano per prenderlo ma suo padre ritirò leggermente il braccio.

«Voglio fidarmi di te» lo ammonì, poi consegnò l'anello al figlio.

Adrien lo indossò, sentendosi di nuovo completo. Fece per superare suo padre, diretto alla finestra, pronto a trasformarsi.

«Adrien, un'ultima cosa» fece suo padre, «se lei non volesse consegnarti il miraculous, che farai?»

Adrien sospirò. «Le prenderò gli orecchini, in un modo o nell'altro, e farò tornare indietro la mamma.»



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Ciao belli, come state?

Ehi, dai andiamo, mettete giù i forconi! Lo so che questo capitolo vi ha fatto sclerare e che il finale è, come al solito, da infarto, ma ammettetelo che leggete questa fanfiction perché siete un po' autolesionisti e vi piace far del male al vostro cuoricino!

Ahahahah, tornando seri, questo fine settimana è stato pieno di sorprese e di impegni e ora che stiamo per entrare nel vivo della storia temo che aspettare per i prossimi capitoli sarà ancora più difficile! Spero mi continuerete a seguire e sclererete cone me fino alla fine!

Se il capitolo vi è piaciuto stellinate e, sopratutto, commentate! io vi mando un bacio e vi saluto, dandovi appuntamento a Venerdì con il prossimo, incredibilmente pieno di feels, capitolo! Baciiii!!!

Laura


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ANGOLO SEGNALAZIONI (spero l'idea vi piaccia)
Questo sarà un piccolo angolino in cui vi voglio segnalare le fanfiction su miraculous che leggo e che trovo interessanti... se ne avete da consigliare segnalatemele e, se le troverò interessanti, le segnalerò alla fine dei capitoli!

Shainareth  di quest'autrice dovete leggere TUTTO! Perché ogni cosa è un autentico capolavoro! In particolare vi segnalo:

"LUCKY CHARM" "CHIMICA" e "SORTEGGIO" (votati dal team degli ambrogisti anonimi come i migliori tre scritti da lei!)

The last sacrifice {completa}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora