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La porta si aprì.

<<Buongiorno Bruce, mi dispiace che tu abbia saltato il pranzo. Vedo che ti sei già accomodato, perfetto>>

<<Non si preoccupi detective, non credo avrei avuto la forza di mangiare dopo quello che è successo>>

<<Posso solo immaginare. La conosceva bene?>>

La voce di Jason Holkman aveva un qualcosa di persuasivo capace di scavare all'interno della tua anima in cerca di tasti dolenti da toccare e di verità. Un po' come quei soufflé francesi che stavano spopolando in America in quegli anni, era fredda fuori ma estremamente calda e confortante dentro.

<<Non avevo un rapporto diverso da quello che avevano miei colleghi. Mi limitavo ad aprirle le porta dell'hotel e a salutarla, non abbiamo mai veramente interagito. Forse una volta, anzi no>>

<<Non abbia paura, mi dica. Cos'è successo in quell'occasione?>>

Sembrava avesse fiutato un indizio utile al suo caso.

<<Nulla, mi ha semplicemente chiesto se conoscessi un fioraio economico>>

<<Nient'altro? Sa lei Bruce, mi piace molto. È l'esempio della professionalità>>

<<Davvero? Le sono grato ma a me interessa semplicemente fare bene il mio lavoro per rendere felice la mia famiglia>>

Qualcosa in quella frase sembrava aver riacceso la fiamma negli occhi dell'ispettore.

<<Lei ha dei figli, Bruce?>>

<<Si, due bambine. Amy e Payton>>

<<Immagino come si senta quando torna a casa e le vede. Che cosa bella i figli, eh?>>

Bruce annuiva pendendo dalle sue labbra, era stato sollecitato il tasto giusto.

<<Bruce, non mi sembri un assassino. Però purtroppo i proiettili non si sparano da soli, ed io come lei amo fare bene il mio lavoro ma credo di aver bisogno di un aiuto. Il suo>>

Il portiere iniziò a balbettare.

<<Io.. io davvero non ho visto nessun estraneo entrare in hotel. La signora Sage è stata l'ultima a rientrare e stamattina non ero di turno. Sono corso qui, appena ho saputo. Io sono innocente, lo giuro>>

<<Io le credo Bruce. Ma magari lei è a conoscenza di qualche particolare. Qualcuno aveva un motivo per ucciderla?>>

Jason Holkman iniziò a prendere nota comprendo il foglio con il braccio libero, proteggendolo dagli sguardi impauriti di Bruce. In volto aveva stampato uno strano sorriso, i suoi occhi erano concentrati sul portiere mentre la sua mano abbozzava parole. Si spostò leggermente sapendo che gli occhi di Bruce sarebbero caduti su una parola: "colpevole".

Davvero non credeva alle sue parole o era uno di quegli stani stratagemmi basati sulla psiche umana?

Qualsiasi fosse il motivo, quella singola parola scosse l'interrogato, che seduto dall'altro lato del tavolo scoppiò in un pianto improvviso. Un grosso bambinone di cinquant'anni.

<<Le giuro che sono innocente. La prego di credermi>>

Jason girò il foglio soddisfatto, sembrava aver ottenuto la reazione che si aspettava.

<<Ma lei Bruce non ha risposto alla mia domanda>>

<<No, nessuno aveva un motivo. Noi qui lavoriamo semplicemente, non abbiamo molta interazione con i nostri clienti. O almeno non io, la prego mi creda>>

Gli allungò un fazzoletto di stoffa bianca e si alzò, il detective sembrava indifferente alle lacrime e ai singhiozzi; continuò l'interrogatorio senza esitare.

<<Bruce, in tanti anni di lavoro ho capito poche ma importanti cose. Sa qual è la più importante?>>

Un leggero cenno del capo gli bastò per continuare la spiegazione.

<<Vede, lei fa il portiere e solitamente le informazioni tendono ad uscire e non entrare. Sono sicuro che inconsciamente lei sappia più di quello che crede>>

Bruce lo guardò in volto con il volto rigato dalle lacrime e la costante sensazione di essere in fila per il patibolo.

<<Non so niente della signora Kane, non so con chi usciva o dove andava e nessuno credo avesse un movente per ucciderla>>

<<Allora è entrato qualcuno quella notte, magari approfittando di un suo riposino>>

Jason continuava a girare l'invisibile spada nel petto del povero portiere, che come sabbia si stava sbriciolando.

<<Riposino? No, io non ho fatto nessun riposino, sono rimasto sveglio fino alla fine del mio turno, lo giuro>>

<<Qualcuno può confermare che sia stato sveglio tutta la notte?>>

<<No, ma mi creda è vero>>

<<Va bene, abbiamo finito>>

Jason Holkamn si alzò, aprì la porta e lasciandola aperta se ne andò.

MisSageWhere stories live. Discover now