Lo smistamento di Ivy

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IVY'S POV

"Sei sicura di aver preso tutto?" mia madre era all'ingresso di casa mentre mio padre caricava in macchina il baule e la gabbia di Bering. "Si mamma!" risposi con tono esaustivo, era da due giorni che mi assillava dicendo di preparare con attenzione il bagaglio. "E questo lo lasci qui?" mia madre sventolava divertita il 'Manuale degli incantesimi, volume primo', quello che avevo sfogliato il giorno prima, "Oddio!" esclamai "Grazie mamma, fortuna che ci sei tu" le sorrisi grata. "Forza signorine, la strada è lunga! Muoviamoci" ci avvertì mio padre affacciandosi dal finestrino della Mini rossa vernice.
"Chissà dove mi smisteranno" dissi avvicinandomi ai sedili davanti tra mia madre e mio padre. "Ivy, mettiti bene" mi riprese mio padre guardandomi con la coda dell'occhio. "Charlie dice che spera nei Grifondoro" continuai mentre mi rimettevo composta sul sedile posteriore, "Draco ha detto che sa già dove lo smisteranno, nei Serpeverde, ma Charlie dice che non è una bella casata" conclusi perplessa. "Charlotte si sbaglia!" rispose prontamente mio padre. "Io sono stato smistato lì, come tuo nonno, e non mi sono mai lamentato". "Dice che tra i Serpeverde sono nati moltissimi maghi cattivi" insistetti. "Così come in tutte le altre casate di Hogwarts!", mio padre sembrava essersi innervosito, notai mia madre che gli lanciava uno sguardo rimproverante, poi si girò verso di me con un gran sorriso e disse "Ivy, ascolta, tuo padre avrà anche sbagliato il tono, ma, tutto sommato, ha ragione. Tutti questi pregiudizi sono futili e infondati. Sono state queste sciocche prevenzioni a far sì che nascessero guerre tra le varie case. Io ero una Corvonero ad esempio". "In qualunque casata finirai, che sia tra i Serpeverde, tra i Grifondoro, tra i Tassorosso o tra i Corvonero, ciò che più conta sarà la personalità che ti creerai lì dentro." Disse calmo mio padre. Le loro parole mi furono molto di conforto, il resto del viaggio fu molto piacevole anche se, a tratti snervante, dato il traffico londinese.

La stazione di King's Cross era stracolma di persone che andavano e venivano, con le loro valigette in una mano, e il "Times" nell'altra. I babbani inglesi sembravano così uguali nelle loro mille diversità.
"Suppongo che Remus e Charlotte siano già al binario nove e tre quarti, manca un quarto alle undici." Disse mia Madre guardando l'enorme orologio affisso al muro. "E allora sbrighiamoci!" scattò mio padre che era dietro di noi, sembrava sentirsi uno stupido con un gufo reale enorme dentro la gabbia che reggeva. "Ivy, prova ad attraversare il binario da sola. E' facile" mi incoraggiò mia madre con una pacca sulla spalla. Mi guardai attentamente intorno, c'erano babbani dappertutto e sembrava complicato riuscire a passare inosservata. 'Ce la posso fare' pensai tra me e me. Strinsi forte il carrello dove dentro c'era baule e la gabbia che mio padre aveva appena poggiato sopra, guardai attentamente il muro che separava il binario nove dal binario dieci, un controllore dei treni babbani stava camminando avanti e indietro con una cosa strana che gli faceva uscire il fumo dalla bocca. 'Che cosa ridicola' pensai. Stavo perdendo tempo, dietro di me sentivo il peso degli sguardi dei miei genitori e di qualche bambino babbano. Era tempo di andare; presi la rincorsa e attraversai la straordinaria barriera magica che separava la stazione di King's Cross dall'espresso di Hogwarts.

"Ivy!" Charlie, mia cugina stava correndo verso di me seguita da Remus. Lui non era il suo vero padre, ma l'aveva presa in affidamento quando lei aveva solo due anni di vita, il suo padre naturale, Sirius Black, era rinchiuso ad Azkaban da ormai undici anni, aveva tradito i suoi migliori amici e ucciso tredici babbani e un suo grande amico, Peter Minus.

"Ciao Charlie! Ciao Remus!" li salutai abbracciando sorridente prima l'una, poi l'altro. "Tua madre e tuo padre?" chiese accigliato Remus. "Eccoci! Ciao Remus, ciao Charlotte!" i miei genitori erano appena comparsi al binario magico. "E Fred e George?" chiesi guardandomi attorno tra la numerosa folla di maghi e streghe intenti a salutare i loro figli, "Sono già sul treno! Abbiamo preso uno scompartimento mentre ti aspettavamo" rispose Charlie indicando un finestrino dell'espresso dal quale riuscii a intravedere gli inconfondibili capelli rossi dei nostri amici, "Allora... Ciao mamma, ciao papà, ciao Lupin" dissi rivolta verso di loro, "Buon primo anno ad Hogwarts" Remus mi salutò con un sorriso enorme, "Ciao piccola, mi raccomando, fai la brava e divertiti" mia madre mi salutò in un affettuoso abbraccio. "Comportati bene Ivy, ti manderemo sempre dei gufi" aggiunse mio padre con un vacuo sorriso. "Tieni, questi sono per te e per i tuoi amici", mio padre tirò fuori dalla tasca del suo cappotto un enorme busta piena di dolci. "Grazie padre! Vi scriverò appena sarò stata smistata!". Salii sul treno insieme a mia cugina e la seguii fino allo scompartimento che avevano scelto.

"Ciao Ivy!" Fred e George mi salutarono in coro con un sorriso enorme. Accanto ai gemelli sedevano un ragazzo e una ragazza che non avevo mai visto, ma avevo sentito parlare tanto di loro dai racconti di Charlie. "Ciao, piacere di conoscerti. Sono Lee Jordan" il ragazzo si alzò in piedi per stringermi la mano, "Io sono Angelina Johnson" sorrise l'altra rimanendo seduta. "Piacere di conoscervi di persona, sono Ivy Caramell" dissi mettendomi seduta accanto a Charlie e a Fred. "La figlia del primo Ministro?" chiese sbalordito Lee Jordan. "La nipote" lo corressi mentre aprivo la borsa. Tirai fuori la busta piena di dolci che mi aveva dato mio padre poco prima e esclamai sorridente "Questi sono per noi!". "Sei una grande!" disse Lee mentre si affrettava a prendere un pacco di caramelle tutti i gusti + 1, fu subito seguito da Fred, George, Angelina e Charlie, io presi a scartare una cioco rana, il mio dolciume preferito. "Minerva McGranitt!" Fred indicò la figura sopra la confezione che avevo appena aperto "E' la professoressa di Trasfigurazione, la vicepreside e anche la Direttrice della casa dei Grifondoro!" continuò con la bocca piena di caramelle mou al cioccolato. "Wow, ci sono anche le piperille!" commentò George entusiasta mentre ne tirava fuori una. "Ne voglio anche io una!" Lee gli sfilò divertito la cioccolata dalle mani. "Ehi" disse George squadrando l'amico, "era mia" si finse offeso, poi ne prese un'altra. "Ha una faccia severa questa McGranitt!" dissi osservando la figurina che avevo in mano "Oh, lo è!" rispose Angelina che fino a quel momento era rimasta in silenzio. "Non dargli retta Ivy, se studi e fai il tuo non avrai problemi" Charlie mi sorrise e mi passò una caramella. "E comunque sei fortunata! Solitamente nelle cioco rane esce sempre Albus Silente, il preside di Hogwarts!" rispose Lee facendo uscire del fumo dalla bocca, era arrivato a mangiare circa cinque piperille: erano dei giganti quadrotti al cioccolato ripieni di menta piperita che avevano la particolarità di far uscire del fumo dalla bocca. Risi divertita alla scena poi, mangiai la caramella che mi aveva offerto Charlie. "CHE SCHIFO!" gridai poco dopo con una faccia nauseata, "Era al gusto di vomito, Non le mangio più queste cose", gli altri risero sonoramente per molto, era una di quelle risate contagiose, dove non potevi fare a meno di unirti anche tu. In quel momento, più che mai, desiderai di finire seriamente tra i Grifondoro. Per tutto il resto del viaggio continuammo a divertirci molto, iniziarono a raccontarmi le loro avventure ad Hogwarts, mi parlarono del custode del castello, Mastro Gazza, al quale avevano fatto moltissimi scherzi, mi parlarono dei professori, io rimanevo affascinata e impressionata da ogni cosa che dicevano, avevo aspettato molto tempo per entrare ad Hogwarts e senza rendermene conto, quel momento era finalmente arrivato.

"Scusate, avete visto un rospo di nome Oscar?" la portiera del nostro scompartimento si aprì, c'era un ragazzino paffutello in preda al panico, le sue guance erano tutte rosse, i suoi capelli neri... Iniziai a squadrarlo attentamente, lo avevo già visto da qualche parte, ne ero sicura. Lui sembrò accorgersi che lo stavo letteralmente fissando perchè mi guardò interrogatorio. A quel punto non potevo di certo restarmene zitta "Noi già ci siamo visti!" dissi socchiudendo gli occhi e portandomi una mano alla testa, come se quello sarebbe bastato per ricordarsi dove...
"Diagon Alley! Da Ollivander, ecco, ora ricordo!" fui colta da un improvviso lampo di genio.
"Ah, è vero!" rispose imbarazzato lui, la sua voce era così tremolante... Dava l'idea di essere un ragazzino che aveva paura di qualsiasi cosa. "Comunque, no non abbiamo visto nessun rospo" disse gentilmente Charlie sorridendogli. "Ah... beh, grazie ugualmente, ci... ci si vede" e richiuse velocemente la portiera.
"Che imbranato!" commentò divertito Fred, fissava la porta dove poco prima era comparso quel ragazzino. "Senti da che pulpito viene la predica" io, Charlie e Lee Jordan rispondemmo in coro, manco ad esserci messi d'accordo, ci guardammo e scoppiammo in un'altra grassa risata, "Sarà meglio iniziare a mettere le divise" Angelina stava osservando fuori dal finestrino il paesaggio, sapeva che mancava poco per arrivare, o almeno speravo.

"Primo anno! Primo anno da questa parte!" un omone dalla faccia pelosa sorrideva radioso sopra il mare di persone. "Ci vediamo dopo, buona fortuna per lo smistamento" Charlie, Fred, George, Angelina e Lee mi salutarono e presero un'altra strada. Mi guardai attorno per quel poco che riuscivo a vedere, era molto buio. "Ivy" Draco mi raggiunse insieme ad altri due ragazzini molto robusti, non li avevo mai visti prima d'ora, "Ciao Draco" accennai un sorriso, in quel momento ero molto agitata ed emozionata allo stesso tempo, "Loro sono Vincent Tiger e Gregory Goyle" indicò prima uno, poi l'altro, "Piacere, Ivy" strinsi ad entrambi la mano, non avevano un'aria molto simpatica.
"Coraggio, seguitemi... C'è qualcun altro del primo anno? E ora attenti a dove mettete i piedi. Quelli del primo anno mi seguano!" la forte voce dell'uomo gigante echeggiò nuovamente tra l'orda di studenti. "E' un po' difficile non vederlo, vero?" sogghignò Draco. Comunque lo seguimmo giù per quello che sembrava un sentiero ripido e stretto. "Quel Potter..." continuava a ripetere Draco scuotendo la testa, "Gli faremo vedere i sorci verdi, non è così?" si girò verso Tiger e Goyle, "Certo certo!" risposero loro in coro, "Hai visto Harry Potter? Tutti vedono Harry Potter, io ancora non l'ho visto!" dissi contrariata mentre guardavo attentamente dove mettevo i piedi, "Tranquilla non ti perdi niente" disse beffardo Draco, un sonoro "BUM", e un momento dopo Draco era disteso a terra. "Beh? Cosa c'è da ridere?" disse infastidito mentre io, Tiger e Goyle sprofondavamo in una risata, "Assolutamente niente" risposi cercando di restare seria. Tiger e Goyle aiutarono Draco a rialzarsi, davano l'idea di essere le sue guardie del corpo.
"Fra un attimo: prima vista panoramica di Hogwarts!" annunciò il gigante che era a capo della fila, "Ecco, dopo questa curva!". Lo stretto sentiero si era spalancato all'improvviso sul bordo di un grande lago nero. In cima a un'alta montagna si stagliava un grande castello con molte torri e torrette, illuminato dalle tante stelle che c'erano in cielo. Avevo già visto in foto il castello di Hogwarts, ma... vederlo così, dal vivo, da quella posizione... Era ancora meglio di quanto pensassi. Mia cugina Charlie aveva ragione quando diceva che Hogwarts era come una casa. Mi girai verso Draco, persino lui parve meravigliato dalla possente visuale, appena incrociò il mio sguardo tornò con la sua solita espressione spavalda di sempre.
"Non più di quattro per battello" avvertì l'omone indicando una flotta di piccole imbarcazioni in acqua, vicino alla riva. Draco, Tiger e Goyle erano saliti sopra una delle piccole barche, stavo per raggiungerli quando qualcuno dietro di me mi diede un forte spintone che mi fece cascare a ginocchia per terra. "Guarda che maleducato!" inveii contro il ragazzino che ora era comodamente seduto sull'imbarcazione insieme a Draco, Tiger e Goyle.
"Ti sei fatta male ragazzina?" la manona gigante dell'omone mi tirò su in un batter d'occhio, "No, sto bene" risposi mentre cercavo di pulire il pantalone della divisa, "Grazie" aggiunsi con un sorriso quando mi resi conto che forse ero risultata troppo brusca, "Sono Hagrid, il guardiacaccia" si presentò, finalmente potevo smetterla di chiamarlo 'omone' o 'gigante', "Sali su quell'imbarcazione" e ne indicò una poco distante, a bordo di essa c'erano due studentesse mai viste fino ad allora, sorrisi ad entrambe con il proposito di instaurare nuove amicizie dentro ad Hogwarts.
"Piacere, sono Daphnee. Daphnee Greengass" mi porse la mano la ragazzina seduta sul lato destro, portava due bionde treccine pettinate con cura, i suoi occhi erano di un intenso blu mare ed aveva un'aria simpatica; "Piacere, Ivy" contraccambiai la stretta di mano, poi mi presentai all'altra ragazzina. Si chiamava Spencer Rathikler, i suoi occhi color nocciola avevano un non so che cosa di rassicurante, avevo come l'impressione che sarebbe diventata una mia grande amica.
"Si dice che qui sotto abita un' enorme piovra gigante" dissi guardando l'oscuro lago, "Non ci terrei a conoscerla!" rispose Daphnee sgranando gli occhi.
"Giù la testa!" gridò Hagrid quando le prime barche raggiunsero la scogliera; Poi attraversammo un lungo tunnel buio che sembrava portar dritto verso il castello, e infine raggiungemmo una sorta di porto sotterraneo dove ci arrampicammo tra scogli e sassi.
Finalmente emergemmo sull'erba morbida e asciutta, proprio all'ombra del castello. Io, Daphnee e Spencer ci guardammo con espressioni di chi è super tesa, salimmo le scalinate di pietra tra la numerosa folla di studenti. "Ci siamo tutti? E tu ce l'hai ancora il tuo rospo?" Hagrid alzò il pugno e bussò tre volte.
La porta si spalancò all'istante. Vidi la strega che avevo trovato poche ore prima su una cioco rana, lo confidai a Daphnee e a Spencer, dissi loro che insegnava Trasfigurazione, "Il bello di avere un familiare che già frequenta Hogwarts!" esclamò Spencer mentre squadrava la professoressa dai capelli corvini vestita di verde smeraldo.
"Ecco qua gli allievi del primo anno professoressa McGranitt" disse Hagrid.
"Grazie, Hagrid. Da qui in avanti li accompagno io". Spalancò la porta. La Sala d'ingresso era enorme, le pareti di pietra erano illuminate da torce fiammeggianti simili a quelle della Gringott, il soffitto era talmente alto che si scorgeva a malapena, e di fronte a noi una scalinata in marmo conduceva ai piani superiori. La professoressa McGranitt ci condusse in una saletta vuota, oltre la sala d'ingresso.
"Benvenuti a Hogwarts" disse la McGranitt, "il banchetto per l'inizio dell'anno scolastico avrà luogo tra breve, ma prima di prendere posto nella Sala Grande, verrete smistati nelle vostre Case. Lo smistamento è una cerimonia molto importante, perché per tutto il tempo che passerete qui a Hogwarts, la vostra casa sarà un po' come la vostra famiglia. Frequenterete le lezioni con i vostri compagni di Casa, dormirete nei dormitori della vostra Casa e passerete il tempo libero nella sala di ritrovo della vostra Casa". Mi sentivo irrequieta, e quando succedeva difficilmente riuscivo ad avere controllo della mia metamorfosi. "Le quattro case si chiamano Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Ognuna ha la sua nobile storia e ciascuna ha formato maghi e streghe di prim'ordine. Per il tempo che resterete ad Hogwarts, i trionfi che otterrete faranno vincere punti alla vostra Casa, mentre ogni violazione delle regole gliene farà perdere. Alla fine dell'anno, la Casa che avrà totalizzato più punti verrà premiata con una coppa, il che costituisce un grande onore. Spero che ognuno di voi darà lustro alla Casa cui verrà destinato".
"La cerimonia dello smistamento inizierà tra pochi minuti, davanti a tutti gli altri studenti. Nell'attesa vi suggerisco di farvi belli più che potete". E così dicendo, i suoi occhi indugiarono per un attimo sul mantello di Neville Paciock, che era abbottonato sotto l'orecchio sinistro, io presi a lisciare la divisa con la mano tremante.
"Tornerò non appena saremo pronti per la cerimonia" disse la Professoressa McGranitt "Vi prego di attendere in silenzio". Uscì dalla stanza. Guardai Daphnee e Spencer, anche loro sembravano avere un nodo in gola come me.
"Secondo voi dove capiterete?" chiese d'un tratto Spencer mentre si mordicchiava il labbro inferiore, "Non lo so... Mio padre e mio nonno erano dei serpeverde, mio fratello è un serpeverde e... Mia madre era una corvonero, mia cugina è nei Grifondoro" dissi con un filo di voce, "Sarebbe il colmo se capitassi tra i Tassorosso allora!" Daphnee fece un sorriso nervoso, "Comunque anche io credo di finire tra i Serpeverde... I miei genitori sono stati smistati tutti lì", "Beh io spero di capitare insieme a voi" aggiunse Spencer mentre si guardava attorno. Era una stanza troppo piccola per tutte quelle persone, da lontano intravidi Draco che stava ridendo insieme a Tiger e Goyle, sembrava non essere affatto agitato, sembrava non avere affatto dubbi su dove sarebbe finito lui.
"Oddio!" Daphnee, insieme a molti altri studenti avevano iniziato ad urlare. Mi girai a guardare, una ventina di fantasmi erano appena entrati nella stanza, attraversando la parete in fondo. Di color bianco perlaceo e leggermente trasparenti, scivolavano per la stanza parlando tra loro e quasi senza guardare noi allievi del primo anno.
Quello che assomigliava a un monaco grasso stava dicendo "Io dico che bisogna perdonare e dimenticare; dobbiamo dargli un'altra possibilità..."
"Mio caro Frate... Non abbiamo forse dato a Pix tutte le possibilità che meritava? Non fa che gettare discredito sul nostro nome, e poi lo sai, non è neanche un vero e proprio fantasma... Ehi, dico, che cosa ci fate qui?". Un fantasma in calza maglia e gorgiera aveva d'un tratto notato noi studenti. Nessuno rispose. "Nuovi studenti!" disse il Frate Grasso abbracciando tutti con un sorriso, "In attesa di essere smistati, suppongo". Io, Daphnee e Spencer fummo alcune dei pochi studenti che annuirono in silenzio. Mio fratello Thomas, mia cugina Charlie, Fred e George mi avevano detto che c'erano i fantasmi dentro ad Hogwarts, quindi non mi stupiva il fatto di averli incontrati, e sembravano anche molto cordiali a quanto pareva.
"Spero di vedervi tutti a Tassorosso!" disse il Frate, "Sapete? E' stata la mia casa".
"E ora, sgombrare!" ordinò aspra la McGranitt, "Mettetevi in fila e seguitemi" disse poi a noi del primo anno una volta che i fantasmi si dileguarono attraverso la parete di fronte.
Io mi misi dietro a Spencer. Daphnee era dietro di me, uscimmo dalla stanza, attraversammo di nuovo la Sala D'ingresso, oltrepassammo un paio di doppie porte ed entrammo nella Sala Grande.
Era illuminato da migliaia e migliaia di candele sospese a mezz'aria sopra quattro lunghi tavoli, intorno ai quali erano seduti gli altri studenti. Intravidi mia cugina, Fred e George in uno di essi e capii che quello doveva essere il tavolo dei Grifondoro, mio fratello era dalla parte opposta della Sala, mi salutava con la mano con un sorriso. "Quello è tuo fratello?" chiese sbalordita Daphnee, annuii sorridendo, "Cccarino" dissero in coro Daphnee e Spencer. Scossi la testa divertita, non era né la prima né di certo l'ultima volta in cui me lo sarei sentita dire.
In fondo alla sala c'era un altro tavolo lungo, intorno al quale erano seduti gli insegnanti. Fu lì che la professoressa McGranitt accompagnò noi studenti del primo anno. Eravamo di fronte a tutti gli altri allievi che guardavano curiosi le nostre facce. La professoressa McGranitt stava posizionando uno sgabello davanti a noi. Sopra di esso mise un vecchio cappello a punta, pieno di macchie e tutto rattoppato. "E' il cappello parlante" bisbigliai a Daphnee e a Spencer, loro fecero degli sguardi confusi, non ebbi il tempo di spiegare che subito il Cappello si contrasse. Uno strappo vicino al bordo si spalancò come una bocca, e lui cominciò a parlare:

Forse Pensate che non sono bello
ma giudicate da quel che vedete
io ve lo giuro che mi scappello
se uno più bello ne troverete.
Potete tenervi le vostre bombette
i vostri cilindri lucidi e alteri,
son io quello che al posto vi mette
e al mio confronta gli altri son zeri.
Non c'è pensiero che nascondiate
che il mio potere non sappia vedere,
quindi indossatemi ed ascoltate
qual è la casa in cui rimanere.
E' forse Grifondoro la vostra via,
culla dei coraggiosi di cuore:
audacia, fegato, cavalleria
fan di quel luogo uno splendore.
O forse è Tassorosso la vostra vita,
dove chi alberga è giusto e leale:
qui la pazienza regna infinita
e il duro lavoro non è innaturale.
Oppure Corvonero, il vecchio e il saggio,
se siete svegli e pronti di mente,
ragione e sapienza qui trovan linguaggio
che si confà a simile gente.
O forse a Serpeverde, ragazzi miei,
voi troverete gli amici migliori
quei tipi astuti e affatto babbei
che qui raggiungono fini ed onori!
Venite dunque senza paure
E mettetemi in capo all'istante
Con me sarete in mano sicure
Perché io sono un cappello parlante!

Non appena ebbe terminato la sua filastrocca, mi unii agli applausi fragorosi di tutta la sala. Il cappello fece un inchino a ciascuno dei quattro tavoli e poi tornò immobile.
Era in momenti come questi che mi meravigliavo di come la magia potesse essere così bella, così piena di sorprese, ecco. Avrei certamente preferito che lo smistamento avvenisse in sede privata, non davanti a tutta la scuola, con tutti quegli occhi fissi su di noi sentivo che la preoccupazione di dove sarei stata smistata lasciava spazio all'imbarazzo.
La professoressa McGranitt si fece avanti tenendo in mano un lungo rotolo di pergamena. "Quando chiamerò il vostro nome, voi metterete il cappello in testa e vi siederete sullo sgabello per essere smistati" disse. "Abott Hannah!". Una ragazza dalla faccia rosea e con due codini biondi venne fuori dalla fila inciampando, indossò il cappello e si sedette. Un attimo di pausa e... "TASSOROSSO" gridò il cappello.
Per l'agitazione mi persi la maggior parte dei ragazzi che stavano smistando. "Caramell Ivy", il cuore prese a battermi forte, sentivo di sudare freddo, deglutii e avanzai vicino alla professoressa McGranitt, il suo sguardo non era rassicurante, dava l'aria di essere una donna molto severa; Misi in testa il cappello, non riuscivo a vedere il resto della Sala, era troppo grande il cappello, da una parte ne fui lieta perché odiavo sentirmi in soggezione.


"Mmmh... Dunque.... Una Caramell, eh? Percepisco intelligenza, intuitività..." il mio cuore non smetteva di battere, fui grata al cappello del fatto che stava parlando a bassa voce e che potevo sentirlo solo io, "Mente brillante come del resto tua madre... Combattiva, pura d'animo... Tutto mi porta a scegliere Corvonero..." Non capivo perché quel cappello ci metteva così tanto a scegliere, "Ma, tuttavia.... C'è ambizione, molto più di quanto tu creda... E' un ambizione salutare, che se usata al meglio non diventerà mai nociva... Sei protesa verso le vie della grandezza... Potrai trovarti meglio con gente come te... Tu che dici?" sembrava che il cappello mi stesse facendo una domanda, risposi a bassa voce con un "Dico che sembri conoscermi meglio di quanto mi conosca io", ci fu una lunga pausa, non saprei dire da quanto tempo ero con il cappello in testa, a me sembrava un'eternità. "Potresti essere un bell'esempio da seguire, sì! E' stato difficile ma... Adesso non ho più dubbi! CORVONERO!" la voce del cappello echeggiò in tutta la stanza, mi levai il cappello e guardai in direzione di mia cugina Charlie, sembrava spiazzata come del resto Fred e George, 'Non volevo, te lo giuro'. Sapevo che quando mia cugina mi fissava stava cercando di leggermi la mente, aveva un dono bellissimo, era una legilimentis. Avrei veramente preferito di essere nei Grifondoro insieme a Charlie, Fred, George e i loro amici che avevo conosciuto sull'espresso di Hogwarts. L'unica cosa che mi sollevò un po' il morale fu che anche Spencer venne smistata nei Corvonero. Daphnee invece, raggiungeva il tavolo dei Serpeverde. Mi sarebbe piaciuto se anche lei fosse stata lì insieme a me e a Daphnee, ma, d'altra parte, potevamo comunque continuare a parlare.
Il tavolo dei Corvonero mi accolse con un sonoro applauso, alcuni degli studenti mi si presentarono. Quasi tutti facevano la stessa domanda "Sei figlia del primo ministro?", ed io molto paziente li correggevo spiegando che ero la nipote.
Dopo poco, anche Draco si unì al tavolo dei Serpeverde, mi sorrise compiaciuto e si mise accanto a Tiger e Goyle.

Il pensatoio. {Harry Potter}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora