The strong arm of the outlaws (parte 1)

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*Nota*
Le traduzioni dei dialoghi in inglese sono nei commenti, per chi ne ha bisogno.

"Enforcer needed. Report to Mr Bright. See map attached"

Umph. Giovanna sbuffò. Aveva esplicitamente parlato con il boss riguardo a queste situazioni. Niente incarichi in stagione d'esami.
D'altro canto non poteva neanche rifiutarsi, davanti a uomini esterni alla famiglia che richiedevano il suo supporto, soprattutto al signor Bright. Finì di studiare in fretta, poi si cambiò. Stivaletti con tacco a spillo, ma relativamente basso, pantaloni di pelle nera, un gilet smanicato e una canottiera dello stesso colore, così da esaltare le forme della giovane donna e al contempo mostrare le braccia snelle ma muscolose, in un perfetto equilibrio di seduttività e intimidazione.

Il biglietto da visita della famiglia McCallister. Pensò la giovane guardia del corpo, sorridendo tra sé e sé. Erede di una delle più ricche famiglie italiane, e da sempre appassionata di arti marziali, Giovanna era negli States per studiare alla University of Centre Florida e allenarsi al WWE Performance Centre di Orlando. Un giorno, si era ritrovata a passare nella parte malfamata della città, ed era stata testimone di un regolamento di conti tra la famiglia McCallister e la famiglia Hancock.

Notata da una giovane caporione (esiste una versione femminile del termine?) dei McCallister, era stata narcotizzata poco dopo, presa alle spalle da due braccia robuste.
Quando si era svegliata, la stessa Janette McCallister, boss della famiglia le stava davanti, squadrandola.
"Who are you? Why were you there?"
"I... what? What do you mean? I was just passing by..."
"Don't lie. If you do, I'll notice... and I'll kick your guts out."
"Yeah, real brave, talking like this to a tied up girl. Untie me, so I can suplex the shit out of you..."
"Uuh, feisty... and you look like you could uphold your promise... I could use someone like you. But remember, betray us, and you're as good as dead. On the other hand, we can't let you go, now that you saw my face."

"Your face? Do you mean... you're the boss, here? Why would you come see an hostage like any other?"
"Oh, I'm a very hands-on boss... besides, I had the feeling you might be a good asset."
"Just a question: can I continue with my everyday life, if I join you?"
"Of course. For the first few years, I'll have you be just an enforcer for my safety, or my affiliates'."

Giovanna, spinta dal desiderio di avventura che spesso si impadronisce di giovani viziati, accettò di buon grado.
Nei primi giorni, era guardata con sospetto dagli altri membri della famiglia, e con incredulità dai suoi protetti esterni alla stessa, ma si capì presto che la sua lealtà e le sue abilità non erano in discussione. Aveva anche imparato che Janette, da quando era a capo della famiglia, dopo la morte del padre in una sparatoria, aveva iniziato ad affidarsi sempre più a giovani donne come guardie del corpo o sicarie.

Uscita di casa, inforcò la sua moto, anch'essa nera, che aveva comprato e imparato a guidare proprio per amplificare l'impressione che cercava di dare durante il lavoro, e si diresse verso il luogo dell'incontro.

"Greetings, Mr Bright" Giovanna salutò, con studiata freddezza, il suo protetto. Era un uomo sulla cinquantina, lievemente sovrappeso, con radi capelli neri. Indossava un completo elegante, di color blu scuro.
Non attese la sua risposta, preferendo sistemare il casco nel suo alloggiamento.

L'uomo, nonostante avesse usufruito dei servizi della giovane ormai varie volte, rimaneva ancora senza fiato quando la vedeva. Si leggeva nei suoi occhi un'unione di desiderio, timore e, inaspettatamente, rispetto, ogni volta che posava gli occhi sulla tonica figura di fronte a lui.
"So, what do you need me for?" Chiese la ragazza, girandosi per incrociare lo sguardo del suo cliente. Amava percepire il senso di inadeguatezza dell'uomo.

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