1. Dicono di non arrendersi, potrebbe accadere un'ora prima di un miracolo

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Steve

Per fortuna ci sono cose che non cambiano mai, come il Bob's: per chi non è della zona, è solo una turistica catapecchia dov'è ancora possibile mangiare della buona carne di Angus alla brace e gustare la birra artigianale, il tutto inserito in un'ambientazione rustica da veri cowboy, ma per chi come me a Copperas Cove ci vive, questo posto è una seconda casa.

Solo qui puoi incontrare i cowboy dei ranch, quelli veri che passano ore e ore in sella al loro cavallo a controllare le mandrie di bestiame. Solo qui puoi parlare di cavalli, scazzottarti per una partita a biliardo e subito dopo brindare con i boccali spumeggianti. Solo qui fanno ancora musica dal vivo, quella in cui i gruppi cantano e suonano per davvero, non quelle porcate elettroniche e sintetiche che fanno i computer.

Non che sia contro la tecnologia, anzi, ma credo che certe cose le debbano ancora fare gli uomini o le donne del Texas.

Il Bob's è diventato un po' il mio rifugio ora che mi sento schiacciato dalle preoccupazioni: il ranch nel quale lavoro da sempre sarà messo all'asta entro fine anno, Greta, la figlia del mio datore di lavoro, nonché mia amica è tornata dalla madre e dalla nonna a Londra, dopo aver perso la memoria a causa del furto; Arianna, la più bella ragazza sulla quale abbia mai posato gli occhi, che è stata il mio sole in questa turbolenta estate, l'ho allontanata per sempre; Peter, il mio collega e amico, finge una felicità che non gli appartiene. Dice di aver trovato l'amore, o forse un valido surrogato, qualcuno con cui dimenticare il suo cuore spezzato, rimasto ancorato a Greta e alla sua partenza, o perlomeno provarci, insieme a una quantità massiccia di alcolici di cui fa spesso uso in questo periodo.

«Dai, Steve, tirati su, non ti si può vedere sempre a questo tavolo da biliardo. È pieno di belle donne qui...», ammonisce, fissandomi con gli occhi verdi arrossati dalla stanchezza, dalla polvere e dai troppi drink.

«Dovresti smettere di bere, Peter.»

«E tu dovresti smettere di rompere, cazzo! Mi diverto, che male c'è?» Si passa una mano tra i capelli biondo cenere, cercando di darsi una parvenza di ordine.

Non è la prima volta che facciamo a cazzotti tra noi da quando Greta è tornata a Londra, come se la sua mancanza avesse creato una crepa che è difficile ricucire. Ce le diamo di santa ragione, finché uno dei due non cede, cade o rimane a terra svenuto.

«Non ti diverti, affoghi i tuoi dispiaceri nell'alcool e nel sesso», ribatto, ma mi allontano, prima che possa avvicinarsi abbastanza da farmi saltare i nervi.

«Sei solo geloso, perché io me la spasso con Tiffany», accusa.

«Non sono affatto geloso e se ti interessasse di Tiffany, come dici, la tratteresti come merita, smettendo di fare l'idiota che sei!» Sono stanco, ma non riesco a mordermi la lingua.

«Già, almeno io combino qualcosa, tu cosa stai aspettando, che la bella Arianna si faccia spiumare da qualcun altro?»

Ci sono cose che neanche da ubriaco si devono dire, se non si vuole finire alle mani e questa è una di quelle.

Mi saltano i nervi, ma non faccio in tempo a superare il tavolo verde che ci divide che Peter viene messo al tappeto da un destro fenomenale. Alzo gli occhi e i miei incrociano quelli blu mare di Jonathan, il fratello maggiore della ragazza di cui stavamo parlando. Da quando lo conosco non credo di averlo mai visto fare a pugni, perciò lo guardo stupito.

«Che c'è? Ne vuoi anche tu?»

Il suo viso è scuro, come se portasse la morte nel cuore; anche per lui la partenza di Greta è stata un colpo duro da digerire. Ora vaga come uno spirito disperso nel limbo, senza meta, senza obiettivi, alla ricerca di un'anima che ha lasciato chissà dove, dannatamente infelice.

Esitate in Love #2 libro della Slidingloveseries pubblicatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora