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tredici anni fa

Era la prima estate che non passavamo nella casa dei nonni in Calabria, a Grisolia Lido, sulla costiera tirrenica. Quell'anno i miei avevano prenotato in un villaggio turistico del Salento. Mia mamma era stanca delle solite vacanze, di vedere sempre le stesse persone. Voleva cambiare aria.
«E poi», l'avevo sentita dire, «Nica ho bisogno di socializzare e un villaggio turistico sarebbe l'ideale, Non credi?»
Papà non aveva nemmeno risposto. Lui eseguiva.

Mi ha svegliato alle cinque e un quarto, con un bacio sulla fronte. La cosa che più adoravo al mondo. Essere svegliata da papà con un bacio sulla fronte e rimanere tra le sue braccia per qualche minuto. Nonostante i miei quindici anni suonati!
«Dai, tesoro, alzati», ha detto dopo un po'. «Non vorrei trovare traffico.»
Il traffico: la sua ossessione.
Mi sono alzata e vestita in modo automatico, senza nemmeno badare a quello che indossavo. Ho salutato nonna. Siamo rimaste abbracciare un intero minuto senza fiatare.
Mamma ci guardava.
«Mi raccomando», le ho detto.
«Starò attenta», ha risposto. «E tu divertiti.»
Aveva le lacrime agli occhi. Ma appena appena.
Nonna era bravissima a trattenerle. Era il solito rituale che da diversi anni ormai si ripeteva. Preferiva rimanere a casa da sola pur di non rinunciare alle due cose, alle sue abitudini. Io, per la verità, avevo la sensazione che si sentisse di peso.
«Andate, starò benissimo», diceva, nonostante le sue forze andassero diminuendo. E noi, ogni volta, ce ne andavamo con un po' di sensi di colpa in più. Le faceva compagnia Irina, una giovane ucraina che durante l'anno veniva a casa due volte a settimana per le faccende domestiche. Di solito il martedì e il sabato. D'estate invece si trasferiva quasi da nonna. Passava di mattina, per la spesa, e qualche ora di pomeriggio. Poi tornava la sera e rimaneva a dormire. Sera una brava ragazza, Irina. E io mi ci ero affezionata.
Alle cinque e quaranta eravamo in macchina.
non ero d'accordo a cambiare destinazione. A Grisolina Lido mi sentivo protetta. Al sicuro. Era la mia seconda casa. Ma nella mia famiglia ha sempre deciso mamma, per cui nulla da obiettare.
dopo cento metri mi sono riaddormentata.

Noi Due Oltre Le NuvoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora