CAPITOLO5

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Per poco non perdevo la lezione, quel professore non ama i ritardatari e per far rispettare il suo pensiero serra la porta bloccandola, superato l'ora prestabilita per entrare, facendo rimanere fuori "gli scarti di società" come li definisce lui, affermando sempre che chi persevera non perda ed l'essere puntuale è segno di costanza .

Il professore inizia a spiegare non accorgendosi del trambusto al di fuori dell'aula. Ma i continui attacchi alla porta lo portano a interrompersi sullo studio antropologico del uomo che commette un reato.

A sentire bene e come se adesso, fuori dalla porta non ci fosse anima viva ma a vedere dalla finestra socchiusa siamo circondati da agenti dell'ordine, che penso sono venuti per prendere i loro ricercati grazie a un autorizzazione , poi degli spari fuori dalla porta rivolti verso l'alto, capisco sono loro i latitanti tanto ricercati. I compagni di corso iniziano a confabulare tra loro, altri sono terrorizzati; venendo poi riuniti dal professore che ci dice di seguire le sue istruzioni e aprendo la porta con mosse calcolate ci fa segno di seguirlo.

Senza accorgermene mi sono allontanata dai miei compagni, portati sicuramente in palestra l'unico luogo dalla porta spessa e d'acciaio, così come tutti gli altri studenti; camminando a vuoto nel corridoio faccio dietro front per andare in palestra ma dei passi pesanti mi fermano non che abbia paura a scuola ci insegna la difesa personale e l'usare le armi anche se sapevo già praticarlo e altro ma non rinvaghiamo il passato.

Allora i due rapinatori mi stavano per attaccare probabilmente per diventarne l'ostaggio da usare contro la polizia in modo da scappare, non sapevano però che ero pronta a sfilare la pistola sotto la fibbia; ma prima di poter fare altri movimenti vengono fermati da due colpi alla nuca, io avevo già sfilato l'arma ma vedendo i due stesi a terra la rimetto a posto.

"Non avevo bisogno d'aiuto" mi chiedo perché è qui?

"Li volevi fare fuori per caso ? Ci sono mille modi che sei in grado di fare per disarmarli , sono solo dei ladri che hanno avuto la sfortuna di sceglierti come preda" mi rimprovera

"Lo so, lo so, volevo solo assicurarmi di non aver perso la mano. Ah e non aggiungere che potevo attirare l'attenzione ho messo il silenziatore; arrestarli che è meglio altra cosa potresti evitare la prossima volta parlo di te come di tutti gli altri tornerò presto"gli rispondo già stanca della conversazione.

"Ricordati, però che puoi fidarti ma non affezionarti" Annuisco allontanandomi, anche se dovrebbe sapere che non mi affeziono facilmente, sono io stessa di poche parole.

Usando una via secondaria, attraversando circolarmente il giardino, pieno ormai di fiori pronti a sbocciare come giacinti,gigli e iris che coprono tutto il perimetro delle mura scolastiche mi invano con il loro profumo è piena primavera ormai ! .
Entro nel piccolo solco della siepe, raggiunto e difronte le mura della palestra, entro in uno spazio minuto difficile da notare all'interno perché collegata in un punto d'ombra.

All'interno della palestra mi si presenta: ragazzi inpauriti, indifferenti bhe di questi un numero non più di tre o quattro altri pronti in caso d'attacco che discutono con i professori per calmare i deboli d'animo e quelli pronti a morire da un momento all'altro non sapendo che quelli erano solo i pesci piccoli, contro cui potremmo imbatterci scegliendo questa strada.

Mischiandomi tra gli studenti, vado verso la folla di persone dove al centro un professore avvisa tutti di poter tornare a casa e che l'inconveniente è sistemato. Spiegando anche il perché di non aver reagito contro quei ladri-assassini scappati da Chicago, e il perché della polizia diversa dalla nostra, volendo prendere loro i propri fuggitivi, per questo per non farci interferire o altro ci hanno portato in palestra, il luogo più sicuro.

Nei sotterranei della scuola cercando la mia macchina vengo fermata da qualcuno.
Mi chiedo chi è ?
Ho poche conoscenze tra queste mura, voglio propri- "Che fai non saluti ?"ancora lui aaah!

La prossima volta non mi chiederò chi mi ferma, se devo trovare lui quando mi giro.
"Non capisci che devi stare lontano da me, ah e non tornare più in quel posto sono stata zitta solo per non avere rotture di scatole"dico calma, sentendo delle voci arrivare fino a quì, scoprendo appartenere ai due amici del moro quì vicino." Ehi amico, non mi dire che vuoi invitarla"chiede con voce rabbiosa.
"Tranquillo non lo farà, e tu stammi.alla.larga" rispondo rimarcando le ultime tre lettere per poi entrare dentro la mia 500.

Lontano dalla scuola, con il semaforo rosso mi fermo, per inviare un messaggio a Gilles per poi ripartire al verde, lasciando che il vento mi sferzi il viso.

Arrivata a casa, preparo il pranzo dato la partenza di Christine.
Con un po' d'oglio in padella friggo la carne a base di cipolla con un pizzico di sale, il bollire della pentola mi fa ricordare la pasta che subito immergo nell'acqua, pronta anche questa la condisco con dei pomodori trovati in giardino.
Finito di mangiare, pulisco il tutto con scopa e paletta.

Finito il tutto cammino per andare nella mia bibioteca personale a intrattenermi con le loro avventure e misteri.

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