Jenna

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"Ciao Jen! Puoi prendere le forbici di Rhonda dalla mia postazione? Darebbe di matto se scoprisse che le ho prese" urlò Naomi entrando nel salone con tre caffè tra le mani. Corse nel retro bottega mentre posavo il mio pettine per il colore e mi scusavo con la cliente seduta sulla sedia.

Mi asciugai le mani sul mio grembiule con le stampa a zebra e mi diressi alla postazione di Naomi. Presi le forbici dal suo lavandino e le riposi sulla postazione di Rhonda. Un soffocato "grazie" si sentii dal retro e sorrisi.

Ero la nuova ragazza al salone quindi venivo qui presto ogni mattina, servendo quanti più clienti potevo prima che le mie colleghe arrivassero. Lavoro qui da un anno e mezzo, ma sono comunque la ragazza nuova. Ho ventun'anni e cerco di tirare avanti con una laurea in cosmetica. Vivo da sola da quando il mio fidanzato ha deciso che non era più a suo agio ora che avevo trovato un lavoro che mi piaceva e non ero a casa quasi mai. Ma ora sono qui e non potrei essere più felice.

Tornai dalla mia cliente che continuo la storia interrotta precedentemente. Mi stava spiegando che sua figlia sarebbe andata a vedere il concerto di una band tra pochi giorni ed era un pò preoccupata.

"Ha solo 13 anni e andrà con una sua amica senza un accompagnatore. Non che non mi fidi di lei, ma ho paura che non sappia prendere decisioni in una situazione di pericolo."

"Beh," cominciai un pò insicura di cosa stavo per dire, "sono sicura che Katie starà bene. È una ragazza veramente intelligente e sono sicura che saprà fare buone decisioni."

Ricordo che i miei genitori mi vietavano di fare molte cose quando avevo l'età di Katie.

Joan corrugò le sopracciglia mentre toccavo le radici dei suoi capelli prima di sospirare.

"Si okay, starà bene."

"Certo sarà così. Inoltre, sono sicura che l'audience della band sarà tutta composta da ragazze adolescenti". Dissi prima di rimettere il pettine nella ciotola con il colore.

"Si, i 5 Seconds of Summer sono sulla bocca di tutte le adolescenti ora come ora." Rise leggermente.

Il nome mi sembrava familiare. Forse devo averli sentiti qualche volta alla radio.

"Oh okay. Il nome mi sembra di conoscerlo."

"Già, Katie è ossessionata con.. o cielo... come si chiama.. Luke! Luke Hemmings! È questo." Mi spiegò mentre finivo con i suoi capelli.

"Okay, spero che Katie si diverta." Dissi prima di impostare il timer e andare nel retro dopo essermi scusata.

"Buon Dio, Starbucks era PIENO." Naomi sbuffò stringendo le spalle nella sua felpa. Era piuttosto freddo per essere a New York a metà giugno.

Mi passò un bicchiere bianco di plastica e si sistemò la treccia.

Naomi aveva 28 anni e aveva un figlio, marito e una casa enorme, eppure lei ha iniziato in un piccolo salone. Quando avrò la sua età, spero solo di essere come lei.

"Quindi Jenna," iniziò con un occhiolino. "Come è andato il tuo appuntamento ieri?"

Le mie guancie iniziarono ad arrossarsi mentre scuotevo la testa.

"Aw, cosa è successo?"

Pensai alla notte precedente e avrei voluto che il terreno sotto di me mi risucchiasse.

"Beh, pensavo di sembrare decente." Dissi con la voce tremante dato che Naomi mi stava fissando, dicendomi silenziosamente di continuare.

"Ma credo che questi," indicai con dei gesti i miei fianchi. "Non abbiano un bell'aspetto in un vestito." Sospirai.

"Lui si sta sbagliando, Jen. Ucciderei per delle curve come le tue."

Ed io ucciderei per essere magra come te

I miei fianchi non sono enormi, ma di sicuro non sembro una ragazza appena uscita da una rivista. Il mio stomaco sporge e le mie cosce si toccano.

"Beh ho chiuso." La rassicurai prima di sciacquare le mani nel lavandino mentre lei mi fissava con incredulità.

Chiaramente non ero abbastanza per ogni ragazzo quindi ho deciso di arrendermi. Ho la mia carriera su cui concentrarmi, e non qualche stupido uomo con nessun filtro.

Dopo aver asciugato le mie mani, presi un lungo sorso del mio caffè e tornai da Joan.

"Jenna, non potrò mai ringraziarti abbastanza per avermi ascoltata bisticciare."

Risi gentilmente e scossi la testa.

"No, tranquilla." Dissi guardando nuovamente il timer. Quattordici minuti ancora.

"Sono così felice di aver ottenuto finalmente i nostri passaporti per andare a Toronto." Sorrise tirando fuori dalla sua borsa il burro di cacao. Feci scorrere una mano tra i miei lunghi capelli e le sorrisi.

"Amo Toronto! I miei genitori ed io eravamo soliti andare lì ogni estate." Le risposi mentre passava il burro di cacao sulle labbra.

I suoi occhi si illuminarono e sogghignò.

"Wow. Come era?"

"La amavo. È uno dei miei posti preferiti." Dissi, controllando il colore sui suoi capelli.

"Katie è emozionatissima per il viaggio."

"Amo i viaggi in macchina. Non ne faccio uno dalla scorsa estate ma li adoro."

"Anche Katie. Sono sorpresa che non ci abbia infastidito riguardo-" Venne interrotta dalla suoneria del suo telefono che proveniva dalla borsa, lo cercò tra le tasche prima di tirare fuori il dispositivo e fare un cenno della mano per scusarsi. Stavo per andare nel retro quando Naomi uscì dal li con le sue mani piene di prodotti.

Posò le lattine e i tubetti sulla sua postazione prima di tornare dentro.

"Ho davvero un bel colore che arriverà sabato." Disse mentre prendeva un tubetto di colorante rosso e la testa di un manichino con i capelli decoloratie e li metteva sotto il braccio.

"Uh, okay. Lo scriverò nel libro. Rhonda ne ha qualcuno?"

lei si voltò prima di fermarsi all'uscio della porta.

"Che cavolo ne so. Non posso tenere traccia degli orari di tutte e due."

Ridacchiai prima di uscire dalla stanza e dirigermi alla scrivania. Scrissi il colore di Naomi alle 3.

il telefono suonò improvvisamente, risposi con la stessa felicità di sempre e dissi il mio nome.

Segnai un appuntamento per uno dei dottori della città per colpi di sole e taglio Kim era una mia cliente abbituale.

Da lontano vidi che il tempo sul timer era quasi scaduto, salutai Kim e tornai da Joan.

La gudai verso il lavandino, lavai via il colore in eccesso e misi lo shampoo. Strizzai la chioma e applicai del balsamo, poi sciacquai nuovamente; la diressi al suo posto e le asciugai i capelli con un telo.

Mi disse che voleva sistemarli da sola, ma mi ringraziò per il mio tempo. La diressi al bancone, mi diede anche la mancia e un piccolo sorriso. Le augurai il meglio per il viaggio e il concerto di sua figlia dell'indomani, mi ringraziò ancora e se ne andò.

E, dopo aver aiutato Naomi con le sue prove di colore, sapevo che non sarebbe arrivato più nessuno e che sarebbe stato un giorno tranquillo al salone.

Hairdresser / a.i [TRADUZIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora