《Ash, baby, non fare così. Non mi puoi lasciare in questo modo, cosa ho fatto?》
《Cosa hai fatto Cameron? Ti ho visto baciare un'altra davanti ai miei occhi e tu mi chiedi che cosa hai fatto?》
《Non fare così, avevo bisogno di sfogarmi. Scusami, ma sono mesi che ti chiedo di farlo e tu ancora non vuoi.》
《Se è così tanto vale stare con me. Io ti lascio.》Ash se ne va via in lacrime ed io mi passo una mano fra i capelli sospirando e alzando gli occhi al cielo.
《Cameron, fratello, cosa è successo ad Ashley?》 mi chiede Jason, il mio migliore amico, che mi ha appena raggiunto.
《Niente di che, una discussione》
《Non mi pareva quella una discussione》 dice 《Più un litigio. Cosa hai fatto questa volta?》
Sgrano gli occhi senza però rispondergli: lo conosco troppo bene, so benissimo che mi direbbe che alla fine sono un coglione e non ho voglia di sentirmi le sue solite ramanzine. Alzo un sopracciglio e lo guardo.
《Sei un cazzo di telepatico o cosa?》Jason ride, ma ha capito l'antifona, e cioè non fare domande.
Ci incamminiamo verso la palestra per gli allenamenti e quando entriamo negli spogliatoi tutta la squadra di basket ci saluta.
Entriamo nella palestra, e subito il coach ci dice di fare dieci giri di corsa, dopodiché esce dalla stanza. Mentre corro, vedo Melissa Flores, una delle cheerleader. Sfigata. Seriamente, se vuoi entrare nelle cheerleader devi almeno essere bella e magra. Lei è un cesso a pedali e una cicciona.
《Tu che ci fai qui, grassona? Non dovresti essere ad abbuffarti di cibo? Che ne dici di fare un bel salto dal ponte, eh? Sarebbe un sollievo per tutti.》le dico, me lei mi ignora, e mi volge le spalle, ma si vede che è in lacrime. Oggi non mi va di assillarla, perciò ci passo sopra.
È la fine dell' allenamento. Camminando verso casa, scorgo una figura familiare. Dawson Smith, un frocietto che fa storia con me. Adesso c'è da divertirsi.
《Ehi, scemo, dove stai andando?》
《C-Cameron, io-io stavo ritornando a casa...》
《Cameron, eccoti, ti stavamo chiamando ma non ci rispondevi... chi è sto sfigato?》dice Noah, un mio compagno di basket.
《È nella mia classe di storia, cosa vuoi?》
《Il coach mi ha detto di dirti che gli allenamenti ci saranno anche giovedì.》Sbuffo e mi passo una mano tra i capelli.
《Va bene.》
Vedo con la coda dell'occhio che Dawson se ne sta andando, ma
Noah sogghigna e fa un gesto ai ragazzi dietro di lui. Un secondo dopo, Dawson si ritrova al muro bloccato. Lui prova a parlare, ma uno dei due ragazzi gli tira un pugno nello stomaco e gli si strozzano le parole in gola. Noah si avvicina e gli infila la mano nella tasca dei pantaloni, trovando però pochi spiccioli. Io intanto ho già preso la sua sacca, e trovo il suo portafogli. Sto per prenderlo quando vedo una cosa molto più interessante: il suo telefono. Sorrido e lo faccio vedere al mio compagno di squadra. Noah mi sorride malefico di rimando, e sicuramente sta pensando quello che penso io. Gli altri due ragazzi gli danno altri pugni finché non sviene, mentre Noah prende i suo soldi e io il telefono.
Arrivo a casa e salgo subito in camera, buttando la mia sacca di basket sotto la scrivania. Accendo il telefono di Dawson andando poi sulle foto. 'Vediamo che foto da frocietto si fa questo'. Apro la prima cartella, ma trovo solo foto di disegni e frasi depresse. Quasi tutte le cartelle sono così, finché non ne trovo una intitolata Future me. La apro. La prima foto che trovo è quella di Dawson davanti allo specchio con la maglietta alzata e quasi rabbrividisco. Le costole gli sporgono dallo stomaco e le gambe nude sembrano quasi due grissini. La seconda immagine è ancora più ripugnante. L'immagine mostra il braccio, molto probabilmente quello di Dawson, pieno di cicatrici. Sogghigno. Prendo il mio cellulare e faccio foto a tutte le immagini in questa cartella. Apro Whatsapp e uso il broadcast per spedirlo a tutti quelli che conosco a scuola. La parola e le immagini circoleranno a tempo di record, e la vita di Dawson sarà un inferno.
Mi stendo sul letto e chiudo gli occhi pensando a quello che ho appena fatto. Molti mi hanno chiesto perché prendo in giro le persone, le maltratto, le picchio, e io ho sempre risposto che la loro esistenza è fatta per questo. In verità, quello che non ho mai detto, è che la loro debolezza mi fa sentire più forte, mi fa sentire migliore di loro. Da piccolo non venivo mai notato, e credevo che fosse colpa mia perché non avevo il coraggio di parlare con gli altri, ma poi ho realizzato che le persone si fanno notare solo in un modo: rendere più deboli le persone che lo sono già.Mi sveglio di soprassalto tutto sudato. Ho fatto un sogno, ma non mi ricordo cosa fosse. 'Un incubo' penso. Mi alzo dal mio letto per prendere la bottiglia d'acqua che ho in borsa. Vado verso la mia scrivania ma non trovo il brosone. 'Strano' penso 'avrei giurato di averla lasciata qui'. Mi rigiro e la vedo vicino al comodino. La apro e prendo la borraccia, che ormai è quasi vuota, svuotandola. Mi riavvio verso il letto e mi stendo, riaddormentandomi subito dopo.
La sveglia suona. 'Cosa? La sveglia? Io non ho una sveglia!'
《Martha, svegliati! Farai tardi a scuola!》'Martha?' Apro gli occhi di scatto. 'Cosa cazzo sta succedendo?!'
Mi alzo dal letto e mi guardo intorno. Mi trovo in una stanza completamente bianca con però attaccate alle pareti diverse foto che raffigurano una ragazza bionda con delle lentiggini e gli occhi azzurri. Davanti a me c'è una scrivania beige con sopra un mucchio di libri Fantasy e Teen Fiction. Accanto al letto su cui ho appena dormito c'è un comodino con la sveglia bianca che suonava prima. Accanto al comodino, c'è una cartella viola con delle piume piena di libri e un borsone. 'Un altro sogno?' Mi chiedo fra me e me.
《MARTHA, PREPARATI O FARAI TARDI.》 Urla una donna dal piano di sotto. Decido di assecondarla. Vado in corridoio e cerco una porta che sia quella del bagno. Per fortuna questa casa ha tutte le porte con una scritta che ti dice che stanza è quella. Vedo quella del bagno. Apro la porta, ed entro. Vado davanti al lavandino e mi guardo allo specchio. Urlo.
Sono una ragazza.
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Capire il tuo dolore {BxB}
RomanceCameron è un ragazzo introverso, molto spericolato e non curante delle sue azioni. La sua vita va alla grande fin quando un fatto sconvolgerà la sua vita e lo porterà a riflettere su se stesso e sulle altre persone. ●È una storia che ha come coppia...