bitter about you; yoonkook

6.

Quando si svegliò, Junghyun ancora dormiva. Beh, era ovvio, il letto su cui dormiva doveva essere cento volte più comodo del sacco a pelo che puntualmente il migliore amico rifilava a Yoongi.
Glielo diceva sempre, Junghyun, che due maschi non potevano dormire insieme nello stesso letto. Faceva schifo, era innaturale.
Ma andava bene così. L'amico non sapeva della sua omosessualità; e Yoongi, pur di potergli restare accanto, sarebbe stato capace di tener nascosta la sua natura anche per tutta la vita.

Sollevò il busto, staccando finalmente la schiena dalla durezza del pavimento. Gli faceva male tutto.
Diede un'occhiata al migliore amico ancora perso nel mondo dei sogni e ridacchiò.
Erano amici da tanto tempo, e Yoongi passava quasi più tempo in casa Jeon che in casa sua. Non era affatto un problema per lui girare per casa, prepararsi la colazione, farsi una doccia -aveva anche lo spazzolino e le tovaglie personali-.

I genitori di Junghyun dovevano essere già usciti. Era lunedì mattina, e la scuola era chiusa per disinfestazione.

Finita la sua colazione, Yoongi si diresse in bagno.
Si fece la doccia con calma, godendosi il tepore dell'acqua che a casa sua invece era sempre fredda.
Poi, una volta asciutto e rivestito, decise di tornare in camera e svegliare quel pigrone del suo migliore amico.

Attraversando il corridoio, si accorse che la porta della camera di Jungkook era socchiusa.
Yoongi sapeva bene che avrebbe dovuto ignorarlo, sapeva che, se fosse entrato, avrebbe potuto fare qualcosa di cui poi si sarebbe pentito -forse-; ma la tentazione era troppa, non riusciva ad ignorarla.
Così lo fece.

Spinse delicatamente la porta in legno che cigolò piano, e finalmente lo vide.
Jungkook dormiva in un letto troppo grande per lui, che era di corporatura esile. Aveva questa brutta abitudine di muoversi come un folle nel sonno, scalciando anche, e finiva sempre per disfare il letto e arrotolarsi le lenzuola alle gambe.
Yoongi si avvicinò.
Aveva le guance arrossate, i capelli appiccicati sulla fronte e le labbra in fuori leggermente schiuse da cui uscivano lievi sospiri.
Si sedette accanto a lui.
Yoongi si vergognava da morire. Era arrivato ad odiare se stesso per i sentimenti sbagliati che nutriva nei confronti di Jungkook. Non solo perché il ragazzo era ancora poco più che un bambino, ma anche perché si trattava proprio del fratellino del suo migliore amico, del suo migliore amico omofobo.

Da un po' di tempo, ormai, preferiva vedere Junghyun a casa sua, e non prima di avergli chiesto se il fratellino fosse in casa. Ma solo perché la presenza di "quel moccioso", così lo chiamava, lo irritava. Sì, certo.
Ultimamente, infatti, Jungkook aveva smesso di stare loro tra i piedi quando Yoongi era in casa.
Semplicemente, si chiudeva nella sua cameretta e ne usciva solo quando era costretto.
E a Yoongi dispiaceva.
Amava la sua compagnia, amava la sua risata così fuori controllo che si lasciava scappare ad ogni battuta del maggiore, che a volte nemmeno quello zuccone di Junghyun capiva. Ma Jungkook sì, lui le capiva tutte.

Gli accarezzò una guancia. Il tocco era timido, incerto. Aveva paura di svegliarlo, aveva paura di romperlo, aveva paura.
Jungkook sembrò apprezzare quelle carezze, spingendo il visino contro la mano del maggiore. Eppure, continuava a dormire.
Qualche verso di apprezzamento usciva ogni tanto dalle sue labbra, e per un momento Yoongi ebbe anche l'impressione di averlo sentito mormorare nel sonno qualcosa di molto simile al suo nome.
Si soffermò su quelle labbra. Erano gonfie ma screpolate, invitanti.
Jungkook era come un concentrato d'innocenza. Un concentrato d'innocenza che lo spiava mentre era nudo, ma pur sempre innocente restava.

Yoongi si chiese come sarebbe stato baciare quelle labbra. No, come sarebbe stato baciare quel viso. Le guance, la fronte, gli occhi chiusi, il naso, le fossette. Tutto di lui gli faceva venire voglia di baciarlo, baciarlo, e ancora baciarlo.
Così, semplicemente, lo fece.