Il Segreto

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Questo capitolo non contiene ne contenuti dolci o scene di sesso, ma comunque potrebbe farvi un incazzare.
Per me è stato difficile scrivere questo capitolo.
P.S: I pensieri di Pietro non sono i miei stessi pensieri.
Detto questo, vi auguro una buona lettura. Spero.

Lorenzo stava ancora dormendo quando Pietro decise che era il momento di preparare la colazione.
Si alzò pigramente dal letto portandosi a dietro uno dei lenzuoli.
-Che cazzo di freddo che c'è-
Disse stringendo a se il suo mantello bianco.
Avanzò lentamente verso la cucina, notando che la luce non attraversava ancora le fessure della tapparella.
-E meno male che siamo in estate, dio por-
-Pietro!-
Pietro sobbalzò sentendo la voce della madre di Lorenzo arrivare dal salotto.
-Quante volte ti devo dire che non si dicono parolacce in questa casa?-
-Mi scusi.-
Rispose con uno sbadiglio, aprendo l'armadietto delle tazze.
-Sa che ore sono per caso?-
-Sono le tre e quarantotto-
Pietro roteò gli occhi, perché voleva così tanto fare colazione.
-Ne è sicura?-
-Che c'è? Forse non ti fidi di me, Pietro?-
-No no, cioè si, no, cioè si si. Torno a letto-
Rimise a posto la tazza di hello kitty lasciando un altro sbadiglio fuoriuscire dalla sua bocca, per poi dirigersi vero la camera di Lorenzo.
Si buttò sul letto facendo fare un piccolo rimbalzo al corpo esile dell'altro.
Decise di chiudere gli occhi, ma il sonno era andato a puttane già da un po'.
-Okay uffa. Devo intrattenermi in qualche modo-
Si alzò di nuovo, questa volta per prendere carta e penna o matita o quel cazzo che poteva trovare per scrivere, anche il sangue boh.
Accese la piccola luce situata di fianco a lui ed iniziò a scarabocchiare sul foglio.
-Cazzo, uh uh. Sono un genio-
Continuò a scrivere per una decina di minuti, mentre il sonno tornava a far parte di lui.
***
Lorenzo si svegliò per primo questa volta, notando Pietro con un taccuino sopra lo stomaco.
Lo prese in mano e lo aprì, iniziando a sfogliare le pagine.
Si mise a ridere guardando tutte le caricature fatte su di lui, ringraziando di avere un ragazzo come Pietro.
Iniziarono ad esserci scritte su scritte, ma non si leggeva praticamente nulla per colpa dei disegni.
Arrivò all'ultima pagina trovando una specie di lettera e cominciò a leggerla.
-'La poesia senza fantasia' ma che immaginazione, okay.-
-Lorenzo, Lorenzo, tu sei il mio ragazzo. Perché non mi mostri il cazzo? Stiamo insieme già da un anno, ma i tuoi non lo sanno. Stamattina ho trovato tua mamma in cucina. Era in salotto, però non avrebbe fatto rima. Erano le tre ed io volevo te. Perché Laura era lì alle tre del mattino? Sono molto curiosino-
Lorenzo rise di nuovo, cercando di non fare rumori.
-'La passione del passivo'-
Cazzo.
-Smettila di trattarmi come se volessi spararmi.
Lo sai che se non facessi la iena, avresti il mio fondoschiena-
Trattenne di nuovo una risata, quasi fosse imbarazzato.
-'Salsicce e canottiere' ma era ubriaco? Aiuto-
Riprese a leggere.
-Amore, tesoro. Salsiccia al pomodoro. Ti aspetto stasera in mutande e in canottiera-
Chiuse il taccuino di scatto, sentendo dei mugolii da parte di Pietro.
Lo rimise dove lo aveva trovato e corse verso il suo armadio facendo finta di cambiarsi.
-Buongiorno amore-
Disse Pietro con uno sbadiglio.
Sorrise per poi mettersi a sedere.
-Che ore sono?-
-Sono q-quasi le nove-
Rispose Lorenzo nervosamente.
Pietro fece finta di non notarlo e si alzò dal letto.
-E non chiamarmi amore quando siamo con i miei-
-Scusa...-
Gli diede un bacio sulla guancia.
-...Amore-
Sorrise e uscì dalla stanza.
Lorenzo nel frattempo aveva preso in mano tanti vestiti, accorgendosene poco dopo.
Li ributtò nell'armadio formando una specie di ammucchiata e chiuse le ante.
-Lorenzo?-
Udì dalla cucina.
-Si?-
-Che vuoi per colazione?-
-Umh, adesso arrivo e me la faccio io. Non ti preoccupare-
-In realtà non volevo prepartela io, volevo sapere che cosa dovevo lasciarti da mangiare-
Disse Pietro infilandosi un biscotto al cioccolato in bocca.
Lorenzo roteò gli occhi, uscendo anche lui dalla sua camera da letto.
Entrò in cucina, e tutto quello che vide fu Pietro rimpilzarsi di pan di stelle.
-Cazzo Pietro. Ti si gonfia lo stomaco così-
-In realtà lo stomaco si gonfierebbe di più se fossi un alcolizzato o se soffrissi di stenosi pilorica, perciò non mi dire come devo mangiare i miei piccoli fidanzatini-
Disse portandosi un biscotto alla bocca per poi baciarlo.
-La stenosi pilorica possono avercela solo gli appena nati, Pietro-
-Si vabbè, stessa roba-
Sventolò una mano in aria, mentre teneva un altro biscotto tra le dita.
-Che mi hai lasciato da mangiare?-
Chiese Lorenzo andando verso la dispensa.
-Ci sono tipo dei cereali con la frutta secca o roba del genere, delle schiacciatine, dei biscotti integrali... Cazzo ne so, è casa tua-
Lorenzo si ritrovò a roteare gli occhi di nuovo, sbuffando.
-Ho fatto scaldare del latte, se vuoi. E fra un pò dovrebbe essere pronto il caffè, quindi boh, cioè, stai li a controllare, se te la senti-
-È salito proprio adesso!-
Disse Lorenzo con forse troppa enfasi. Prese la caffettiera per il manico e la portò in tavola.
Si sedette anche lui, vedendo con sorpresa che una tazza era già li ad aspettarlo.
Accese la tv e tutti e due iniziarono ad essere mezzi interessati ai programmi di Real Time.
Lorenzo ingoiò un altro biscotto, fissando il suo ragazzo con una sottospecie di ansia che lo ricopriva.
-Pietro. Dobbiamo parlare-
Pietro si girò subito verso di lui visibilmente preoccupato.
-Ho fatto qualcosa che non avrei dovuto fare?-
-No, no. Non è successo niente-
Prese un respiro.
-È... È che stamattina ho trovato un taccuino tra le coperte. L'ho aperto e ho trovato delle poesie? Non so come chiamarle, scusa. E in una c'era una frase tipo 'sei il mio ragazzo, mostrami il cazzo' io.. io-
Pietro sbattè un pugno sul tavolo, rosso in viso.
-Cazzo, lo sapevo. Senti, io non ti voglio di certo costringere a farlo, ma in un anno sei stato tu l'unico a fare lavoretti di mano e di bocca-
Abbassò la testa sospirando.
-Lorenzo, io ti amo, ti amo così tanto. Vorrei dimostrarti il mio amore in modi che non potresti immaginare. Vorrei che vivessimo l'amore.... che lo facessimo-
Una lacrima gli rigò il volto, come se si fosse finalmente liberato di un peso enorme.
Lorenzo trattenne il respiro, lo faceva sempre quando non voleva piangere.
-Pietro, io vorrei dirti-
Ci fu una pausa orribile, piena di silenzio.
-Vorrei dirti il perché, ma... ma ho paura che tu... potresti...-
Continuava a singhiozzare, cercando inutilmente di trattenere le lacrime.
-Potresti?-
Ripetè Pietro con un filo di rabbia.
-lasciarmi-
Lo aveva detto con un filo di voce; anche Pietro rimase sconvolto nell'essere riuscito a sentirlo.
-Perchè? Perchè dovrei lasciarti? Spiega-
-P..per-
Non gli fece neanche dire un parola, che ricominciò a parlare.
-Lorenzo, tu sei il ragazzo più bello e speciale che io potessi conoscere, e sinceramente non mene frega una beata minchia se i tuoi stanno ascoltando. Sei così gentile con gli altri e adorabile. Io ti amo così tanto e non posso trovare neanche un solo motivo per lasciarti andare via da me. Qualsiasi cosa sia, per me va bene. Io ti amo e ti proteggerò all'infinito, cazzo Lorenzo, capiscilo-
Pietro si risedette cercando di controllare le sue emozioni, mentre con le mani si copriva il viso per non mostrare le lacrime al suo ragazzo.
Lorenzo prese un bel respiro e iniziò il suo discorso.
-In un anno non ho mai voluto fare sesso, perchè io... io. Io non sono sempre stato Lorenzo-
Pietro alzò la testa, asciugandosi le lacrime.
-Che intendi?-
-Intendo dire che non sono sempre stato un maschio. Sono nato femmina-
A Pietro si bloccò il respiro per qualche secondo.
Per poi iniziare a ridere.
Lorenzo non capiva, e stava iniziando ad arrabbiarsi.
-Oh cazzo-
La sua risata era isterica, come se fosse sul punto di uccidere qualcuno.
-Cazzo, sei pervertita e meschina. Come? Come ti è venuto in mente di dirmi che sei un ragazzo? Io ti ho, ti ho anche creduto!-
-Ma.... io sono un ragazzo-
Lorenzo era arrabbiato, ma non aveva il coraggio di incalzare Pietro.
-No che non lo sei! Tu sei una ragazza, sei una cazzo di ragazza che ha evidenti problemi mentali!-
Pietro si alzò dal tavolo, buttando la sedia per terra.
-Ti ho detto che sono un ragazzo-
-Se non hai il cazzo non puoi essere un ragazzo, e se hai il cazzo non puoi essere una ragazza, okay? Mi fai schifo, te e tutte le persone che hanno i tuoi stessi problemi mentali. Te ne devi andare a fanculo, chiunque tu sia-
-Io sono un ragazzo, sono un ragazzo!-
Lorenzo ormai aveva il viso bagnato e gli occhi rossi, e quando cercò di alzarsi Pietro lo fermò buttandolo per terra.
-Come cazzo ti sei permessa? Ho sempre odiato i travestiti come te-
Iniziò a strappargli la maglietta, facendone cadere molti pezzi; il binder che portava sotto iniziava già a farsi vedere.
-Lasciami stare!-
Lorenzo continuava a tirare calci e pugni, ma purtroppo fu tutto inutile.
Il peso di Pietro su di lui iniziava già a pesare, ed il respiro si faceva sempre più corto.
-Mostrati per quello che sei!-
Urlò Pietro prima di afferrare un coltello dal tavolo e sfregiando il binder.
Lorenzo si mise ad urlare.
Aveva la voce rotta dal pianto, ma riusciva comunque a farsi sentire.
-Stai zitta, puttana-

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Fine prima parte, eh vbb.
So che vi piacciono i capitoli che finiscono così.
Vi voglio bene, ciao <3

Ringrazio faivseconds per aver scritto "Salsicce e canottiere"
(Ho dimenticato di taggarti prima, sks. Mi vuoi ancora scopare?) 
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Non sono sicura di questo capitolo, ditemi voi se cancellarlo o meno.


One Shot // Pietrenzo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora