Aprì il mio diario e cominciai a scrivere una lettera a mio padre "Di bestie come te ce ne sono in giro e non è facile
scoprirle perché
sono fabbricanti di maschere,
ti sputano nel mondo
solo per avere un pasto facile.
Io sono ancora qui
ho la pelle dura pure più di te.
Non è mai semplice
accettare di riconoscerti
tra le mie rughe che
assomigliano sempre di più alle tue.
E questo sangue che
Sa un po' di mostro e anche un po' di me mi fa pensare che vorrei dirti grazie
Perché non ci sei.
Poche rughe
Di espressione
Più nient'altro di te
Sopravvive in me.
Un cognome da portare
solo questo sarai
e mai più mi vedrai.
Di mostri come te
N'è pieno il mondo e non è facile
Scoprirli perché
Hanno mani bianche e voce docile
Ma se li guardi bene
Dentro i loro occhi non vedi niente.
Il cuore lo affittano ad una notte nera,
priva di ogni luce.
Ogni male è un bene quando serve.
Ho imparato anche a incassare bene.
Sono stato fuori tutto il tempo,
fuori da me stesso e dentro il mondo
non c'è più paura
e non c'è niente.
Quello che era gigante oggi non si vede.
Sulla schiena trovi cicatrici e lì che ci attacchi le ali
Poche linee sulla pelle
Più nient'altro di te."