Capitolo uno - La Sfiga

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Oggi è stata una gran bella giornata di merda. Una di quelle giornate che se esistesse un tasto reset sarei ben felice di schiacciarlo!Non che il resto delle giornate della mia vita siano state meglio per intederci! Ma questa, beh questa è stata proprio una gran bella giornata di merda. Sono uno di poche parole, un malmostoso. Sono un tipo alquanto melodrammatico ed esasperante. Attiro i guai o forse è il contrario, questo ancora non sono riuscito a capirlo, sta di fatto che la mia vita fa quasi sempre schifo (ehssì ribadisco di essere un po melodrammatico). Sono il figlio di un chirurgo generale di fama mondiale, quindi vi lascio ben immaginare cosa questo possa comportare. Mia madre, Isabella Serpa, una donna tutta d'un pezzo, una di quelle che non devono chiedere mai, non ha avuto molto tempo da dedicarmi. Lei, una donna tutta lavoro e lavoro. Credo infatti di non esser stato nemmeno un figlio tanto voluto. Non ho ricordi felici. Non ricordo una cena di famiglia, ne tantomeno un cenone di Natale. Non ricordo un compleanno trascorso insieme ai miei genitori ne tantomeno torte e candeline. Ricordo di esser stato sballottato sempre qua e la, come un pacco postale di cui non si trova il destinatario. Non avevano tempo per pensare a me. Mia madre troppo impegnata a vincere premi e mio padre troppo impegnato a cercar di non farsi schiacciare da lei. Vittorio, è il suo nome, e non chiedetemi altro di lui perchè non saprei cosa dirvi. Ad un certo punto ci ha lasciati. Forse la competizione con mia madre era troppo da reggere per lui. Forse aveva bisogno di una famiglia in cui poter essere l'uomo di casa, poter prendere decisioni o semplicemente mostrare al mondo che anche lui le palle ce le aveva eccome. Ad ogni modo non so nulla di lui da quando avevo cinque anni, e nemmeno ricordo i momenti trascorsi insieme. Forse il mio cervello li avrà rimossi, ed è meglio cosi. Oggi sarebbe dovuto essere il mio giorno, quello piu importante della vita! Invece sono qui, alla fine di questa lunga ed estenuante giornata, seduto su questo tappeto sporco e vecchio, in questa casa in cui ho vissuto per anni ma che avevo abbandonato da altrettanti, con una bottiglia di tequila ormai a metà, lo stomaco brontolante per la fame, a chiedermi solo perchè. Perchè Mario? Perchè sei un disastro? Perchè rovini tutto ancor prima di cominciare? Perchè ieri sera eri in quel bar ubriaco? Perchè hai portato a casa quello sconosciuto dal ciuffo ribelle e gli occhi verdi di un verde cosi profondo, magnetico ed intenso, dei quali a parole non si può descriverne la bellezza? E perchè da sfigato quale sei Mario, quello sconosciuto, che poi hai scopato su questo tappeto vecchio di questa vecchia casa, si è rivelato essere il tuo capo?Perchè Mario?E' stata proprio una gran bella giornata di merda. Perchè tu Mario, sarai anche melodrammatico, ma questa caro mio, ha un solo nome, e al mio paese si chiama SFIGA.

Il ragazzo del barDove le storie prendono vita. Scoprilo ora