Capitolo 1

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POV NARRATORE
Ti starò accanto qualsiasi decisione tu prenda. Quelle parole erano le uniche che occupavano la mente di Allyson in quel momento. Teneva gli occhi chiusi, ma era cosciente di tutto quello che accadeva intorno a se. Riusciva a sentire il fastidioso suono acanto al macchinario che monitorava il suo cuore. Riusciva a sentire il rumore dei ferri sbattere tra loro. Riusciva a sentire la cuffia azzurra che premeva sui suoi capelli umidicci dalla quale sgorgavano goccioline di sudore. Riusciva a sentire l'adrenalina attraversarla da capo a piedi. Riusciva a sentire le dita tremolanti di Jeremiah sfiorare il suo braccio. E poi, la sua mano unita a quella della persona che amava. Gliela stringeva forte, come se avesse paura di perderlo. Ma nonostante avesse accanto la persona che l'amava e la rispettava, sentiva la mancanza di una persona speciale. Però era consapevole del fatto che lei era lì fuori e la stava aspettando, non vedendo l'ora di riabbracciarla.
Aprì leggermente gli occhi. Davanti a se c'era un telo azzurrino, ma riusciva comunque ad intravedere i medici con cuffie te e mascherine del medesimo colore. Alzò di poco gli occhi e vide un'infermiera che reggeva accanto al suo viso una vaschetta d'acciaio ma non ne capiva il motivo. Accanto a se, invece, sedeva lui. Era agitato anche se non voleva darlo a vedere poiché non voleva far preoccupare la sua ragazza. E mentre l'aria nella stanza si faceva sempre più pesante e angosciante, l'allegria calò quando un pianto isterico riecheggiò nella stanza. Jeremiah abbasso il viso sulla spalla di Allyson piangendo a dirotto, mentre lei incominciò a ricordare tutto ciò avvenuto prima. La prima ecografia, la prima volta che sentì i loro cuoricini forti e potenti battere, la prima volta che posò una mano sulla sua pancia sentendo un lieve ma profondo calcetto. Nove mesi. Nove lunghi mesi vissuti nell'incertezza, nella tristezza ma anche nella felicità. Non appena quel pianto interruppe il silenzio nella stanza, Allyson si sentì felice come non lo era da tanto tempo. Circa tre minuti dopo, un altro pianto si liberò nell'aria. Due infermiere avvolsero i due nascituri in teli verdi e li portarono via. Jeremiah accarezzò una guancia di Ally e ancora con gli occhi lucidi si alzò e si diresse verso le infermiere che controllavano i due gemellini. La neo-mamma, ancora stesa sul lettino per concludere l'operazione, era così confusa ma allo stesso tempo felice che non si capacitava di essere diventata tale. Aveva paura. Paura perché la verità venisse a galla. Per quanto tempo sarebbe riuscita a far credere ai suoi figli che il loro padre fosse Jeremiah? Questa domanda interruppe subito la spensieratezza e la felicità della ragazza, facendole venire immediatamente i mente il ricordo di quell'orribile periodo. Ma ad allontanarlo furono i due gemellini. Le due donne, le poggiarono accanto al viso quei due piccoli esserini che pesavano poco più di due chili e che tremavano come foglioline al vento. A quel contatto "madre figlio", Allyson non poté far altro che piangere. Lacrime di gioia scivolarono dai suoi occhi come gocce di rugiada. Girò per quel che riusciva il capo e guardò per la prima volta i suoi bambini. Voleva tenerli e stringerli tra le sue braccia, ma le infermiere li riportarono nuovamente via e lei venne trasferita nella sua stanza.
Tutto le faceva male ad ogni movimento che faceva. Era sola nella stanza e non faceva altro che pensare a quel che era successo poche ore prima. Era esausta, riusciva a malapena a tenere gli occhi aperti. Ma voleva rivedere i suoi bambini. Era questione di momenti, a breve avrebbe potuto stringerli tra le sue braccia. <<posso?>> una voce familiare interruppe il silenzio della stanza catturando l'attenzione di Allyson. <<hey>> rispose lei con quel poco di voce che le restava. Kaylee si avvicinò al letto e l'abbracciò. <<congratulazioni>> esclamò stampandole un bacio sulla guancia. <<mi dispiace non esser potuta entrare con te nella sala operatoria, come stai?>> si giustificò la ragazza. <<sono davvero felice, non vedo l'ora di vederli. Nella sala li ho visti appena ma avevo gli occhi offuscati dalle lacrime>> rispose la neo-mamma ricordando quel momento emozionante. Kaylee sorrise e non riuscì a credere all'idea di essere diventata zia di due gemellini. Il bussare della porta fece girare entrambi. <<Jeremiah>> esclamò Ally drizzandosi sul letto. Lui si avvicinò sorridendo e salutò Kaylee seduta accanto alla sua migliore amica. Quest'ultima capì che i due dovevano parlare tra di loro, così prese la sua borsa ed uscì dalla stanza, solo dopo aver abbracciato Allyson. Jeremiah si sedette accanto alla sua ragazza, sul letto e la baciò. La strinse forte tra le sue possenti braccia, quelle braccia nella quale Ally si sentiva al sicuro, nella quale lei non aveva paura di niente. <<sono bellissimi>> esclamò Jeremiah mentre teneva le labbra poggiate sulla testa della ragazza. Quest'ultima sorrise ma alla fine questo sorriso si spense. <<cosa succede?>> chiese il ragazzo aggrottando le sopracciglia. <<ho paura>> rispose. <<di cosa?>> insistette. <<di non essere una buona mamma, ho paura che i gemelli scoprono che tu non sei il vero padre...>> disse. Voleva continuare ma Jeremiah la fermò con un dito sulle labbra. <<Ally, qualunque cosa accada, io sarò sempre al tuo fianco ed affronteremo qualsiasi cosa assieme, capito?>> disse lui prendendo le mani della ragazza tra le sue. <<si>>

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