UNDICI E UN QUARTO.

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Si erano fatte le undici e un quarto. In questa giornata nuvolosa sta tornando a casa qualcuno di speciale...

E' una mattina proprio brutta. Arciu sta pensando a come mandare avanti la storia che sta scrivendo, mentre è seduto comodamente davanti alla sua scrivania. Edilo è sdraiato sul suo lettino con Carciullina di fianco, la piccolina si fa fare un po' di coccole. Arcigulla sta creando altri colori per i suoi magici rossetti, questi riescono a cambiare sfumatura a seconda del tempo che c'è, alcuni con il sole diventano più chiari ed altri più scuri, grazie al succo di fiore di campo che la piccola gnoma si fa arrivare direttamente dalla zona collinosa del Parco. Aligua è seduta sul davanzale della finestra, osserva il cadere incessante della pioggia, ascoltando il suono delle goccioline che cadono dalle enormi foglie della quercia settantonaria e si fiondano sulla parte superiore del fungo.

L'acqua ha creato un strano strato di fango, molto appiccicoso e alquanto rumoroso. Fa un suono fortissimo al passaggio di qualsiasi essere vivente, che sia enorme come un serpente o piccolo come un pidocchio. -E' di uno strano color marrone oggi il terreno- sta osservando attentamente la piccola gnoma. E' pieno di minerali e sassolini che gli danno delle sfuature diverse molto dal solito.-Chissà, magari oggi è una giornata particolare...- pensa tra sé e sé Aligua.

Le gocce cadono dall'immenso cielo grigio e creano pozzanghere enormi, talmente grandi che un bimbognomo potrebbe affogarci con estrema facilità.

Immersa nei suoi pensieri Aligua si accorge che, involontariamente, il suo stato d'animo è comparabile con quello del tempo fuori dalla finestra. Il cielo piange, la sua mente piange. Non c'è un motivo preciso in realtà, ma ogni tanto succede. Ogni tanto tutti gli gnomi, e tutti gli umani, hanno bisogno di crollare e lasciarsi un po' andare. E che giorno migliore di un giorno di pioggia fitta fitta?

Tutti e quattro immersi nei loro pensieri continuano le loro attività, a parte Edilo. Da buon pigro qual è si è addormentato come un sasso. Tutti distratti da qualche strano pensiero, i quattro amici si riposano.

Nel frattempo, fuori dal fungo, sta avvenendo qualcosa di importante. Pian pianino sta tornando uno gnomo, di un annetto più grande dei nostri quattro amici, è già adulto per tutto ciò che comprende la vita gnomica. Sta tornando dal grande nord, dal nord delle aurore boreali colorate dai mille colori, dalle notti stellate da godersi stando sdraiati con la schiena sulla neve fresca, dal freddo che ti ghiaccia il naso e ti rende le guance rosse come delle rose della regina di cuori, dalle foreste immense e i laghi ancor più grandi.

Quando Aligua, osservando attentamente fuori dalla finestra, si accorge che qualcuno si aggira intorno al fungo più colorato del Parco anche in questa giornata così scura, avvisa gli altri di attivarsi in caso di emergenza. Corre a guardare dal buco della serratura della porta e si trova di fronte due occhi castani verdi. Occhi che non vedeva da mesi. Senza pensarci due volte spalanca la porta, con lo sguardo alquanto perplesso di Arciu e Arcigulla puntato addosso. Edilo, nonostante il trambusto, non si è svegliato. Dopo mesi di lettere tra di la piccola gnoma rossa e questo personaggio dal viso ancora coperto per il lungo e gelido viaggio, e chiacchiere fino a tarda notte con i suoi amici, è tornato.

Il suo nome è Toncigullo. Uno gnomo importante per Aligua, è stato la sua prima cotta della gnomolescenza, l'adolescenza degli gnomi. Oramai sono rimasti buoni amici e non ci sono situazioni amorose tra i due, o almeno così credono loro, nessuno sa cosa riserva il futuro... Per entrambi sono passati anni e alcuni gnomifidanzati in mezzo, ma sono sempre legati da qualcosa di molto... molto particolare. I due si abbracciano calorosamente e, dopo essersi tolto la copertura mimetica per il freddo nordico, Toncigullo saluta anche gli altri due suoi amici.

I quattro più il dormiglione, finalmente sveglio, decidono di preparare una pasta con le olive dell'ulivo magico e mangiare tutti assieme. Toncigullo viene tartassato di domande dalla gnoma più curiosa del mondo. Gli chiede quanto freddo faceva in quel mondo così lontano, come si riscaldava, se aveva conosciuto amici speciali, terrorizzata dalla risposta che poteva ricevere, e quando sarebbe scesa la sorellina del viaggiatore. Eh si, poverino, avere un'amica così curiosa è sia fonte di ansia, sia una stranamente piacevole sensazione. Un insieme di emozioni allo stesso tempo senza una spiegazione precisa.

La conversazione più accesa di tutte è appena partita. Aligua chiede, con sguardo sognante, al muscoloso e straordinariamente alto gnomo: "Ma senti un po', sai che io leggo tante storie sulle fate, i folletti,... per capirli di più. Sai anche che le fate del freddo vivono al nord... Beh, ne hai visto qualcuna??". Ridendo rumorosamente e osservando gentilmente quel visino colmo di gioia, Toncigullo le risponde : "Se devo dirla tutta, e farti sognare un po'... Sì, ne ho viste di molti tipi, blu, verdi e viola, con le ali trasparenti come un sottilissimo strato di ghiaccio. In realtà credo proprio che le loro ali siano fatte di vero e proprio ghiaccio dei giacchiai del grande nord ovest. Visto che d'estate e di giorno non si fanno mai vedere... Bisogna osservarle e farci amicizia durante la notte ed è meglio se è una notte molto fredda."

Aligua, sempre più affascinata da quei racconti ha lo sguardo perso e la mente che viaggia nell'immaginazione più profonda. Immagina di viaggiare verso nord, trovare fate e folletti nel tragitto e fare nuove amicizie. Scrivere lettere ai suoi amici ed andare a trovare la sua amica di vecchia data, nonché sorella di Toncigullo. Viene però brutalmente riportata alla vita reale dal rumore di una pentola caduta in terra a causa di Carciullina.

I cinque ridono e scherzano durante tutto il pranzo. Si scambiano sguardi complici, di disapprovazione per alcuni atteggiamenti e, forse, un pò dolci a tratti. L'unica cosa certa in questo momento è che questa presenza inaspettata ha risollevato l'anima dei piccoli amici in quella giornataccia di una primavera piena di colori ed emozioni, prima colorata in un triste in bianco e nero e adesso da far invidia ad un arcobaleno. O almeno così sembra.

Si erano fatte le quattordici e sei. I cinque amici mangiano contenti e spensierati con i racconti del grande nord nelle loro piccole orecchie, nel frattempo sta arrivando l'ora dei calabroni...

Ho sognato di essere uno gnomo e di vivere in un bosco.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora