Capitolo 14

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22 novembre

Claudio

Quando apro gli occhi accanto a me non c'è nessuno.
L'altra parte è vuota.

Ripenso rapidamente a quello che è successo.
Alla mia rabbia.
Alla sua rabbia.
A lui che per la prima volta è quello che non ha permesso a me di andare via.
A lui che mi ha ripetuto di essersi innamorato di me.
Ai baci, ai morsi, alle carezze.
A me che gli ho lasciato fare tutto quello che voleva.
A come mi ha fatto sentire amato anche mentre mi ha detto di odiarmi.
A noi due che diventiamo noi.

Mi alzo dal letto, recupero i miei vestiti, li indosso e vado a cercarlo.

Vado in bagno, ma la porta è aperta.
Sciacquo la faccia e lavo le mani, poi vado di là.

Non può avermi lasciato da solo in casa sua.
Non può dopo quello che è successo.

Vado in cucina ed è davanti al balcone che lo trovo, con dei pantaloni di una tuta ed un maglioncino nero.
È perfetto anche di spalle.

Sospiro, facendolo accorgere della mia presenza.

Si volta. 'Ciao'

"Ciao"

Ma davvero siamo così?

'Sei sveglio da tanto?'

"Da poco. Pensavo te ne fossi andato"

'È casa mia. Perché dovrei andarmene?' alza il sopracciglio.

"Magari volevi scappare, dopo quello che mi hai detto.."

'Ah, abbiamo parlato?' sorride dispettoso, alludendo a ciò che è successo ieri.

"Mario.."

'Qua sto. Dove dovevo andare?'
alza le spalle.

"Lo vedi come sei? Adesso fai lo scontroso.
Non ti ho detto niente di male, mi sono svegliato, ho visto che non c'eri e dopo stanotte se permetti ci son rimasto.
Posso o è una colpa?"

Il suo sguardo sembra addolcirsi, ma mi scansa e va a sedersi sul divano..
Io perciò lo raggiungo, ma gli rimango di fronte.
Così anche se abbassa la testa sempre davanti mi ha.

Effettivamente lo fa, ma io incrocio le braccia al petto ed aspetto che torni a guardarmi.

E lo fa.

Sospira. 'Ti ho.. Ti ho fatto male?'

Scuoto la testa.
Ho le tracce del suo passaggio un po' ovunque e le ho potute notare prima allo specchio, ma non è quello il problema.

"Non è quello."
Che fa male.
Non è quello.

È volersi bene, ammazzarsi, di nuovo volersi bene per poi ammazzarsi più di prima a fare male.

'Che vuol dire?'

"Che il problema non è quello che è successo.. Perché prima o poi sarebbe successo, e lo so io ma anche te.
Il problema è tutto il resto."

Sorride schifato per via di chissà quale cavolata che gli sta passando per la testa.
Cavolata che dice subito dopo.
'Già.. Tutto il resto.
Per me è un problema anche quello che è successo, pensa un po'.'

"Tu mi devi spiegare perché fai così.
Ti giuro, mi dai sui nervi."

'Ah, io ti do sui nervi?
Io devo spiegà?'

"Sì, tu! Perché dici le cose e poi ti comporti in un modo totalmente diverso!"

Scuote la testa, 'ma allora è proprio vero che non capisci un cazzo.'

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