Capitolo 6

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Lily corse ad abbracciare Rose, la quale però non si mosse di un millimetro. Tutto taceva lì fuori mentre all'interno gli studenti si dirigevano nelle loro classi, cosa che avrebbe dovuto fare anche la giovane Corvonero ma non ne ebbe il coraggio.

"Rose..." riuscii a dire Lily prima di staccarsi dal suo abbraccio. Per la prima volta dopo interi minuti, Rose guardò sua cugina e le diede un bacio sulla testa annuendo poi con il capo. Lily corse dentro la scuola, diretta a chissà quale lezione.

Eravamo rimasti solo io e lei, immobili, senza sapere cosa dire. Il silenzio durò qualche minuto e credevo non sarebbe mai terminato: io non avevo il coraggio di parlare, non sapevo cosa dire, non volevo dire nulla per non distruggere tutto quello che mi rendeva felice. Ma come potevo vivere in una bugia? Era ovvio che quello che era successo tra me e Albus non mi era dispiaciuto: quando lui mi aveva toccato, il mio corpo si era infiammato e l'eccitazione era nata, cosa che non era mai successa con Rose, siccome la nostra intimità era stata sempre limitata.

Lei voleva aspettare il momento giusto e io non volevo spingerla a fare qualcosa che non voleva. L'attesa, però, non mi aveva divorato: avevo aspettato tanto per poterla anche solo tenere per mano che avrei aspettato mille anni. E non che il sesso fosse la cosa più importante in una relazione, cosa che diversamente pensava Albus.

"Perché?" chiese lei alla fine, non a me, forse più a sé stessa. "Perché mi sono fidata? Non avrei mai dovuto fidarmi, con tutte le voci che girano... avrei dovuto dirti di no."

Cosa? Stava parlando di me? Credeva davvero che io avessi iniziato quel gioco perverso e non suo cugino? Che non fosse lui a manipolare la mia vita?

"Rose... io non ho fatto nulla, è stato Albus! Ieri notte..." Lei finalmente si girò a guardarmi: i suoi occhi erano rossi come anche le sue guance. Lo potevo vedere dai suoi occhi che non mi credeva, che erano parole buttate al vento.

"E' finita, Scorpius..." le sue parole uscirono veloci e mi ruppero il cuore in meno di un nano secondo. "Non mi posso fidare di te... ti ho visto, ti piaceva! Come hai potuto ingannarmi per così tanto tempo? Come hai potuto farmi questo?"

"Io non ho fatto nulla! E' stato Albus, lui ha fatto tutto quanto, Rose! Perché non lo capisci?" ormai non stavamo più parlando ma urlando tra le lacrime. Sentivo il mio cuore battere, le lacrime scendere: stavo per perderla o forse l'avevo già persa.

"Lo so che è stato lui, ma tu... non hai combattuto, non ti sei opposto!" era furiosa mentre si asciugava le lacrime dal viso e cercava di respirare. "T-Ti sei eccitato, come non hai mai fatto con me!"

Il suo dolore era troppo: senza neanche guardarmi, Rose entrò dentro la scuola mentre io rimasi immobile. Era tutto assurdo: come poteva essere accaduto tutto così in fretta? Tutto era finito in meno di un secondo, con Rose che pensava che io... che io non l'amassi abbastanza e che... No! Era troppo assurdo, dovevo chiarire con lei, ma ero anche convinto che in questo momento lei non mi avrebbe capito, non mi avrebbe ascoltato. Rimasi così lì, fermo a guardare l'orizzonte, aspettando di capire cosa fare.


Senza sentirmi molto in colpa avevo saltato la lezione di Pozioni del pomeriggio e mi ero rifugiato nel dormitorio di Serpeverde aspettando l'ora di cena che sembrava non arrivare mai. Le lancette camminavano piano e i miei pensieri viaggiavano veloci: era vero che quando Rose e io avevamo provato a entrare un po' in intimità, nulla era successo su di me, ma non perché non l'amassi, semplicemente... non c'era una spiegazione. Forse lei aveva ragione? Forse non ero sessualmente attratto da lei? Ma allora perché mi sentivo completamente perso per lei? Perché l'amavo? Perché era l'unica persona con cui volevo passare il resto della mia vita?

Mancavano quindici minuti alla cena e così decisi di uscire dalla Sala Comune, anche per lasciare quei pensieri fuori dalla mia testa per un po'. Salendo le scalinate per arrivare alla Sala Grande, una testa di capelli biondo scuro e una divisa da Tassorosso mi fermò: ero talmente immerso nei miei pensieri che non mi ero accorto di Hugo, il fratello di Rose. Nel vedermi, era un misto tra l'arrabbiato e il deluso e lo potevo benissimo capire: da quando io e sua sorella ci eravamo messi insieme, lui era stato attaccato a me, mi chiedeva consigli e voleva passare del tempo con me sempre e comunque.

"Proprio te cercavo..." disse fermandosi e appoggiandosi allo scorrimano della scale con la schiena. Per essere un quindicenne, sembrava avere qualche anno in meno: i suoi capelli biondo scuro, gli occhi chiari e le guance sempre un poco arrossate esprimevano tenerezza. "Dobbiamo parlare, Scorpius..."

"Qualsiasi cosa tu creda io abbia fatto, ti prego di credere che non avrei mai voluto far soffrire Rose. Lo sai quanto io la ami e non smetterò di amarla..." quelle parole uscirono senza volerlo, ma era la verità.

"Ho parlato con Lily, mi ha detto quello che è successo o che crede sia successo..." il ragazzo stava arrossendo ancora più del solito. "Io ti credo, ma... Rose è mia sorella e voglio starle vicino. D'altro canto, Albus è mio cugino e non credo che quello che abbia fatto sia giusto e non capisco nemmeno il perché lo abbia fatto..."

"Non ne ho la minima idea nemmeno io... capisco far soffrire me, ma come si è comportato con Rose..." il ricordo di quel momento, delle sue parole mi fece formare un magone nella gola. Non avrei voluto vederlo mai più.

"Ascolta..." Hugo si avvicinò e mi mise una mano sul braccio. Il contatto fisico ora mi disgustava ma lo lasciai fare. "Proverò a parlare con Rose e cercherò di risolvere la situazione... so quello che provi ma lei ora è ferita e le ci vorrà del tempo..."

"Lo so, ma io l'aspetterò sempre."

losing my mind | a scorbus love storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora