lo psicologo

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Ero in sala d'attesa.
Potevo osservare una bambina che non aveva detto una parola o mosso un dito per tutto il tempo, una donna che continuava ad andare in bagno, una bimba che piangeva per il mal di testa e aveva un occhio nero la quale era appena entrata nello studio.
E poi c'era un bambino totalmente scatenato.
Lo osservai per un lungo tempo, credo.
Continuava a urlare, ridere e correre.
Si era fermato davanti a me ad un certo punto.
-chi sei?- mi chiese.
-io sono Niccolò-
-e io?
-non lo so
-Perché non lo sai?
Guardai verso sua madre con un espressione del tipo -ma cooosa??-
E lei lo prese e lo portò via, e lui urlò.
Poi si mise a giocare con una barbie che sembrava implorare aiuto.
Il dottore aprì la porta e disse:
-la famiglia Rossetti prego.
La madre allora prese il bimbo in braccio e lo portò dentro lo studio.
Chiusa la porta mi guardai intorno e mi accorsi che c'eravamo solo io e nonna.
-e, e gli altri?
-ma ahah Niccolò sono già stati visitati.
Oh.
Davvero non me ne ero accorto?
Passai il tempo ripetendo a me stesso ciò.
Ma la verità era che cercavo un modo per non agitarmi, non impazzire.
Ma le mie mani gelate mostravano tutto la mia impazienza.
In pochi minuti, o quel che erano il bimbo uscì urlando.
Un minuto esatto e il dottore aprì la porta.
Vidi che ora indossava un camice bianco e quello mi ricordò il coma, ciò mi fece venire il voltastomaco.
-famiglia Bucci?
Annuii, seguito da Irma.
-prego.
Fece un gesto che mi sembrò uno di quei tizi che ti aprono la porta facendoti entrare a una festa nobile.
Mi fece sedere e mi chiedette alcune cose.

La visita
Dottore: allora? C'è un problema specifico?
Irma: il ragazzo era autolesionista a tal punto che per un anno è stato in coma.
Il dottore spalancò gli occhi e si appuntò qualcosa.
Dottore: le devo chiedere di uscire signora
Irma uscì.
Dott. : come ti chiami
Nic : Niccolò
Dott. : bene, giusto. Caro Niccolò.
Come mai tutti questi tagli?
Disse osservandogli le braccia.
Niccolò stava osservando la barbie che il bimbo pazzo aveva lasciato.
Essa aveva assunto un'espressione di tristezza, o così sembrava a lui.
Niccolò: mi.. prendono in giro
Dott. :mmm. E anche qualcosa in più direi.
Nic : si, forse
Dott.:mmm. Dimmi, Niccolò, sono tutt'orecchi.
Nic: ehm. I miei si sono trasferiti e io sono rimasto con nonna.
Dott. E basta?
Niccolò pensò.
Progettò.
Fino a dire:
-no. Da piccolo mi picchiavano.
Mi dicevano che mi avevano creato solo perché da grande mi sarei presa cura di Lilith, mia sorella maggiore che era down.
Ne hanno fatta un'altra ora, Liz per lo stesso motivo, ma poi Lilith è andata in una clinica in Svizzera e hanno messo Liz in collegio, io qui e loro laggiù!-
Era sul punto di piangere.
Dal ridere.
Ma restò serio e in un batter d'occhio era in casa di nonna.
Finalmente.
Nonna disse : cosa hai detto al dottore?
Io : tutto. E ora mi sento meglio.
Nonna : vedi era questo il mio scopo.
Si.
Come no.

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