Era ora di pranzo. Io non ero riuscito a concentrarmi per tutta la lezione. Appena suonò la campanella mi alzai di scatto, presi per un braccio quel bastardo di un ragazzo e lo trascinai fuori dall'aula. Non lo lasciai andare fino a quando non raggiungemmo un angolino del giardino abbastanza tranquillo. Lì lo buttai contro il muro e iniziai a minacciarlo "Prova ad aprire una parola su questa faccenda con qualcuno e sei morto. Non sto scherzando. Ormai è certa la cosa, ma non significa che approvo. Anzi sono totalmente contrario. Non provare a fare giochetti strani o ti sbrano vivo. Intesi, bastardo?!". Avevo sparato tutto quello che avevo da dire in una volta sola e tutto ciò che avevo ottenuto fu un idiota con i capelli rossi che mi fissava in modo strano. "Di qualcosa!" urlai ancora. Lui rispose tranquillamente "Va bene, prenderemo il nostro tempo, ma adesso sei tu che ci stai provando con me" fece segno con lo sguardo verso la mia mano, posizionata affianco alla sua testa, intrappolandolo tra il muro e il mio corpo. Effettivamente era la famosa situazione kabedon. Tolsi il braccio che lo gli impediva di muoversi e me ne semplicemente andai dicendo "Tch. Non immaginarti cose".
Il mio pranzo lo passai al contrario di come lo avrei immaginato. Avevo detto che non mi fregava niente di lui, ma continuavo a controllare ciò che faceva da sotto l'ombra di un albero. Era seduto ad un tavolo con alcuni della classe a chiaccherare e ridere. Ad un certo punto si girò verso di me e incrociò il mio sguardo. Cazzo avevo mandato a puttane tutto. Lui mi sorrise e fece segno con il capo di avvicinarsi. Io gli mostrai il dito medio. Lui diede un occhiata ai compagni e poi si alzò, con una bottiglia di acqua in mano. Stava venendo dalla mia parte. Merda. Io misi a posto le mie cose feci per andarmene ma lui mi bloccò. "Capisco che ora sei interessato a me, ma basta venire a parlarmi. Non mordo mica". Io gli regalai uno dei miei sguardi disgustati. Si sedette accanto a me e mi porse un sorso della sua acqua. Io ero assettato, quindi presi la bottiglia anche se era di proprietà di quel essere. "Immagino che dobbiamo abituarci all'idea di essere gay, no?". Sputai tutto quello che avevo in bocca "Cough cough... Ma che cazzo stai dicendo!!?" dissi tra la tosse dovuta all'acqua andata di traverso. La faccia mostrava tutto il mio disagio. Lui era calmissimo e scrutava i passanti sotto il sole. Per un attimo il mondo si fermò. Lui non rispose alle mie parole. Sulle sue labbra era nato un sorriso leggero. Dalle mie descrizioni sembrava che sorrideva tutto il tempo, ma questo sorriso era diverso. Era quel genere di felicità lieve, generata solo dall'atmosfera piacevole, dai raggi del sole che scaldavano la pelle, dal silenzio di un attimo, dai rumori di sottofondo, dalle vibrazioni positive di un determinato posto. Era serenità, una di quelle sensazioni meravigliose che si provano per poco, per le piccole cose che nessuno nota, a meno che non si sta ad osservarle. Per un po' rimasi incantato dalla sua figura. Il vento gli scuoteva i capelli e la luce faceva risaltare le sue scure ciglia. Il miracolo più grande però avvenne quando i raggi del sole, che di solito vedevo freddi e bianchi, ora erano di un caldo giallo. Non avevo mai visto niente di così bello. Il mondo stava riflettendo tutto il suo calore. Era una visione confortante, accogliente, non avrei mai voluto ritornare al fredda assenza di colore. Pian piano mi accorsi che le nostre mani si toccavano leggermente. Non era una cosa dolce, come quella dei fidanzati. Era più una sensazione giusta, semplice, normale, come se le nostre mani si conoscessero già da una vita intera. Presumo se ne accorse pure lui, anche perchè mi guardò silenziosamente e mi strinse quella mano che all'inizio era solo un tocco. Io arrossii e distolsi lo sguardo. Lui si avvicinò anche con il corpo e le nostre spalle si toccarono. "Ormai siamo già destinati, tanto vale innamorarsi subito, no?" "Tsk. Chi è innamorato?" dissi.
Probabilmente io pensai.
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Ehilà. Bakugou è già con un piede nella trappola.
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COLORS
FanfictionAu dove si nasce vedendo bianco e nero. Se nella vita si incontra la propria anima gemella, allora il mondo sarà tempestato dai colori una volta sconosciuti. Più si è lontani dalla propria anima gemella, più tutto diventerà grigio. Kiribaku. Complet...