CHAP 4: VERDE

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Qualche giorno dopo.

Era finita la giornata. Ero rimasto fin tardi a scuola, per studiare. Non ero il tipo che sembrava studioso, ma sapevo che e mie ambizioni richiedevano impegno. Uscii dalla biblioteca e trovai un tramonto colorato ad aspettarmi. Era un sogno. Non avevo mai visto il cielo essere bello in quel modo. Di solito era uno schifo grigietto. Appena svoltai il cancello della scuola trovai lì seduto per terra Kirishima. "Cazzo fai lì?" lui alzò lo sguardo dal telefono che teneva in mano. "Ah eccoti. Niente di che ti aspettavo. Voglio spendere molto più tempo con te" io rimasi impassibile a quelle parole. Ormai faceva così già da un paio di giorni. Io stavo zitto e accettavo la cosa: volevo sapere come andava a finire la nostra "storia d'amore". Camminavamo per le vie del quartiere, per raggiungere un posto dove cenare. Ci fermammo in un negozio di noodles e ordinammo. Avevo notato che non era un mangione, anzi mangiava con fin troppa coscienza. "Per essere un uomo virile bisogna essere in gran forma!" diceva sempre. "Ehi Bakugou è da prima che pensavo...quale è il tuo colore preferito fino ad ora?" rimasi stupito da quella domanda. La risposta in verità ce l'avevo pronta, ma non volevo dirgliela. "Non saprei, non ci ho mai pensato" dissi come scusa. Dirgli che il colore rosso dei suoi capelli è il mio preferito non è proprio il massimo, pensai. "Mm capisco. Il mio è il colore delle insegne dei negozi. Ogni tanto ne vedo qualcuna colorata, per esempio quella di questo negozio" io ero un attimo confuso. "Le insegne non sono un colore, come può essere quello il tuo colore preferito? Ci può essere un insegna verde, una arancione, una rosa... Non ha senso" gli feci notare le cazzate che aveva detto. "Beh non è il colore che conta. E' il significato che assumono quei colori per noi" io alzai un sopracciglio "E cosa sono delle insegne per te?" ero sempre più confuso. Lui sorrise, contento di rispondere a quella domanda "Prima di tutto hanno dei colori molto accesi! Mettono allegria e si fanno sempre notare! E poi penso che mi aiutino a scegliere la mia strada. Tutto è legato al destino, lo sai Bakugou?" io non capivo ancora il suo blatelare, ma risposi comunque "Se lo dici tu. E tu dove pensi che il destino ti porti?" lui finendo di masticare i noodles che si era infilato in bocca mi disse "Prima di tutto tanti amici. Ho molte persone che mi vogliono bene già ora. Secondo spero in un buon lavoro che mi piace, per esempio il pompiere. E ultimo ma non meno importante una bella persona per capirci a vicenda. E guarda un po' chi ho incontrato l'altro giorno: proprio tu!"

Lo accompagnai sulla via del ritorno, dato che era per la via, e poi finalmente tornai a casa.

Il mattino dopo era sabato, quindi niente scuola. Guardai il telefono poco dopo che mi alzai. Avevo un messaggio sempre da quel rompipalle. Anche se mi innervosiva a volte, altre mi faceva battere il cuore. Certe boiate che diceva, certi sguardi che tirava, quel suo aspetto da teenager pieno di vitalità... era come trovare un posto sicuro dove andare. Non ero ancora pazzo di lui, d'altronde l'amore va coltivato come un albero, serviva tempo, ma sentivo già che questa pianta sarebbe cresciuta forte e alta, qualunque muro incontrasse.

Andammo in giro a cazzeggiare. Più che altro gironzolammo nel mercatino in una delle piazze. Ad un certo punto mi fece una proposta strana "Là c'è un negozio di piercing. Ti andrebbe di fartene uno?".

Entrammo a caso in quel negozio. "Ehi signore potrebbe bucarmi le orecchie?" chiese gentilmente e in modo inopportuno Kirishima. "Certo, vuoi un buco sul lobo o dove?" ci porse un foglio con indicati tutti i nomi e i posti degli orecchini.  "Allora facciamo uno sul lobo per me e... tu Bakugou cosa vuoi?" diciamo ce non ero proprio la persona da orecchini. "Uno suol sopracciglio è fattibile?" risposi. "Perfetto. Seguitemi di questa parte". Eravamo minorenni, ma a lui non sembrava importare molto, d'altronde sembrava avere pochi clienti. Uscimmo da quel posto con due bellissimi gioielli in più. Non erano nemmeno costati così tanto.

Con quel look da "cattivi ragazzi" entrammo in un bar a mangiare qualcosa.

Il cameriere portò i nostri due frullati. "Ehi fammi assaggiare il tuo!" mi rubò la cannuccia dalla bocca e diede un sorso. "Mmm buono, anche se un po' aspro".   "Dovevi proprio bere un quarto del mio frullato? E per di più usare la mia cannuccia!" lui sorrise maliziosamente "Tranquillo Bakugou, puoi sempre prendere indietro un sorso dal mio. E per la cannuccia no problem, dato che non mi dispiacerebbe affatto assaporare un altro po' della tua saliva, non so se mi spiego" guardò le mie labbra in modo strano. Io a momenti gli rovesciavo il frullato in testa. Mi ero incazzato abbastanza. Ovviamente non era serio, ed era proprio questo che non mi piaceva. Scherzava sempre, giocava con le parole, come se non avessero avuto significato. Volevo che parole come quelle me le dicesse qualcuno che le pensa veramente, non un coglione che approfitta della situazione particolare. "Smettila di fare il bastardo! Non prendere per il culo le persone!" me ne alzai con il frullato in mano e camminai verso l'uscita.

Solo quando ormai ero per strada, sentii afferrarmi un braccio. Mi girai per urlargli di nuovo contro, ma fui fermato da un qualcosa. Quel qualcosa era tutto nuovo, strano, eccitante e pauroso per me. Il mio primo bacio. Solo dopo che lasciò andare le mie labbra, liberò anche il mio polso dalla sua stretta. Restammo in mezzo alla strada, sotto gli occhi dei passanti, a guardarci negli occhi, io confuso a morte e lui con uno sguardo sicuro ma dolce.

"E chi scherza? Io sono serio" disse solo.

Le piante nei dintorni si colorarono di un verde brillante. Era come vedere sbocciare un fiore per la prima volta.

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UUUUUU. Sono ispirata sti giorni. 

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