non più un gioco

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Camminavano l'uno accanto all'altra.

Nessuno parlava. 

< Lola ..> Adam spezzó il silenzio.

< Devo parlarti > le sue parole erano buttate lì, in mezzo a loro, pesanti  e senza importanza. Lola non lo ascoltava, troppo presa da se stessa e contava < uno, due, tre, ok al dieci. Quattro,Cinque...> e Adam taceva < sei....... > piano <sette. ...> ancora più piano <otto ...> un respiro < nove. ..> aprì e richiuse le labbra.  Adam la osservava incapace di qualsiasi mossa...e le sue parole erano proprio lì, davanti a lui, sospese nell'aria e doveva solo afferrarle. <dieci> un sussurro < ti amo. > 

Poi ancora il silenzio.  Adam la gardó in silenzio, gli occhi  lucidi, la sua era aolo gioia. Poi afferrò quelle parole che si era sforzato di lasciare tra loro e le disse tutto d'un fiato. < ti amo anch'io. .> pausa < non  ti merito>   e via giù tutto il racconto. Senza pause, come una liberazione. Bill, quel crudele obligo, il suo ricatto, l'attaccamento al denaro, lei, ciò che gli aveva insegnato, le cose che provava, e in fine una lacrima e lo sguardo basso.  Lola lo ascolava senza dire nulla, e nei suoi occhi il nulla e il tutto allo stesso tempo. Poi, alla fine, si girò e corse via.

Non passarono pochi secondi che una voce risuonò nell'aria. Quella voce sottile, leggermente forzata, che aveva sentito solo una volta eppure gli era così familiare.

<Adam!!>

Lui subito la vide, e con tutti I vestiti, si gettò in acqua e prese Lola tra le sue braccia.

Lei se ne stava lì, come una bambina, con gli occhi chiusi e I capelli bagnati che le ricadevano lungo le guance.

Senza nemmeno accorgersene si avviò verso casa.

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