Chapter two
Erano passate circa 5 ore da quando eravamo saliti sul treno. Io e Jam avevamo chiacchierato di come sarebbe stato passare, non solo l’estate, ma un anno intero al college. Eravamo molto entusiaste di questa cosa e non vedevamo l’ora di provare questa nuova “avventura” se possiamo definirla così.
Finalmente arrivammo alla stazione dove prendemmo l’autobus che ci avrebbe portati nel paese, da dove avremmo dovuto prendere le biciclette per andare al college che era dentro un bosco a circa 5km dal centro del paesino. Ci volle un'altra ora e mezza per arrivare a destinazione. Oh, quanto adoravo quel posto: l’odore dell’aria pulita e dei fiori profumati, degli uccellini che cinguettano e soprattutto di quel senso di libertà che riuscivo a trovare solo lì, era una sensazione meravigliosa.
“Marta siamo arrivati” mi disse Jamie facendomi tornare alla realtà. “Sì, ce l’abbiamo fatta anche quest’anno” risposi felice. Ad un certo punto sentii urlare il mio nome: era Roberta. Buttai a terra la bici e le corsi incontro. Ci abbracciamo fortissimo. “Finalmente Marta. È da una vita che vi aspetto” mi disse. Io mi misi a ridere. Era sempre così lei. Se tardavi di un minuto a lei sembrava un eternità. Ah scusate dimenticavo lei è la mia migliore amica, ma io dico sempre che è mia sorella perché è come se lo fosse anche se geneticamente non lo è. Ha la mia stessa età ed ha un fratello più grande di un anno di nome Harry. È un po’ matta e molto simpatica. Le voglio tanto bene.
“Hey Rob mi aiuti a portare su le valige? Sono una marea e pesano tantissimo” le chiesi gentilmente. Purtroppo non mi sentì. Era andata in catalessi a causa di Jamie. Lo guardava con occhi sognanti mentre lui le chiedeva se stava bene, come era andata a scuola ecc., insomma le cose che si potrebbero chiedere ad una normalissima persona. Per fortuna, dopo poco, tornò in sé e riuscimmo finalmente a portare le valige in camera così che potessi sistemare un po’ le mie cose.