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LUNEDÌ SERA

[ ETHAN'S POV ]

Mi sdraiai sul letto, incrociando le caviglie. Avevo le mani dietro la testa, mentre fissavo il soffitto.

Le mie casse trasmettevano una playlist rilassante. La finestra era aperta, lasciando le tende svolazzare per la fresca brezza che entrava nella stanza.

Tutto il tempo passato nel picchiare, insultare e far del male a Allison stava occupando i miei pensieri, facendomi venire un'emicrania.

Quella bottiglia deve aver colpito una certa parte della mia testa, perché non ho mai pensato di poter provare empatia o addirittura senso di colpa per lei.

Non posso credere di aver torturato questa ragazza per quasi tutta la sua vita solo perché ero geloso del fatto che lei entrasse in casa nostra e occupasse il mio posto.

Mi coprii il volto con le mani mentre il pentimento prendeva possesso del mio corpo. Non era colpa sua se suo padre non voleva che stesse a casa da sola a otto anni.

Non c'era alcuna possibilità che mi perdonasse. È spaventata a morte da me.

Vedo come diventa improvvisamente impaurita ogni volta che mi vede. Noto come non vuole mai tenere un contatto visivo con me perché ha paura che io interagisca con lei; avendo paura che io la ferisca. Intravedo dalla manica della sua felpa i tagli sul suo polso. Tutto per colpa mia.

Ho sempre dato queste cose per scontato, sapendo che avevo controllo su di lei, ma ora desidero non averla mai tormentata.

Ho reso la sua vita un inferno per otto anni. Una qualunque innocente ragazza.

"Fanculo" mormorai frustrato. Mi sentivo così male.

_______

MARTEDÌ

[ ALLISON'S POV ]

"Lui ti stava parlando?" Sussurrò Taylor, avvicinandosi a me; occhi incollati nei miei.

Annuii esitante, "mi ha anche dato una fragola. So che non è molto ma sai, è Ethan." Arrotolai con le dita una ciocca di capelli, nervosamente.

Lei si morse il labbro picchiettando le dita sul tavolo. Peytan era silenziosa, pensando per i fatti suoi.

"Devo vederlo per crederci." Disse finalmente Taylor.

Guardai dietro di me, verso il tavolo di Ethan e lo vidi distante dalle conversazioni divertenti che i suoi amici stavano avendo. Sembrava preoccupato.

I suoi occhi incontrarono i miei ma una parte di me non potè guardare altrove, nonostante quanto ci provassi.

Alzò un sopracciglio e un piccolo sorriso apparì sulle sue labbra. Non essendo abituata a tutto questo, mi rigirai a guardare Taylor e Peytan.

"Vado alle macchinette a prendere delle patatine" Dissi a loro, prendendo i soldi dal mio portafoglio.

Loro annuirono, continuando a parlare di shopping.

Appena mi alzai, guardai Ethan, scoprendo che mi stava già guardando. Mentre me ne andavo sussurravo a me stessa,"per favore non seguirmi. Per favore non seguirmi."

Una volta arrivata nell'atrio della scuola, guardai tutti gli snack che c'erano dentro le macchinette. Sentii qualcuno afferrarmi davvero gentilmente il polso, che spostai immediatamente dalla presa.

Mi girai, trovandomi faccia a faccia con Ethan. "Scusa, non volevo spaventarti." Disse lasciandomi confusa.

Sembrava sul serio dispiaciuto per avermi spaventata ma non potei fare a meno di avvertire una familiare sensazione di paura alla sua vista.

"Possiamo parlare?" Strinse la mascella e notai quanto fosse nervoso.
Guardai la hall deserta,esitando.

Lui sospirò e abbassò lo sguardo, "Senti Ally," mi disse, dandomi un soprannome. Nessuno lo aveva fatto prima d'ora.

"Non so cosa è successo su quella festa o se sono ferito o meno, tutto quello che so è che sto morendo di sensi di colpa. Tutto causato perché ti ho torturato per tutti questi anni." I suoi occhi color nocciola mi scrutavano.

Lo guardai anche io negli occhi. Illeggibili, come sempre.

Ha davvero appena detto quello che ho sentito?

"Voglio solo fare pace con te." Fece un grande respiro.
"Non so se è una buona idea." Risposi con voce tremante.

"Non dobbiamo essere amici o quello che è, voglio solo mostrarti che non sono lo stronzo che tu pensi che sia." Si difese.

Stetti lì in piedi senza parole. Non poteva essere reale.

Improvvisamente mi sentii a disagio. Lui era il diavolo in persona, come poteva dire la verità?

Lui notò la mia lunga pausa, "non mi apro praticamente con nessuno, ma dopo che ho realizzato quanto ti ho trattata male per la tua intera vita, voglio mostrarti il mio lato migliore. Te lo devo. Poi, se non vorrai, non dovremo parlarci mai più." Le sue mani sorreggevano le spalline del suo zaino.

"Scusa Ethan. Questo è troppo." Lo sorpassai, tornando nella caffetteria. Mi sedetti al mio tavolo, non sentendomela di parlare.

"E le patatine?" Taylor rise.
Loro notarono che non parlavo, "Cos'è successo?"

"Non ne voglio parlare." Inspirai ed espirai piano, cercando di calmarmi.

Si girarono verso la porta e videro Ethan tornare.

"Ti ha fatto di nuovo del male?" Taylor Era furiosa.
Scossi la testa.

"Cos'è successo?" L'attenzione di Peytan era ora rivolta completamente a me.

Mi girai nuovamente a lui e mi fissò per un breve istante, prima di abbassare lo sguardo verso le sue mani. Se fosse stato qualcun altro mi sarei sentita in colpa, ma era Lui.

"Ha detto che qualcosa è scattato in lui e ora si sente in colpa per quello che mi ha fatto." Le guardai nervosa.

Le loro mascelle caddero letteralmente a terra, mentre si guardarono tra di loro e poi nuovamente a me. Erano senza parole.

"Deve essere uno scherzo. Non c'è modo che quell'umano possa provare senso di colpa verso qualcuno. Sarà qualche scommessa." Taylor guardò Ethan con uno sguardo che poteva uccidere.

"Quando lo guardavo negli occhi, non ho mai visto alcun tipo di emozione. Nulla tranne che l'oscurità. E questa volta non è stato diverso."

"Devi stare lontana da lui. Non finirà bene questa situazione, Allison." Peytan mi guardò male.

Annuii lentamente, poi guardai il mio pranzo.
Anche se era un bugiardo, una parte di me sperava non lo fosse.

No, non voglio costruire un rapporto con Ethan. Preferirei che lui stesse fuori dalla mia vita, ma visto che questo non può succedere preferirei che lui davvero provasse quello che sente.


/NON UCCIDETEMI\
Non aggiorno da un sacco, lo so.
Però è maggio capitemi.
Devo studiare tipo tantissimo
Mi farò perdonare

bad taste | e.d. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora