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PIANTA D'IBISCO

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PIANTA D'IBISCO

Più vi rimiro o rosseggianti fiori,
E più par che il mio cor se n'innamori.
V'agita il venticello in cima al ramo,
Che penso vi ripeta: <<Altro non bramo
Al di fuori dell'onor che mi vien dato
D'esser dal vostro aspetto ristorato>>
Vien l'augelletto, viene per beccare.
Ma non osa su voi neppur posare,
Tanto è rapito da secreta ebbrezza
Nel contemplare si gentil bellezza.
Forse, ben presto, mentre il sol declina
La morte sentirete ormai vicina ...
Le spoglie (oh Gran dolor!) s'avvizziranno,
Ma voi non proverete ombra d'affanno.
Chè vostra vita ognor venne occupata
In opra laudativa assai pregiata
Lassù nel ciel, dove il divin Autore
Ogni belleza fè per puro amore
Di sua gloria magnifica, infinita,
Di cui la Sacra Testa è redimita.
Perciò gli umani cor dovrebber solo,
Come augelli, vêr Lui spiccare il volo
E ripeter ciascuno: <<Immenso Dio,
A te sacro me stesso, il viver mio!>>
O fiori belli, è saggia la lezione
Che date a me fornito di ragione .....
Anch'io, compiendo azion sante e devote,
Voglio valermi sol d'ogni mia dote,
Che dono eletto del divin Fattore,
Per professargli omaggio in tutte l'ore.

Don Luigi Principe Salesiano Palermo 1966

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