Capitolo 2

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"Heiiiii" fece il lamento.

Amelia aprì di colpo gli occhi in un espressione sorpresa dopo essersi presa un mini attacco di cuore.

Si trovò davanti, o meglio sotto gli occhi, seduto ai piedi dell'imminente pianta, un ragazzo. Capelli corti,bruni ma ben pettinati e tenuti su come se una folata di vento li avesse rizzati proprio pochi istanti prima. Occhi color nocciola che la fissarono con egual sorpresa.

"Chi sei?" Fu l'unica cosa che le venne istintivamente chiedere.

"Potrei farti la stessa domanda" aggiunge tranquillizandosi un pochino il ragazzo che si stava ormai alzando.

"Senti siamo sulla stessa barca. Io non dirò di averti vista se tu farai lo stesso. Okay?" Chiese lui con naturalezza come se la sua risposta fosse la cosa più naturale da aspettarsi.

"O...okay" disse Amelia senza dare troppa sicurezza alla sua voce, più fievole del solito.

"Parola di strega allora?" Chiese scherzando lui mentre le porgeva quel che le sembrava una stretta di mano amichevole.

"Come mi hai chiamata scusa?" Ribattè lei, però, con un tono leggermente offeso.

Mi stai dando della strega? D'accordo che ho i capelli in disordine, ma andiamo che modi...

"Che intendi? Sei una strega no?"

"Che intendi tu! Non mi sembra di essere in forma smagliante ma forse esageri sai. Non si dovrebbe offendere il primo che capita"

"Ferma, ferma, ferma..." le disse portandosi l'indice destro vicino alla guancia in un gesto a modi 'shhh' per allungare il braccio sinistro e appoggiarsi alla spalla di Amelia.

"Non sei una strega? Ma questo è impossibile. Devi essere qualche altra creatura magica allora, se no non saresti nemmeno in questa parte del bosco, questo è sottinteso..." cominciò lui con tono ed espressione ironica come quando si cerca di spiegare qualcosa alla quale una spiegazione non si ha però.

"...cosa diceva Flitmich...streghe, stregoni, maghe, maghi... vabbe stessa cosa alla fine...elfi, goblin, nani..." ragionò lui ad alta voce senza badare alla confusione che creava nella testa di Amelia.

"Non sei molto alta ma non mi sembri un nano. O forse lo sei?" Fa lui poi rivolgendosi a lei.

"Prima i capelli e poi la mia statura? Offendi le persone in modo alquanto bizzarro, ti sarai fumato qualche erba del bosco si" concluse indietreggiando di un passo.

"No,no,no. Aspetta!" Le disse mentre lei già voleva andare via anche se, a dir il vero, non avrebbe saputo dove.

Lei però continuò cercando di prendere una direzione che non fosse quella dello strano tipo.
Lui fece una piccola corsa, quanto bastava per raggiungerla, e si piazzò davanti.

"Ascolta, mi sono presentato male!" Cerca di convincerla portando le mani davanti al suo petto come per farle capire la sua innocenza.
"Io sono Victor" le fa proponendole di nuovo l'amichevole stretta di mano.

Lei si lasciò convincere anche perché non poteva negarlo... era pure un bel ragazzo. Strano, ma bello.
"Va bene. Io sono Amelia" risponde poi stringendo la mano.

I due si strinsero le mani e provarono una strana sensazione di piacevole serenità. Senza fraintendimenti, non era di certo amore. No, era più un'instintiva fiducia diciamo. Forse.
Poi nessuno seppe cosa dire e ci furono un paio di secondi riempiti con un'imbarazzante silenzio.

"Ehm... come mai qui allora? Non mi pare che sia scappata da scuola come me..." domandò lui.

"Scappata da scuola? No. Ehm... mi serviva del tempo da passare da sola. Mi schiarivo le idee, se così si può dire. Più che altro ci provavo ecco" fece lei un po' vaga mentre lui era attento ad ascoltare.

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