28 come superare la timidezza

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Scatta nei momenti meno opportuni e ti blocca: quando devi parlare in pubblico, quando devi far capire all’altro, che sia un collega di lavoro, il tuo capo o il partner, le tue ragioni, quando ti trovi davanti a persone che non conosci. Ammettiamolo, in determinate situazioni la timidezza rischia di limitare le tue azioni e finisce per intrappolarti. 

Per liberartene prima di tutto devi prendere consapevolezza che non si tratta di un difetto che non puoi correggere, ma di un atteggiamento che puoi migliorare. 

«Essere timidi è una tendenza comportamentale ed emotiva comune a molte persone. Si tratta di una stato di disagio e inibizione che si esprime nel sentirsi insicuri, inadeguati e timorosi. La persona timida tende ad evitare una data situazione che sperimenta come “difficile” o “ansiogena”. La timidezza non è altro che una strategia difensiva come tante altre», spiega la dottoressa Nicoletta Suppa, psicologa, psicoterapeuta e psicosessuologa. 

Ecco perché aggiunge l’esperta, «una persona può essere timida in particolari circostanze e invece mostrarsi spigliata in altre. Ognuno di noi ha delle tendenze verso un determinato atteggiamento, che si esprimono sin dall’infanzia, ma che poi possono plasmarsi e trasformarsi in base alla propria esperienza. Se ci viene affibbiata l’etichetta della persona timida, necessariamente impareremo a considerarci tali, facendo della timidezza una nostra caratteristica, come se fosse una vera e propria abitudine».

In realtà, l’essere timidi dipende in larga misura dalla nostra insicurezza. «Se pensiamo ad alcune situazioni nelle quali ci sentiamo sicuri di noi stessi, scopriremo che lì non mostriamo timidezza, ma siamo più espansivi. In questo meccanismo gioca un ruolo fondamentale l’idea che ci siamo fatti di noi stessi e la percezione delle nostre “competenze”», spiega l’esperta. 

Fateci caso: «quando ci giudichiamo bravi e capaci, mostriamo sicurezza. Laddove ci giudichiamo inadeguati, la timidezza ci aiuta ad evitare quella determinata situazione», suggerisce la psicologa.

Il rischio suggerisce la dottoressa Suppa è che «rischiamo di perdere delle opportunità per sperimentarci in nuove situazioni o in quelle situazioni che noi riteniamo difficili, ma che in realtà potrebbero essere per noi appaganti e, perché no, divertenti. Un’altra conseguenza dell’essere timidi potrebbe essere l’effetto che la nostra timidezza ha sull’altro. Il rischio è di non riuscire a farci conoscere abbastanza per quello che siamo, come se l’essere timido nascondesse qualcosa di noi. Esiste anche un vantaggio, tuttavia, nell’essere timidi: quello di difenderci da situazioni che ci provocano ansia. La timidezza in questo caso è da intendersi come un freno tirato, che potrebbe farci entrare nella situazione gradualmente, piuttosto che essere buttati dentro. Molte persone sono timide nelle prime fasi del rapporto. Ciò serve a “studiare” la situazione. Solo successivamente si aprono e si sentono a proprio agio. In questo caso la timidezza è un mezzo per entrare in relazione con l’altro». 

Hey bimbi belli questo è un capitolo  "SPECIALE" solo per voi.

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