Capitolo 4

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''Juvia''
La ragazza si girò verso di me ed era in lacrime un'altra volta.
Una cosa l'avevo capita quella ragazza ha provato più dolore e lacrime che amore e sorrisi.
''Ecco mi dispiace per prima io..non dovevo fare cosi.''
''Tranquillo, Juvia sta bene'' tirò sul col naso.
''No che non stai bene.''
''Juvia è abituata'' continuò a fissare il mare.
''Juvia bhe ecco. Se vuoi sfogarti ci sono qua io. Bhe si insomma, anch'io non ho avuto un infanzia felice ma dopo aver conosciuto quei idioti, sono cambiato.
Ho capito cos'è la felicità.''
''Juvia vorrebbe ma non riesce più a ricordarsi com'è la felicità.''
Sentii la sua testa appoggiarsi alla mia spalla.
La guardai e vidi che si era addormentata.
Così la presi a modi di sposa ed entrai nell'hotel.
''Si è addormentata'' dissi a Gajeel.
Visto che Lucy e Natsu erano troppo impegnati a limonarsi.
Salì, aprii la sua stanza.
La misi sotto le coperte.
Gli diedi un bacio in fronte e gli sussurai ''ti farò ricordare e provare ogni giorno la felicità.''
Detto questo me ne andai a dormire.

Il giorno seguente...
Gray
Mi svegliai e andai giù nella sala.
Vedevo gli altri davanti alla finestra increduli. C'era perfino Juvia.
Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo.
Così decisi di avvicinarmi e c'era della neve? Ma che cos? Siamo a giugno e c'è la neve?.
Natsu ''è meglio chiedere al Master''
Lucy ''vengo con te a chiamarlo.''
Si avvicinò Levy ''credo sia una magia, me l'ha detto pure Gajeel.''
Gray-sama ''e lui come fa a saperlo?''
''A quanto pare gliel'ha detto Juvia, è da 2 ore immobile a fissare la neve.''
''Magari gli piace.''
Mi guadagnai un coppino da parte di Levy.
''Non dire certe cazzate, a volte batti Natsu.''
Gajeel ''Juvia devi resistere, cerca di non ricordare o di affrontare.
Non puoi stare qui per ore a fissare la neve.
Mi avvicinai con Levy e vidi Juvia immobile come una pietra, ma il suo volto era rigato da delle lacrime.
''L'incubo'' sussurai a Gajeel.
''Lo sto sognando da anni, ma ultimamente più del solito. Mi sveglio col volto pieno di lacrime'' mormorai.
Quell'incubo, che era realtà.
C'era la neve.
Io mi svegliai vidi la mamma sulla scrivania vicino alla finestra di camera mia.
Non capivo cosa stesse facendo.
''Juvia torna a letto è presto.''
''Prima vado in bagno e poi torno a dormire'' risposi.
''Va bene.''
Me ne stavo per andare quando mi fermò.
''Juvia, tu vuoi bene alla mamma?.''
''Ovvio mami''
''Sai anche che la mamma ti vuole bene Juvia?''
''Certo, tanto così'' spalancai le braccia e sorrisi.
''Volevo averne la certezza, la mamma ti vorrà sempre bene ricordatelo'' e si buttò dalla finestra.
Rimasi ferma, non riuscivo a muovermi ero come pietrificata.
Corsi giù da papà in lacrime ''la mamma si è buttata giù.''
Mio padre si affacciò dalla finestra e chiamo subito un'ambulanza.
Ma niente da fare, era troppo tardi ed essendo che abitavamo al quinto piano, c'era poco che si poteva fare.
''Cos'hai fatto?.''
Lo guardai confusa ero terrorizzata.
''Cosa hai fatto a tua madre? È solo colpo tua! Sei una maledetta ragazzina che porta la pioggia.''
Il giorno dopo mi svegliai che ero sola.
Mio padre mi aveva abbandonata.
Io portavo la pioggia ovunque, tutti dicevano che era triste.
Che faceva schifo, che rovinava tutto.
Due volte successe una ragazza si finse mia amica per poi accoltellarmi alle spalle.
So solo una cosa, l'ultima volta che avevo sorriso era stata quella fredda mattina d'inverno.
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Spero vi piaccia❤

GRUVIA ~ You are my sunDove le storie prendono vita. Scoprilo ora