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21/09

Una leggera sinfonia da pianoforte mi sveglia, sarà la ragazza del piano inferiore. Con un occhio chiuso e l'altro quasi aperto, controllo l'orologio: 1o:20.
Ho appuntamento con Mirko e Naomi per andare a colazione in un piccolo bar in centro. Oggi sarà la mia domenica alternativa, dopo un sabato sera ancora più alternativo.
Sabato scorso, non conoscevo ancora nessuno e ho trascorso la mia serata mangiando pizza e guardando qualche puntata di skins su Netflix.
Ieri sera invece, sono uscito con alcuni miei compagni di classe.
Sono stato bene? Non lo so ancora, spero solo che devo ancora abituarmi a questo cambiamento.

<<Daniii!>> una voce familiare mi giunge alle orecchie. È Naomi mentre passa con il suo scooter mentre cerca un posto per parcheggiare.
Le faccio cenno con la mano e presto attenzione a Mirko che attraversa dall'altro lato della strada.

<<A noi il solito!>> afferma Mirko, anche per Naomi.
Lo sguardo della bella cameriera, si sposta su di me mentre attende la mia ordinazione: <<Un caffè macchiato e un cornetto con la nutella.>>
Il sole oggi batte forte come tutti gli altri giorni, Mirko ha lo stesso aspetto di tutti i giorni, e Naomi anche.
<<Avete anche un solito?>> chiedo, pensando a come può essere noiosa e triste la monotonia.
<<Si, veniamo qui spesso.>> risponde Naomi, ondulando i suoi capelli scuri.
Dopo aver finito il caffè, e il cornetto in pasta sfoglia che non mi è piaciuto per niente, Mirko ha insistito per fare una passeggiata lungo il corso, dove sono concentrati la maggior parte dei negozi.
La maggior parte delle persone che vedo sembrano tutte stanche, e magari non passano la domenica a casa solo perché hanno promesso ai propri figli di passare una giornata diversa.
Poi ci siamo noi che vaghiamo senza una meta precisa, e soffermandoci in ogni negozio per Naomi.

24/09
Sera
Ieri e oggi non sono andato a scuola, quindi sono già a tre assenze. Stamattina ho fatto "filone" con chi non avrei mai pensato di farlo.
<<Sei stato con quelli la?!>> ha esclamato Mirko quando l'ho chiamato per raccontarglielo.

Mattina
Come al solito arrivo in ritardo e parcheggio il motorino un po' più su del parcheggio. Un ragazzo dal volto familiare mi si avvicina, è Valerio:<<Non ci conosciamo granché, ti va di venire con noi in giro?>>
Mi mancano le parole per rispondere e sinceramente eviterei perché ho già fatto assenza ieri.
<<Ho già fatto assenza ieri, non vorrei mancare anche oggi.>> dico, sperando che mi creda e non insista più. Anche se pur per spezzare questa solita monotonia, farei di tutto. No scherzo, non di tutto.
<<Dai vieni. Tra l'altro oggi c'è anche il test d'ingresso di matematica, e osservandoti ho capito che non sai fare nulla.>> afferma accennando un sorriso. Punto a suo favore.
<<Dove andiamo?>> chiedo.
<<Abbiamo la macchina, facciamo un giro insieme agli altri e poi ti riaccompagniamo!>> risponde.
Due ore dopo sono ancora in macchina con Valerio e altri due ragazzi, Tony e Federico, cantando ad alta voce una playlist di Babaman, mentre sfrecciamo per una via in periferia senza rispettare i semafori.
Entrambi sono in classe con me, anche se non li conoscevo per niente. Qualche giorno fa pensavo che non sarei mai uscito con loro, ma invece credo che lo rifarei. Mi hanno chiesto un po' di me, e sembravano tutti interessati a ciò che dicevo. E non sono rimasti scandalizzati o perplessi quando ho detto:<<Il mio migliore amico è morto>> anzi Tony mi ha persino poggiato una mano sulla spalla, e io ho dovuto trattenere le lacrime. Non potevo piangere in quel momento. Mi hanno passato una sigaretta che ho rifiutato. Anche se, non mi è mai capitato di vedere una sigaretta da dividersi in tre persone.
<<Dove siamo?>> chiedo dato che per me questo è uno dei tanti luoghi nuovi. Assolutamente bellissimo, ma nuovo.
<<Io lo chiamo il belvedere.>> risponde Valerio senza a distogliere lo sguardo dall'orizzonte. Fuma, mentre è perso tra i suoi pensieri. Chi sa a cosa starà pensando.
<<È molto bello qui!>> dico, ed è la prima volta da quando sono in questa città che sento un senso di pace interiore, che mi mancava da tanto. Il cielo azzurro, macchiato da qualche nuvola senza forma. La distesa di palazzi. Gli aerei che sfrecciano. Il leggero vento che soffia su di noi. Gli uccelli che volano da un albero all'altro. Noi che siamo qui seduti sull'erba verde, mentre ascoltiamo ancora Babaman.
Non mi da fastidio essere l'unico che non fuma, anzi mi fa sentire più me stesso. E loro non mi fanno sentire a disagio perché non faccio ciò che fanno loro.

LUCE IN FONDO AL TUNNELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora