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28/09
Mattina dopo le 10:30

Finalmente è passata anche questa settimana, e il pensiero che domani né comincerà un'altra mi mette giù di morale. Ma tra l'altro questa è la vita: passano i giorni e senza rendersene conto tanti anni. Proprio come noi, ci sono già passati su molti altri.
Il risveglio è un po' traumatico. Le urla di mamma e papà provenienti dal salone rimbombano nelle mie orecchie, interrompendo il sonno profondo nel quale ero immerso. Adoro dormire, e lo farei sempre. I miei si stanno litigando da ormai quasi mezz'ora, e spero tanto che smettano al più presto. Non ho il coraggio ne voglia di uscire da questa stanza. Sul armadio di fronte a me, ho appreso la mia prima polaroid. La foto ritrae me e Valerio mentre sorridiamo, e lui ha una sigaretta che gli pende dalle labbra.

28/09
Notte dopo le 00:00

Il sabato è stato un po' triste. Non che gli altri giorni siano un carnevale di Rio, ma varie questioni in famiglia lo hanno peggiorato. Non mi va proprio di uscire, ma Valerio ha insistito dicendo che rimandando a casa non mi sarebbe capitato nulla di buono. E ha cercato di convincermi per quasi un'ora.
Okay ha scritto Mirko al mio messaggio con il quale spiegavo che non mi andava di uscire e vedere persone.

Fa ancora abbastanza caldo per essere quasi ad ottobre quindi metto una camicia a mezze maniche bordeaux, con un pantalone classico grigio scuro e un paio di converse nere. Non mi piace molto come abbinamento, ma non ho voglia di ricambiarmi.
<<Fatti trovare fuori il viale. Passo a prenderti io>> afferma Valerio prima della mia risposta positiva.
Ormai passata la mezzanotte, non credevo che i miei mi avrebbero fatto uscire, ma son talmente persi nelle loro questioni che non mi hanno considerato minimamente. Forse non si saranno neanche resi conto dell'orario dato che sono stressati per il lavoro, e preferiscono passare il tempo libero a litigarsi anziché rilassarsi.
Valerio arriva con la sua macchina, e io salgo nei posti di dietro, dato che quello davanti è occupato da Tony.
<<Buona sera!>> saluto i ragazzi che ricambiano.
<<Stasera la dedichiamo a te! Dove vuoi andare?>> mi chiede Valerio. Tony mi guarda sorridendo. Io mi sento in imbarazzo non non essendomi mai trovato in una situazione del genere.
<<Beh, non saprei. Portatemi voi in un locale bello dove non sono mai stato.>> dico stendendo le gambe occupando quasi i due sedili posteriori.
<<Okay!>> esclama Tony massaggiandosi la nuca. Forse starà pensando e conclude riferendosi a Valerio:<<portiamolo nel pub dove ci siamo conosciuti.>>
<<Sembra un'ottima idea.>> esclama Valerio, e ripartendo attraversiamo la strada vuota e buia che collega al centro.

Dopo due ore siamo seduti nel pub dove si sono conosciuti i miei nuovi amici. È un locale carino, e le luci colorate rallegrano la grande sala piena di tavoli neri e ragazzi ubriachi. Anche noi abbiamo bevuto un po'. Tony è ubriaco e sta parlando con una ragazza molto carina, ma Valerio mi ha detto che sarà solo una delle tante, che si porta a letto. Ultimamente sto scoprendo molte cose di Valerio, e solo oggi mi rendo conto di quanto era sbagliata la mia prima impressione su di lui. È molto simpatico, e a volte anche gentile. Spero che pensa lo stesso anche di me.
<<E cosa facevi nella tua vecchia città?>> mi chiede Valerio tra un sorso e l'altro del suo mojito.
Mi guardo intorno e a dir la verità non mi sento molto a mio agio a parlare di me e del mio passato.
<<Gli ultimi mesi sono stati un po'.. come dire, strani.>> dico e mi fermo un secondo per riflettere.
Dopo l'incidente di Gabriele, è stato tutto strano. I ragazzi della mia classe che non mi calcolavano più di tanto, cominciavano a preoccuparsi per me. E anche i miei genitori. E anche la psicologa da cui andavo.
<<Non avevo più il mio migliore amico, ed è stato difficile accettarlo. Anzi tutt'ora non riesco ad accettarlo.>> continuo e mi fermo cercando di non piangere, anche se credo che gli occhi siano lucidissimi.
<<Mio padre mi ha mandato da una psicologa.>> bevo un sorso dalla mia terza birra.
Non so perché gli sto raccontando queste cose di cui non avevo mai parlato con nessuno. Forse non gli interessano e mi sta ascoltando solo per cortesia, ma ho assolutamente bisogno di parlarne con qualcuno. Forse è l'alcol che mi fa parlare liberamente.
<<Non avevo più qualcuno con cui uscire, con cui parlare e scherzare. Mi sentivo morire, come se una parte di me era persa per sempre.>> sto per piangere e mi alzo per andare in bagno. Mi scuso con Valerio che mi ferma subito:<<Andiamo fuori a fumare una sigaretta.>>

Siamo seduti su delle panchine nel retro del locale. Ci sono altri ragazzi che ridono tra di loro e sembrano tutti un po' più felici, più ubriachi.
<<Ti lascio un po'?>> mi chiede Valerio indicandomi la sua sigaretta in tabacco più grande del normale.
Non vorrei fumare, ma mi rassicura che starò meglio:<<Okay, passamela dopo.>>
Dopo un paio di minuti mi ritrovo con la sua metà sigaretta tra le dita e la osservo mentre dalla punta vola via una scia di fumo leggero.
Al primo tiro tossisco. Al secondo anche. Al terzo aspiro di meno. E dal quarto comincia a prudermi la gola. Il fumo comincia ad aumentare, e l'ansia che mi porto dietro costantemente svanisce per un momento. Mi sento più calmo e osservo Valerio per capire come ciò sia possibile.
<<Hai provato con me la tua prima canna!>> esclama lui mente comincia a sorridere. Credo che l'espressione con cui lo guardo sia indescrivibile e non riesco a capacitarmi di come ho fatto a non accorgermene. Vorrei essere arrabbiato con lui per non avermelo detto, ma non ci riesco perché tra l'altro è rimasto con me tutta la serata. Voleva solo farmi stare meglio, e ci è riuscito.
Comincio a ridere, e la sua risata aumenta. Aspiro di nuovo, e mi piace sempre di più. Ora comincio anche a sentire il sapore, e l'aroma mi spinge a fumare ancora.
<<Lasciami un po' eh!>> dice Valerio sorridendo e porgendo la mano in attesa che gliela passi.
Cinque minuti dopo ci raggiunge Tony in compagnia della ragazza con cui parlava prima. Si chiama Sophia ed oltre ad essere carina è anche molto simpatica.
Siamo in quattro ora e sono quasi le 3:00. Valerio sta rollando una canna, ma mi sono fermato quando hanno preparato la seconda. Non vorrei esagerare la mia prima volta. Sophia caccia fuori dalla sua borsa una polaroid azzurra come i suoi occhi, e chiede di fare una foto di gruppo.
Valerio le ha chiesto di scattarci una foto solo a noi due, ma non me l'ha data subito. Me l'ha data dopo un oretta quando mi ha riaccompagnato a casa e stavamo solo noi due:<<ecco, ora hai un nuovo amico con cui uscire, parlare e scherzare.>>
Sono rimasto senza parole.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 16, 2019 ⏰

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