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I raggi del sole mi svegliarono, non avevo proprio voglia di andare a scuola oggi ma dovevo.
Piano mi alzo e mi preparo, non faccio colazione perché la mattina non riesco a tenere niente nello stomaco, con passo felpato, senza fare rumore esco di casa.

Siamo solo io e mio padre, da quando mia madre e morta e diventato aggressivo, però, io devo vivere per forza con lui...

Sono il classico secchione, in più straniero, perciò sono la mira di un paio di bulli. Ma non me ne preoccupo granché, prima o poi la lascerò questa scuola...

Entro in classe e mi siedo in fondo come sempre. I ragazzi iniziano a entrare, qualcuno fa qualche battuta e altri mi ignorano.
Per mia fortuna non mi hanno mai toccato, solo qualche spintone.
Anche se, devo dire che alcuni di loro fanno paura.

Entra la prof e subito dopo di lei un ragazzo.
Non lo avevo mai visto per bari, direi che e più grande di noi.
<allora ragazzi, questo e fabrizio mobrici, stara in classe con noi.>
<ciao>, ha una voce molto profonda e roca, mi ha fatto sussultare quando la prof gli disse di sedersi accanto a me, nel banco vuoto.

Non disse niente ma alcune volte sentivo i suoi occhi addosso, iniziai ad accarezzare l'anello con le ali che ho, e un gesto che faccio quando sono a disagio...
Finisce la lezione e io mi alzo per andarmene ma subito alcuni ragazzi mi fermano e mi riportano da fabrizio, tenendomi per le spalle
<hey fabrizio!> lui alza gli occhi e mi guarda, poi guarda i ragazzi che mi tengono, <lui e ermal!! Stacci alla larga se non vuoi essere preso di mira da noi!> detta così sembrava che mi stessero proteggendo ma loro intendevano esattamente il contrario.
<non ho capito, perché dovrei fare cosa mi dite voi?> lo disse con una risatina, <come perché? Perché comandiamo noi la scuola!> a questo punto fabrizio si alzo <a me non me ne frega niente chi siete! Io sono libero di fare quello che voglio!> prima che me ne accorgessi iniziarono a volare spintoni, poi pugni.
Mi allontanai subito o sarei finito pure io come loro.

Usci da scuola e iniziai a camminare ma una mano mi fermo, <hey ragazzino...erman? No... ermal!  Guarda che io prima non stavo proteggendo te, non voglio che ti faccia idee sbagliate> mi sorpresi di trovare fabrizio, la sua presa si fece troppo stretta, iniziava a fare male e io strizzai gli occhi, penso che se ne sia accorto perché mi lascio subito, mi portai a massaggiare il polso,<non mi sono fatto strane idee>, <a ma quindi parli!>, davvero?, <ovvio che parlo!> rise e se ne andò.
Strano pensai.

Entri in casa e mio padre non cera per fortuna, per il resto del giorno non lo vidi, nemmeno la sera e la notte.

Un rumore assordante mi sveglio, guardai l'ora, le 2 di notte, pensai fosse mio padre ma poi mi ricordai che lui non arrivava prima delle 5 oggi.
Con una paura in corpo mi alzai e andai a controllare, in sala trovai una figura nera, non riusci a capire chi fosse ma stava frugando quindi pensai fosse un ladro.
Piano presi un bastone che avevamo in casa, mi avvicinai e lo sollevai per colpirlo, ma quando si giro mi bloccai.

<fabri...zio...?!>

io non ti amo         ~metamoro~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora