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Jungkook

<<Scavalchiamo.>> dice come se fosse ovvio.
<<Lo sai che è illegale, vero?>> gli ricordo.
<<Nessuno ci beccherà.>> Afferra la ringhiera di metallo e la scuote per verificarne la saldezza.
<<E se ci fosse un guardiano?>> mi accorgo di avere un tono piuttosto preoccupato.
<<Non c'è, fidati. Non avere paura, divertiti e basta.>> ridacchia lui.
Lo guardo un attimo mentre issa i piedi sulla sbarra orizzontale più bassa, a circa un metro e mezzo d'altezza. Osservo le sue braccia sottili e ricordo del suo peso leggero.
<<Fammi fare prima a me.>> lo faccio spostare e mi metto nella posizione in cui precedentemente era lui. Mi slancio e scavalco la sbarra orizzontale più alta, cercando di evitare di infilzarmi con quelle verticali. Mi lascio andare e atterro sull'asfalto. Per un istante devo ristabilire il mio equilibrio. Poi lo guardo.
<<Tocca a me.>> annuncia allegro. Copia ciò che ho fatto io, e dopo aver scavalcato mi posiziono sotto di lui, ma al posto di lasciarsi cadere scende con cautela.
Quando arriva appena sopra di me gli metto una mano sul fianco per aiutarlo e lui sembra bloccarsi un secondo, per poi riprendere la sua discesa.
Fa un piccolo salto e si mette vicino a me.
<<Fatto.>> sorride.
Mi guardo intorno. Il parco è quasi tutto buio, se non fosse per qualche lampione posizionato qui e lì.
<<Cosa vuoi fare adesso?>> gli chiedo.
Non mi risponde, mi afferra la mano e comincia a camminare. Supera una giostra molto colorata con dei cavalli dal manto inverosimilmente dorato.
Sono venuto poche volte qui da piccolo. Una volta persi mia madre fra la folla. Scoppiai a piangere e quando mi trovò mi abbracciò e mi disse che non mi avrebbe più perso di vista. Ironicamente, in questo momento non penso si sia accorta della mia momentanea fuga.
Il ragazzo che mi tiene la mano fa lo slalom fra le diverse attrazioni spente o chiuse da saracinesche e si avvicina all'entrata delle montagne russe. Si abbassa e passa sotto il cancelletto chiuso e io lo seguo senza indugiare.
Due vagoni sono appoggiati sulle rotaie, ovviamente spenti.
<<Perché mi hai portato qui?>> lo guardo. Sta osservando i sedili. Si avvicina e sale su un vagone e si siede. Senza fare altre domande mi siedo vicino a lui.
Qui è quasi del tutto buio, una luce artificiale illumina il fondo della struttura. Immagino sia una luce di emergenza.
Lui mi guarda e mi mette una mano sulla guancia, si avvicina a me e mi bacia. Non mi oppongo. Mi avvicino di più a lui e metto le mani sui suoi fianchi stretti.
Non ci vuole molto tempo prima che la situazione si riscaldi. Le sue mani finiscono sotto la mia maglietta, sul mio petto. Sento l'aria fredda sfiorarmi la pelle, e ancora più fredde le sue dita. Le sue labbra si spostano sul mio collo.
Cerco di evitare di perdere la testa.
Sono un coglione.
Ma non faccio nulla, non provo a fermarlo.
Sento la sua bocca secca spostarsi sulla mia mascella.

Gli metto una mano sulla spalla e lo scosto per alzarmi e scendere dal vagone. Faccio dei respiri profondi ripercorrendo la strada che abbiamo fatto prima e una volta superata la biglietteria delle montagne russe mi volto e lo vedo ancora seduto.
Sospiro per l'ennesima volta in una sola notte.
Scende anche lui dal vagone e viene verso di me. La mia attenzione si concentra nuovamente sul suo corpo fragile e ripenso al suo bracciale bianco.
<<Credevo che te ne saresti andato.>> mette le mani in tasca e si ferma vicino a me.
<<Per un attimo l'ho pensato.>> ammetto.
<<Mi dispiace.>> mormora. <<Pensavo lo volessi anche tu.>>
So a cosa si riferisce.
Non so nemmeno il suo nome.
Ricomincia a camminare. E io lo seguo subito.
<<Vuoi dello zucchero filato?>> mi chiede.
<<Cosa?>> sono confuso.
Si avvicina a un piccolo carretto ancora allestito per la vendita di dolciumi. Il ragazzo si mette dietro a una macchina apposita per preparare dello zucchero filato.
<<Sai come funziona?>> gli chiedo curioso.
<<Non sarà poi così difficile!>> Accende un pulsante che io non posso vedere e parte un rumore metallico. Si abbassa prendendo un pacco di zucchero da dietro il carretto e lo apre sporcandosi le mani e la felpa. Svuota il contenuto nella testina della macchina.
Dopo qualche secondo comincia a fare dei rumori più forti e poco rassicuranti, per poi spegnersi. L'ha rotta.
<<Sei un idiota.>> rido.
Si gratta la nuca: <<Almeno ci ho provato.>>
Prende una manciata di caramelle e dopo essersele messe in tasca mi guarda: <<Voglio andare sullo scivolo.>> mi tira per la manica e insieme andiamo verso una struttura alta circa 15 metri. Comincia a salire gli scalini di metallo e io gli sto dietro.
Dopo poco siamo sul punto più alto. Da qui non si vede molto oltre alle altre attrazioni e al buio. Siamo illuminati solo dalla Luna.
Lui fa qualche passo appoggiandosi alle protezioni laterali. Mi sorride ma riesco a vedere la sua palese stanchezza.
<<Stai bene?>> gli chiedo avvicinandomi. Non è stato così faticoso per me e credo che non lo possa essere per chiunque in salute.
Annuisce e prende un tappetino. <<Forza, non perdere tempo.>> me lo mette sulle braccia e io lo afferro.
Lo posiziono su uno dei quattro lunghi scivoli. Lui ci si siede subito sopra e mi dice di fare lo stesso dietro di lui. Adesso le mie gambe sono ai lati delle sue e ho il petto subito dietro alla sua schiena.
<<Pronto?>> gli chiedo.
Lui annuisce e io mi spingo.
Scivoliamo. Il ragazzo davanti a me urla e io scoppio a ridere. Le caramelle volano via dalle sue tasche.
Dopo pochi secondi cadiamo su un materassino. Lui ride di nuovo.
<<Non è stato così estremo.>> rido. In fondo è un gioco per bambini.
Lui si sdraia e continua a ridere guardando il cielo.
Faccio lo stesso.
Dopo pochi secondi mi afferra la mano e la accarezza con il pollice. Continuo a guardare il cielo consapevole del sorriso enorme che ho sul volto.
Rimaniamo in silenzio, ancora. Ma non penso sia una brutta cosa. Sicuramente non è un silenzio imbarazzante. A dir la verità mi piace stare sdraiato vicino a lui a guardare le stelle.
So che non dovrebbe.

Dopo parecchi minuti riesco a vedere le prime luci dell'alba e le stelle sparire.
Tra poche ore dovrei essere in classe.
Cosa accadrà ora? Non mi ha nemmeno detto come si chiama.
A dir la verità ho sperato tutta la notte che me lo dicesse almeno prima di separarci.
Se non lo facesse? 

Lo vedo alzarsi. Così mi alzo anch'io. Con questa nuova luce vedo quanto siano marcate adesso le sue occhiaie. Sembrano peggiorate da prima, sicuramente è molto stanco. Forse è addirittura più pallido.

Usciamo dal parco e si ferma. Mi prende entrambe le mani e mi scocca velocemente un bacio. Deve mettersi sulle punte dei piedi per farlo adesso che non siamo seduti.
Si avvicina al mio orecchio e sussurra:<<Yoongi.>>

The Truth Untold-Yoonkook~ BTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora