Jungkook
Si avvicina al mio orecchio e sussurra:<<Yoongi.>>
<<Cosa?>>
<<Yoongi, il mio nome.>> fa un passo indietro. Lo guardo. Mi ha appena detto il suo nome. Non desideravo altro. Me l'ha rivelato, finalmente.
<<Yoongi.>> ripeto. Lui sorride.
<<Ciao Jungkook.>> si volta e comincia a camminare.
Io lo guardo. Rimango inchiodato con i piedi per terra per qualche secondo senza riuscire a realizzare ciò che sta accadendo.
Poi succede, ed è come se mi investisse un treno.
Non mi ha detto di più. Sono stato uno scemo a pensare che mi bastasse sapere solo il suo nome. La città è piccola, ma non abbastanza.
Comincio a correre.
<<Yoongi!>> urlo.
Devo chiedergli altro, magari anche farmi dare il numero di telefono. Non penso che dopo la notte che abbiamo passato non voglia farlo.
Non capisco perché se ne sia andato. Vuole rimanere un'ombra nei miei ricordi? Voleva semplicemente un ragazzo da farsi per una notte?
Mi guardo intorno e non lo vedo. Continuo a correre e a chiamarlo.
Non si fa vivo. Ripercorro la strada che abbiamo fatto e che avrebbe potuto prendere.
Non posso perderlo. Non posso dimenticarlo. Non so cosa sia scattato nella mia testa ma voglio assolutamente trovarlo.
Mi fermo quando mi viene il fiatone. Mi bruciano i muscoli delle gambe. Sento le palpebre pesanti. Non posso fermarmi. Ma dove posso beccarlo? Merda.
Forse mi sta facendo uno scherzo ed è tornato in spiaggia.
Sì, forse è lì.
Cambio direzione, svolto l'angolo e vado verso il mare.
Dopo pochi minuti sono al ponte. I miei muscoli e polmoni mi stanno chiedendo pietà, ma non mi interessa.
Mi appoggio alla ringhiera ma lui non è nemmeno qui.
Pochi metri dopo mi affaccio sulla spiaggia. Vedo dei ragazzi che passeggiano e qualche anziano seduto su alcune sedie di plastica ma non vedo Yoongi . È buffo adesso pensare al suo nome.
Guardo il mare e guardo la riva. Guardo il punto in cui ci siamo seduti vicini e mi ha baciato.Magari si trova nel posto in cui ci siamo incontrati alcune ore fa.
Deve essere lì.
Ricomincio a correre. Dovrei darmi una calmata, ma più i secondi passano e più mi agito.
Sento i miei piedi sbattere sull'asfalto, mi fanno male.
Schivo i primi passanti che cominciano a svegliare il ritmo cittadino, sento le prime macchine in strada.
<<Yoongi!>> urlo di nuovo.
Ci eravamo scontrati all'angolo di un condominio davanti al parco, si trova a pochi minuti da casa mia. Non è lontanissimo. Non deve esserlo, non deve.
Sono un pazzo. Mi avrà fritto il cervello per farmi regire in questo modo.
Sento di nuovo le sue mani addosso e le sue labbra sulle mie. Mi vengono i brividi.
Devo incontrarlo di nuovo.
Sento il forte desiderio di baciarlo, ma non posso.In lontananza vedo la staccionata del parco. Mi butto in mezzo alla strada e per poco un'auto non mi investe. Sento il conducente urlarmi dietro. Non mi fermo nemmeno per scusarmi.
Supero il parco e comincio a voltarmi di qua e di là, ma non lo vedo.
Arrivo finalmente nel punto in cui ho sbattuto contro di lui e l'ho fatto cadere. Appena l'ho visto sono rimasto incantato dalla sua bellezza.
Metto le mani sulle ginocchia, il cuore mi sta per esplodere. Devo riprendere fiato.Forse l'ho perso di vista prima, ma non posso tornare indietro. Ci impiegherei troppo tempo. Non era vicino al Luna Park, ne sono sicuro.
Adesso ho solo una possibilità. Ricordo del braccialetto bianco al suo polso.
È probabile che sia all'ospedale.
Ma non corro più. Sento il petto farmi male. Non lo troverò. Sicuramente non lo troverò più. Mi mordo il labbro.
Devo rivederlo. Voglio rivederlo.Vado verso l'ospedale. Sono sudato e ho caldo. Penso di essere anche visibilmente stanco. Che me ne frega?
Il mio sguardo cade di nuovo sui miei piedi.
Ha vent'anni. So solo questo oltre al suo maledetto nome. Come penso di trovarlo? Dovrei andare in giro a chiedere di lui?
È ridicolo.
Mi passo una mano sugli occhi per cercare di alleviare la stanchezza.
Fra poco dovrei anche essere a scuola a fare un compito di chimica.
Al diavolo la scuola. Al diavolo tutto.Alzo lo sguardo e vedo un'enorme edificio bianco.
Se fosse qui in quale reparto sarebbe?
Non ne ho idea.
Dovrei provare al pronto soccorso a chiedere se qui c'è un ragazzo di nome Yoongi.Entro aprendo le porte di vetro.
Delle macchinette di merendine e bevande calde sono appoggiate ai muri laterali di un lungo corridoio.
Una volta sono venuto qui perché mi ero rotto un polso, un'altra perché avevo la febbre troppo alta.
Alcune persone sono sedute su file di sedie blu. Sembrano tutti così tranquilli. Vorrei insultarli e smuoverli. Come fanno a essere così calmi in una situazione del genere?In fondo c'è un bancone. Devo chiedere lì?
Mi avvicino e una volta davanti a esso vedo una donna intenta a guardare uno schermo di un computer e digitare su una tastiera.
Mi schiarisco la gola.
Lei si volta e mi guarda. Le sue mani si bloccano all'istante. I suoi occhi azzurri mi fissano da dietro occhiali rotondi. Ha lo sguardo severo.
<<Posso aiutarti?>> mi chiede.
<<Cerco un ragazzo.>> le dico.
Digita di nuovo sulla tastiera e dopo pochi secondi mi guarda di nuovo, mi chiede:<<Come si chiama?>>
Esito un attimo:<<Yoongi.>>
<<Cognome?>>
Merda.
<<Non lo so.>> ammetto.
<<È un tuo amico.>>
È un mio amico?
<<Sì.>> annuisco. Probabilmente sono uno sconosciuto per lui, ma devo inventarmi qualcosa se voglio vederlo.
<<Sai in che reparto è?>>
Mi si gela il sangue nelle vene. Non lo troverò mai.
<<No.>>
Lei sembra confusa: <<Sei sicuro che sia un tuo amico?>>
Annuisco. Come faccio a trovarlo?
<<Ha vent'anni.>> sputo. Non penso sia un'informazione utile.
<<Senti... Vai a farti un giro.>> sbuffa e si volta a guardare di nuovo lo schermo davanti a sé.
Lei non mi aiuterà, non lo farà nessuno.
Torno indietro.
Merda, merda, merda.
Mi lascio cadere su una sedia, a una di distanza da un signore che legge il giornale.
Mi metto le mani fra i capelli. Devo rassegnarmi. Non lo troverò mai.
Perché ha fatto tutto quel casino per poi andarsene? Perché mi ha fatto perdere una notte della mia vita portando la mia mente sulla Luna per poi scomparire?
Forse vuole che lo cerchi sui social, ma è impossibile che lo trovi.
Il mio telefono vibra nella mia tasca e lo afferro subito. Mia madre mi sta chiamando.
<<Kookie?>> sento il suo tono dolce dall'altro capo del telefono. <<Dove sei? Sei già uscito di casa?>>
<<Sì, mamma. Sono andato a fare colazione.>> sento la voce tremarmi.
<<Quindi torni? Hai lasciato lo zaino qui.>>
<<Torno, dammi cinque minuti...>>
<<Stai bene, Kook?>> mi chiede. Capisce sempre quando c'è qualcosa che non va.
<<Sì... A tra poco, mamma.>> chiudo la chiamata.