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Pensava al viola quando ricordava Oliver

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Pensava al viola quando ricordava Oliver. Lui era ambizione, forza, determinazione e aveva colorato quel suo viaggio d'andata con i suoi sogni nel cassetto e la risposta sempre pronta.

Nel ricordare i momenti trascorsi in treno verso il collegio che l'aveva ospitata per quattro anni della sua vita, Daisy si concentrò sul fatto che, tra quelle mura, si era più volte ritrovata a pensarlo. D'altronde, era stata una di quelle coincidenze in cui è possibile incappare poche volte nella vita: lui si era seduto sul posto giusto, al momento giusto.

Le aveva fatto dimenticare per qualche istante la sofferenza di quei mesi imprigionata nella sua casa e il saluto alla terra in cui era nata e cresciuta. Daisy gli fu grata per quello, nonostante la difficoltà sperimentata in quegli anni in collegio.

Era cresciuta, senza vivere come avrebbe voluto e il suo ritorno a casa aveva portato con sé sia gioie che dolori. Mentre continuava a far dondolare la bambina sull'altalena, rammentò quanto fosse stato duro rendersi conto che le persone, nella Contea di Madison, erano andate avanti con le loro vite. Lei era stata costretta a prendersi una lunga pausa nella quale aveva imparato molto, ma non aveva vissuto per davvero.

Si riteneva fortunata ad aver conosciuto delle persone speciali con cui trascorrere quegli anni. Con alcune ragazze aveva mantenuto i contatti e le aveva rese partecipi anche degli eventi speciali della sua vita.

In piccola parte le era dispiaciuto non poter trascorre con loro ogni giorno, come aveva fatto in quell'ultimo periodo. La sua vita precedente, però, attendeva il suo ritorno, sebbene nessuno si immaginasse quando sarebbe avvenuto.

Al ricordo di come fu, sentì il volto arrossarsi. Sembrava quasi che le lacrime stessero prendendo il sopravvento, ma ormai quei momenti li aveva abbondantemente superati e non era luogo e tempo per soffrire.

«Lo ami ancora?» sentì dire Daisy, tutto d'un tratto.

Afferrò le catene che tenevano salda l'altalena e bloccò la bambina. A rifletterci non capì neanche perché lo fece; probabilmente si trattava solo della reazione istintiva di una persona soprappensiero.

Guardò a terra, alle sue scarpe lucide ferme sul terreno. Si concentrò sulle emozioni che negli anni aveva provato e sussurrò: «Non penso che si possa smettere di amare una persona».

Lo pensava, ma non ne era certa. Sapeva solo che Jeremiah non aveva mai abbandonato quel luogo del suo cuore nel quale l'aveva incastonato da sedicenne. Quell'amore si era annidato lì, aveva impiantato le radici e, giorno dopo giorno, era cresciuto fino a riempire ogni angolo.

«Dovevi stare con lui.»

Daisy ammise a se stessa che una bambina di soli sette anni aveva ragione da vendere. Rifletté su quelle semplici quattro parole che aveva appena pronunciato e si domandò cosa passasse nella sua testolina, per via della separazione dei suoi genitori.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 11, 2018 ⏰

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