L'apatico gay

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il dolce profumo della pioggia cullava la leggera mattutina del venerdì di Mario che lentamente svegliandosi disse: PORCODDIO HO FATTO TARDI.

d'altra parte c'era l'apatico Giovanni che come ogni mattina faceva rituali fascisti, sperando in un bel tempo per non provare sentimenti anche col sole.

Arrivati a scuola, dopo essersi salutati con un apatico "Ciao", seduti vicini iniziarono l'infernale giornata di scuola. La cosa che più attendevano non era di certo latino, ma bensì educazione fisica. Mentre Mario chiacchierava con la solare Chiara, Giovanni rifletteva sui vari problemi della vita, nella sua mente dominavano domande come ''chi sarà interrogato?'' ''perchè gli insetti mi arrapano più delle persone?'' ma soprattutto, la domanda che più lo tormentava era ''e se fossi gay?''.

-Oh Giovanni... ascoltami,oh Giovanni!

G: che diamine vuoi Mario

M: non ho capito matematica 

G: e allora fotti. 

inutile dire che fra i due dominava l'amore anche nel semplice parlarsi. Più i minuti passavano e più l'orario scolastico finiva. Il venerdì, il giorno preferito di tutti, chi è che non lo ama? Ma Giovanni non avendo sentimenti non sa cosa significhi amare, ma Mario senza saperlo cambierà il suo modo di essere, cambierà il suo cuore.

Paletto di FrassinoWhere stories live. Discover now