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*Evangeline*

Dinanzi a me una freccia sibilava nell' aria. Un silenzio innaturale mi parve riempire il dolore che sentivo nel petto, la consapevolezza di star per morire.

Potevo ricordare la mia breve esistenza in due immagini sfuocate: l'arrivo di Eiansil nella mia città natia ed Eiansil che mi salutava nel fitto bosco, coi capelli bianchi illuminati dai pochi raggi che filtravano tra le foglie.

Poi due braccia mi cinsero la vita, tenendomi stretta in una calda carezza, come una madre che saluta suo figlio prima di andar via; un distacco doloroso e pieno d'amore.
Il torpore di quell'abbraccio si espanse fino a raggiungere il mio cuore stanco e trafitto dall'angoscia.

Tum.

Un tonfo, la freccia destinata a me aveva trafitto Eiansil alla schiena, salvandomi la vita nuovamente. Le lacrime caddero come pugnali sulle guance di Eiansil. A stento riusciva a reggersi in piedi. - Mi-i spiace d-i recarti altro dolore mia dolce E-Evangeline. - Disse a stento mentre cadevamo insieme sul terriccio.

I nostri fiati uniti in una tragedia.
Col poco fiato rimasto dai singulti, lo cinsi tra le mie braccia gli accarezzai il volto. - È colpa mia. Non dovevo innamorarmi di te, esponendoti a maggior pericolo. - Sussurrai, pentendomi delle parole che mi erano appena sfuggite dalle labbra secche. Spalancò per un istanti i suoi occhi, puntando il suo sguardo sulle mie labbra.

- Che scena commovente! -

Viride e Fanje sembravano entusiaste. Ora che non era più protetto dalle mura reali e dagli incantesimi della regina, potevano ucciderlo all'istante. - Tra breve ritorneremo al castello ed incolpando la tua amata, avremo tolto la futura discendenza di Ellésméra, dando l'opportunità agli umani di salire al trono elfico. - A sentire quelle parole Eiansil sbiancò voltandosi verso Viride. - Tt-u hai giurato fedeltà a-alla corona! - Disse sollevandosi un poco dal mio corpo, tentando di reggersi con un braccio. - Certo! Ma infatti non sono stata io a scoccare la freccia! - Disse sorridente osservando Fanje. - Perché tentare di uccidere un'umana per portare al trono un'umano? - Chiesi, mentre cercavo di dare una mano ad Eiansil a sollevarsi col busto. La freccia sulla sua schiena faceva zampillare lentamente il sangue dalla sua ferita, sporcandomi io vestito e le mani. Terrorizzata, mi strappai parte del vestito addosso e tentai di fermare l'emorragia mentre lui si toglieva la freccia. - Ovvio, perché constatato il vostro amore reciproco sapevamo che lui ti avrebbe salvata. - Rispose serenamente Fenja, scendendo dai rami ed avvicinandosi a noi. E proprio mentre stavo per tamponargli la ferita, mi presero per il polso e tentarono di allontanarmi da lui.

Io non demorsi mi aggrappai al terriccio, mentre lui continuava a cingermi il busto. Quando una luce colma di odio offuscò i suoi occhi e comprendendo le sue intenzioni lo pregai di non usare la magia. - Ti prego, t-ti prego Eiansil, non sforzarti più di così o morirai per l'essenza di energie. - Mordendosi le labbra per la rabbia incontrollata che ancora gli dava adrenalina nel corpo, sfoderò un pugnale dalla manica della sua lunga veste purpurea e la infilzò nella coscia di Fenja. Viride fu accecata da un'odio puro e pronta a proteggere il mio amato mi slanciai verso di lei facendola cadere a terra, schiacciata dal peso del mio corpo. - Frethya(Nascondi)! - Un urlo sotto di me mi spaventò e portando lo sguardo verso Viride, la vidi scomparire nel nulla assoluto.

L'Erede di Ellesméra [ IN REVISIONE ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora