Quattro giorni dopo.
Era il 3 ottobre, il mio primo giorno di università.
Dopo la permanenza in hotel, andammo nella nuova casa, una giornata intera bastò a sistemare tutto, e così passammo i pochi giorni prima dell'inizio dell'università per me, e del liceo per mia sorella a sperimentare Milano, che scoperta dopo scoperta diventava sempre più bella.Mentre mi incamminai verso la metro, mi resi conto che da lì sarebbe cominciato il mio cambiamento. Avrei dovuto adottare un nuovo modo di approcciarmi alle persone, una nuova immagine da sfoggiare, o peggio un nuovo modo di essere.
Non appena attraversai l'ingresso dell'università ero circondata da persone indaffarate o impegnate, che con fare svelto si muovevano da destra a sinistra.
L'ansia, così, pervase ogni centimetro del mio corpo tanto da lasciarmi davanti l'ingresso paralizzata.
Per fortuna la nuova Noemi prese il sopravvento sulla vecchia bambina e decisa mi diressi verso la segreteria per chiedere informazioni circa l'aula; quella composta signora che lavorava lì con fare seccato mi indirizzò verso una porta in fondo al corridoio e nemmeno al mio caloroso 'grazie' mi accennò un sorriso.Entrai in una grande aula luminosa, piena di vetrate lunghe dal soffitto fino al pavimento, una lavagna che occupava un'intera parete, e più di una centinaia di banchi di fronte, dove già erano sedute molte persone. Decisi di andare nel banco infondo, nel quale vi era solo una ragazza, sicuramente in ritardo come me.
Le prime due ore erano di latino, e per me che l'avevo studiato per cinque anni, furono una passeggiata. Dopo la prima pausa concessa dalla professoressa avevo scambiato due parole con la mia vicina di banco, la quale aveva uno stile molto simile al mio: jeans, t-shirt bianca e vans nere con baffo bianco; vicino a lei riuscivo a sentirmi tremendamente a mio agio.
Fu solo, però, alla fine delle quattro ore di lezione della giornata che riuscimmo a stringere amicizia.'Abbiamo commentato la lezione, ma ancora non ci siamo presentate!' – disse lei mentre metteva in ordine le sue cose all'interno del suo zainetto cuoio, anch'esso simile al mio.
'E' strano che abbiamo parlato per quattro ore senza la necessità di sapere i nostri nomi' – dissi io sorridendole, mentre compievo le sue stesse azioni.
'Il mistero è tanto affascinante, quanto frustrante per una curiosona come me. Il mio nome è Sofia, piacere'
'Siamo in due allora, anch'io sono curiosa, però ora che so il tuo nome potrei anche mantenere la suspense e non dirti il mio.' – dissi sorridendo, mentre entrambe ci alzammo dai banchi per dirigerci verso l'uscita.
'Ah, così non vale. Potrei indovinarlo, ma ho bisogno di tempo. Vai di fretta? Io ho la metro per Monza alle 14, addentiamo qualcosa insieme?' – disse lei con uno strano accento, che primo o poi avrei dovuto imparare anch'io.
'Certo che mi va, sono nuova qui, mi fa bene vedere posti e conoscere gente.' – risposi cercando di parlare più italiano possibile.
'Se vuoi conoscere gente, non sono proprio la persona adatta. Io è una settimana che frequento e sei la prima persona con cui parlo. L'ho capito subito che sei nuova, hai un accento terribilmente bello, meridionale?' – disse lei sorridendomi mentre io cercavo di starle dietro per via della sua camminata veloce.
'Provincia di Napoli, per l'appunto, ma che rimanga tra noi, so che qui a Milano non tutti amano le mie origini.' – dissi sorridendo, poi aggiunsi - 'Comunque stai parlando con la ragazza più introversa e meno socievole del mondo, semplicemente mi sono costruita nuovi propositi per questo trasferimento.'
'Tesoro, Milano non è esattamente un luogo dove essere molto socievoli, la gente è un tantino fredda e tira avanti per i cazzi suoi, forse qui puoi essere te stessa e sentirti giusta.' – mi disse lasciandomi molto sorpresa; forse aveva ragione: non ero io ad essere sbagliata, ma semplicemente non ero nel posto giusto.
'Mi hai illuminato, ti sei meritata il mio nome. Il piacere è tutto mio sono Noemi'.
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Un casino stupendo. [Irama FF]
FanfictionNoemi è intelligente, tranquilla, ingenua, diffidente, ma sensibile. Noemi è intrappolata nelle sue fragilità. È una funambola sospesa nell'aria, in bilico tra un amore che le cambia la vita. Aurora non sa chi è, Aurora non sa quello che vuole, o f...