2. Primo giorno di scuola.

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16/09 7.30 AM

La sveglia suonò, io la spensi, perché ero già sveglia, come tutte le notti da quando ero qui, non riuscivo più a chiudere occhio, pensando a Lauren.
Durante la notte avevo fatto una doccia per cercare di calmarmi e dormire, ma non aveva funzionato. Decisi di alzarmi dal letto ed andare in bagno per lavarmi i denti, fatto ciò, mi vestii con ciò che il giorno prima avevo preparato e scesi di sotto, prendendo il mio zaino. Mia madre ancora dormiva, non la svegliai, sapevo che si sarebbe dovuta svegliare tra un ora, quindi la lasciai stare. Non mangiai nulla, presi i soldi che mia madre mi aveva lasciato sul tavolo per comprare qualcosa da mangiare a ricreazione, se ne avessi avuto voglia. Uscii, portandomi le chiavi, perché quando sarei tornata mia madre non ci sarebbe stata.
Mi avvisi verso scuola, con le cuffiette nelle orecchie, amavo ascoltare il rap, e ne avevo proprio bisogno, per staccare dal pensiero di Lauren. Dopo circa dieci minuti, arrivai. Davanti all'entrata incontrai il mio gruppo di compagne di classe e decisi di entrare con loro. Avevano tutte saputo che ero da mio padre, perché glielo avevo detto qualche giorno prima di partire, ma non ci eravamo sentite molto, perché non eravamo poi molto amiche, ma per colpa mia, avevo sempre fatto la fredda e la distaccata nei loro confronti, per paura che mi prendessero in giro, come tutti, però non erano male, anzi. Non gli raccontai di me e Lauren, o meglio, gli raccontai che avevo conosciuto la mia sorellastra e che fortunatamente non era male, mi avevano chiesto di fargli vedere una foto insieme e gli mostrai una foto del matrimonio di mio padre, era l'unica foto che potevano vedere, le altre foto non avevo intenzione di mostrarle a nessuno, erano private, c'erano foto in cui eravamo abbracciate e si vedeva la sua schiena nuda su di me, foto in cui ci baciavamo o ci tenevamo per mano e miliardi di foto mentre eravamo al letto a coccolarci, certo non si vedeva nulla, ma non volevo mostrare a tutti la mia privacy. Mi avevano chiesto di parlargli di lei, ed io mi ero limitata ad un semplice "mh, è simpatica e molto dolce", per evitare che sospettassero qualcosa. Sarah, fece dei complimenti sul suo vestito e sul suo fisico, dicendo poi, che con quegli occhi e quelle labbra gli farebbe proprio un pensierino, Selenea rise alle sue parole, io rimasi in silenzio, innervosendomi. -Sì, okay. Basta.- Dissi, rimettendo il mio telefono in tasca. Rimasero un po' stranite. Ma finsi un sorriso per tranquillizzarle. Dinah rimproverò Sarah -Ma dai, devi sempre dire quanto vuoi scoparti il mondo?- Sarah, la guardò e le disse -Dio, ma che cazzo vuoi, Dinah?-
-Sarà meglio entrare, ragazze.- disse Selena, cercando di interrompere quella situazione.
Selena, era un po' la più calma del gruppo, era quella che voleva tenerci unite e si occupava di tutte. Dinah, era quella più vanitosa e che litigava spesso con Sarah, rimproverandola di ogni cosa. Sarah, era bisessuale ed aveva una forte attrazione per Dinah, fin dal primo anno, lei fingeva di non saperlo, ma in realtà lo sapeva e si divertiva a trattarla male.
E poi c'ero io, che fino allo scorso anno, ero solo la sfigata, ma che quest'anno voleva fosse diverso.
Entrammo in classe, ed io presi posto vicino a Selena, mentre Dinah, vicino a Sarah.
-Posso sedermi da un'altra parte?- Chiese, Dinah.
-Dio, Dinah. Devi sempre fare l'idiota.- Rispose Sarah. Dinah la guardò male. Selena si alzò di scatto e prese posto vicino a Sarah, sbuffando. -La smettete di fare le bambine?- Chiese.
Dinah prese posto accanto a me, eravamo all'ultimo banco, mentre Selena e Sarah erano sedute al banco, davanti al nostro.

Passai tutta la prima ora a testa sul banco, mi sentivo un po' più libera dalle solite paranoie tanto da prendere sonno, il professor White, che insegnava matematica, nemmeno se ne accorse.
Al suono della campana, Dinah, mi svegliò. -Abbiamo inglese ora, non ti conviene dormire.- Disse, non appena aprii gli occhi, stiracchiandomi.
-Sì, giusto.- Mormorai.
La professoressa Smith, insegnava inglese, era molto severa, ma non era male, sapeva spiegare e mi aiutò molto a passare i primi due anni, perché senza che io le dicessi niente, si accorse di quanto io stavo male.

Arrivò in classe ed immediatamente iniziò a spiegare. Io la guardavo attenta, cercando di capire meglio tutto ciò che stava dicendo. Mi accorsi però che, Dinah passò l'intera ora a fissare Sarah. La guardava in modo dolce, quasi come se fosse attratta da lei. Io le toccai il gomito. Lei distolse lo sguardo e mi guardò. -Che c'è?- sussurrò. -niente...tu, insomma... Tu stavi fissando lei?- sussurrai, indicando Sarah, per evitare che ci sentisse. -Cosa? ehm, no. Sei pazza?- Mi chiese, quasi spaventata. Sembrava come qualcuno che fosse stato scoperto. -Okay...- Sussurrai, per poi ritornare ad ascoltare la professoressa Smith. Non potevo fare a meno di guardare cosa facesse Dinah, con la coda dell'occhio, mi incuriosiva sapere cosa stava succedendo. Notai che lei dopo qualche minuto aveva ricominciato a fissarla.

***
-Cos'é quello?- Chiese Selena, guardando il tatuaggio che avevo sul collo.
-Ehm, un tatuaggio.- Le dissi, coprendolo con i capelli.
-E non ci dici nulla? Per chi è quella L?- Chiese, sorridendomi.
-Ovvio, Lauren.- Disse, Sarah.
Dinah la guardò male. -Dio, sei una lesbica fissata.- la rimproverò. E beh, mica solo lei.
-Sta' davvero per Lauren.- Sorrisi io.
-Ecco, vedi. Sei tu che sei idiota.- Le disse Sarah, riferendosi a Dinah. Lei la guardò male.
Io risi, so che in fondo c'era qualcosa, Selena fece lo stesso. -E come mai?- mi chiese Selena, poco dopo. -cioé, vi siete affezzionate così tanto?- Continuò. Io annuii. -È bello che tu abbia questo rapporto con la tua sorellastra, se ci sei così legata credo che per te sia un bene, perché te lo meriti.- Spiegò lei, sorridendomi.

Diciamo che mi stavo integrando abbastanza bene, avevo smesso di pensare a Lauren per qualche ora e mi sentivo bene, stavo instaurando per la prima volta senza paure un rapporto con le mie compagne di classe. Però, tornando a casa, le paranoie su Lauren, ritornarono alla mia mente, e non riuscii a non pensarci. Ma ormai, ci avevo fatto l'abitudine.

"Sisters." 2 | Camren.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora