1. Ricominciare da capo?

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Alexis's pov.

Dal finestrino della macchina guardo per l'ultima volta Annapolis, la città che negli ultimi 9 anni mi ha vista crescere e maturare, mio padre ha deciso che ormai questa cittadina non faceva più per noi e che era ora di tornare a New York lì dove molti problemi sono nati ma che con il nostro trasferimento ad Annapolis ci hanno seguito, così come ora.

Tornare a New York è stata una decisione di mio padre, lì c'è la sede della sua azienda e come capo preferisce essere lì piuttosto che in una branchia aperta ad Annapolis solo per consentire alla nostra famiglia di cambiare aria.

<Vedrai che questa volta sarà diverso> mi dice per l'ennesima volta accarezzandomi il ginocchio mantenendo lo sguardo sulla strada, sa quanto io odi la macchina ma non c'era altro modo per raggiungere NY portandoci dietro tutte le nostre cose; mi infilo gli auricolari e chiudo gli occhi cercando di addormentarmi e far passare in fretta il viaggio.

Quando apro gli occhi ormai siamo a NY, mio padre mi sorride <Siamo quasi arrivati, la prossima casa è la nostra> guardo la villetta su tre piani, le pareti esterne sono grigio chiaro e il prato ben curato è abbastanza grande. Con il telecomando, papà, apre il cancello e lascia la macchina nel vialetto che porta al garage <Siamo arrivati. Benvenuta a casa> scendo dall'auto e mi aggiro intorno alla casa, vado sul retro e ci trovo una piscina in mezzo al prato ben curato e verde in tutti i punti. Torno da mio padre e saliamo i tre gradini, osservo bene il portico coperto, mi porge la chiave di casa <L'onore sta a te> annuisco e infilo la chiave nella toppa dando due mandate per poi aprire la porta ed entrare nella mia nuova casa.

Faccio pochi passi e alla mia sinistra c'è la porta che conduce all'enorme cucina moderna, mentre a destra c'è il salotto con un divano a L e delle poltrone attorno a un tavolino in vetro, la tv attaccata al muro e circondata da una libreria piena di libri che di sicuro appartengono a mio padre, sul fondo della stanza vicino alla finestra c'è anche un tavolo da pranzo per sei persone; la stanza è interamente illuminata dalla luce che arriva dalle porte finestre che ti concedono di accedere al portico.

In fondo al corridoio ci sono le scale che portano al piano di sopra e al fianco di queste c'è un bagno di servizio, salgo a due e due i gradini arrivando al primo piano della casa, un lungo e largo corridoio si para davanti a me, ci sono due camere degli ospiti, un bagno, un ufficio, la camera di mio padre con bagno interno e la stanza infondo a destra è la mia.

Apro la porta e mi fiondo al suo interno, davanti a me trovo il letto matrimoniale davanti al quale si trova un baule in legno pieno di cuscini e ai lati del letto si trovano due comodini con una lampada. A fianco della porta c'è l'armadio a tre ante e lungo la parete di destra è stata montata una libreria ancora da riempire è accanto a questa la porta del mio bagno personale, infine a sinistra c'è una finestra sotto la quale si trova una panca e al fianco di questa c'è la scrivania e una cassettiera.

Le pareti della stanza sono di un azzurro cielo molto chiaro e sopra la scrivania è già stata montata la mia lavagnetta in sughero dove di solito attacco i biglietti dei concerti o le mie foto preferite.

L'ultimo piano è in realtà una grande mansarda dove metteremo quelle cose che non ci servono ma che dobbiamo tenere come le vecchie foto di mio padre del periodo dell'università o altre cose di quando ero ancora una bambina.

<Ti piace?> mi chiede papà una volta tornata nel salotto, annuisco e mi siedo al suo fianco sul divano <Ce la farai a ricominciare da capo?> mi chiede lasciandomi senza parole, non so se ce la farò ma ci proverò perchè per lui farei di tutto.

Quel maledetto giorno che ti incontraiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora