L'ereditiera è tornata

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The Hills Center è una riabilitazione di lusso.
Molte celebrità si sono rifugiate in questa struttura e per evitare che un tassista qualunque venda la notizia di uno di loro a TMZ hanno a disposizione un auto privata dalla riabilitazione.
Claire ha insistito dato che non ho voluto chiamare l'autista di mio padre, Joseph.
Ed ora sono qui, in un auto da dieci minuti.
Woodland Hills e Bel Air distano mezz'ora e sto morendo di sete.
Immagino i giornali: la Buffett morta disidratata in un quartiere di Los Angeles.
In lontananza noto un'insegna luminosa o meglio la mia salvezza.
«Può accostare per favore?» mi affretto a dire.
L'autista si ferma difronte al Club Bar.
Non appena entro sento una dolce melodia al pianoforte e al bancone c'è gente che sorseggia cocktails, sono solo le tre del pomeriggio.
Ottimo.
Il barman è un ragazzo molto giovane con un piercing sul labbro, mi scruta mentre mi avvicino al bancone.
«Una bottiglia d'acqua liscia in vetro, grazie.»
Rimane fermo con le braccia incrociate ed un sorrisetto odioso.
«Non ti ho mai vista da queste parti» dice e della mia bottiglia d'acqua neanche l'ombra.
«Non abito qui. Cosa fai lì impalato?» rispondo stizzita.
«Posso offrirti qualcosa da bere? Sono James comunque.»
«Jamie non ho tempo ora, magari la prossima volta.»
«James» ripete, «quindi tornerai?» ammicca.
«Non è quello che ho detto. La stai partorendo?» la mia risposta lo confonde, «l'acqua» aggiungo con un sorriso.
Ridacchia prendendo, finalmente, la bottiglia dal frigo e mentre pago sussurra che gli piacerebbe rivedermi.
«Arrivederci, Jamie.»

                                    •••

L'autista si ferma davanti casa e non ricordavo fosse così grande, è la rappresentazione della mia famiglia: esagerata.
È la più costosa d'America ma i soldi non ci mancano.
Albert, il maggiordomo, cammina nella mia direzione non appena scendo dall'auto.
«Signorina Kimberly, bentornata!» esclama sorridendo, «suo padre la sta aspettando nel suo studio.»
«Come ha fatto a sapere..» domando confusa ma mi ignora e va a prendere i bagagli.
Non appena entro mi accorgo che in un anno non sia cambiato nulla, neanche il profumo.

Mio padre ha qualche ruga in più ma è impeccabile come sempre.
Ci somigliamo molto anche se lui tende ad assumere un atteggiamento autoritario.
Avrei preferito un padre più presente nella mia vita ma gli voglio bene e so quanto ami il suo lavoro.
«La principessina è tornata?!» dice non appena si accorge della mia presenza.
«Già» sorrido imbarazzata.
«Perché non hai chiamato? Sarebbe venuto Joseph» domanda alzando un sopracciglio.
«Volevo farti una sorpresa» dico e subito dopo mio padre gira il MacBook e vedo...
Oh mio Dio.
«Ma sono venuta malissimo!» esclamo facendo ridere mio padre.

È la prima volta che un paparazzo mi pedina per scattare delle foto e sotto questo punto di vista non invidio per niente le celebrità, dev'essere orribile essere fotografati ad ogni ora del giorno e soprattutto quando non hai ancora fatto la messa in piega.
Nel mio caso ero in pessime condizioni e spero che questa foto non arrivi lontana.
«Perché non abbiamo qualcuno che modifica gli scatti dei paparazzi prima che vengano diffusi? È assurdo! Chiedilo a Kim Kardashian» affermo imbronciata.

Ora tutto il mondo penserà che io sia così brutta.
«Non dire sciocchezze, Kim» mi rimprovera, «non dimenticare che sei una Buffett e non una Kardashian qualunque.»
Non ha tutti i torti.
«Devo fare una commissione ma non ci metterò molto, stasera abbiamo ospiti per festeggiare il tuo ritorno» afferma dandomi un bacio sulla fronte ed uscendo subito dopo.

Salgo le scale ed entro nella mia camera.
Sembra che sia mancata da casa solo per un giorno, potrei fingere che non sia successo nulla?
Certo, potrei ma non è quello che voglio.
Non mi sono mai definita debole ma rispetto a prima mi sento più forte, come se nessuno potesse buttarmi giù di morale perché l'unica persona veramente importante per me sono io.
Amare se stessi non è essere egoisti.
Non avendo nulla da fare controllo le notifiche sui vari social e forse non avrei dovuto farlo.
Tutti si chiedono dove sia finita e hanno persino scovato delle mie sosia in giro per il mondo.
Questa non mi somiglia per niente e questa foto è palesemente ritoccata...
Lo scatto di Woodland Hills ha già fatto il giro del mondo, fantastico!
Cerco di riposare e di non pensarci.
Prima di addormentarmi il mio pensiero cade su di lei.
La mamma.
Chissà come reagirò o come si comporterà con me, se si sia mai sentita in colpa, se pensa che sia debole o forte, se riuscirò a perdonarla nella mia testa ma una cosa la so: avrei solo voluto renderla orgogliosa.


«Signorina Kimberly, gli ospiti stanno per arrivare!»

Mi sveglio di soprassalto per poi guardarla male.
Angelita, la domestica, dopo aver visto la mia espressione scoppia in una risata.
«Non è divertente», do un'occhiata all'orologio «e sono solo le sette, Angelita, come hai potuto? Stavo dormendo così bene!»
«Perché poi avrebbe avuto poco tempo per prepararsi e si sarebbe lamentata perché non l'ho svegliata, la conosco bene niña» risponde col suo accento messicano ed aveva ragione.

Dato che stasera ci saranno molte persone a festeggiare il mio ritorno decido di truccarmi bene e di indossare un vestito lungo di raso color pesca e le mie adorate Louboutin.

Non appena scendo dalle scale mi rendo conto che la maggior parte degli ospiti sono arrivati ed un attimo dopo sono sommersa da domande e complimenti.
Non che non mi faccia piacere ma almeno fatemi respirare.

«Ti sei divertita in Italia? Tua madre era molto orgogliosa dell'opportunità che hai avuto!»
mi domanda Tiffany con un pizzico di invidia.

Ma certo, l'Italia...

«Oh si! Avresti dovuto vedere quanti negozi ci sono» rispondo con finto entusiasmo.
Lei sgrana gli occhi e mi trattengo dal non ridere.
«Ma come mai sei scomparsa? Non pubblichi una foto su Instagram da quando sei partita» mi domanda come se smettere di essere attiva sui social fosse la fine del mondo.
«In Italia i cellulari prendono poco, non lo sapevi?!»
«Oh, credo di averlo letto da qualche parte» mi dice con una risata nervosa.
Si, certo.

«Tiffany, vado a prendere qualcosa da bere, torno subito.»
Mi allontano velocemente senza neanche darle il tempo di rispondere.

Albert è il numero uno quando si tratta di organizzare feste ed il suo team non è da meno.
Sono quasi arrivata al bancone quando una voce familiare mi chiama.
Non c'è bisogno che mi giri, so perfettamente a chi appartiene ma quando lo faccio mi rendo conto che anche dopo uno, due o cent'anni il modo che aveva di guardarmi non sarebbe mai cambiato.

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