«Non mi piacciono le fragole.»
«Oh mio dio! Stai scherzando?» risponde e la sua voce fastidiosa arriva fino a Marte.
«Mh no?» rido per la sua faccia buffa.Joselyn White è un'attrice di Hollywood.
Ha i capelli chiari e gli occhi azzurri coperti da un ombretto fin troppo scuro per la sua carnagione.
Ha fatto il suo primo film all'età di tre anni e l'ultimo a sedici.
Mi ha raccontato che ha cinque sorelle minori ed una madre che a stento riesce ad arrivare a fine mese.
Ha sempre cercato di aiutarla lavorando in un pub e facendo audizioni, a volte dimenticava persino di mangiare.
Sa essere odiosa quando vuole ma in questi mesi ho imparato a conoscerla e non è così male come sembra.
Ho sempre invidiato quelli che riescono a parlare delle loro emozioni con franchezza e libertà, quelli a cui non pesa e non risulta difficile esprimere a parole ciò che hanno provato.Mi perdo ad osservare l'acqua della piscina in cui sono immersa.
È cristallina e quasi mi ricorda il mare, mi manca terribilmente.Sarei dovuta andare in una riabilitazione vicina al mare! Come ho fatto a non pensarci prima?
Mi accorgo di essere rimasta sola.
Che Joselyn sia annegata?
Dopo pochi secondi emerge disgustata, «credo che qualcuno l'abbia mollata in piscina» afferma uscendo.
«Ew non ci credo!» la seguo velocemente.«Buongiorno ragazze, come mai già sveglie?»
Claire, la donna che si è presa cura di me quasi come se fosse mia madre, ci osserva aspettando una risposta.
«Qualcuno ha cagato in piscina!» dice Jose facendomi ridere.
«Non sembra un buon motivo...» afferma osservandola ma poi sposta lo sguardo su di me.
Oh no.
«Kimberly», sussurra, «tra dieci minuti ti aspetto nel mio studio per il controllo, ricordi?»
Oh no no e no.
Impallidisco.
«Certo che ricordo! Avevamo fissato il controllo domani... Ma tranquilla, è tutto okay, non c'è nulla di male a perdere qualche colpo ogni tanto.» le sorrido cordialmente.
«Ho un'ora libera in ogni caso, ti aspetto.»
Faccio per ribattere ma gira i tacchi e si allontana.Borbotto frasi sconnesse a bassa voce ma Jose deve avermi sentita perché mi fissa e sembra quasi turbata.
Che vuoi, donna?
«Mi dici qual è il tuo problema?» mi chiede.
«Non vuoi saperlo davvero.»
«No, sul serio. Sei quella che sta meglio di tutti qui dentro e probabilmente potresti tornare a casa.»
In realtà, sarei potuta tornare quasi tre mesi fa...
«Io sto bene qui.»
Lo dico ad alta voce cercando di convincere anche me stessa.•••
Mi ritrovo in questa stanza completamente rivestita di bianco che conosco fin troppo bene.
Claire è lì che mi aspetta seduta alla sua scrivania con uno sguardo severo.
«Credo che tutti questi colori mi abbiano fatto venire il mal di testa.»
Mi scruta con un sorriso, «sali sulla bilancia.»
La osservo prima di salirci sopra.
Ho pianto e gioito a causa sua ed è strano cambiare umore per un numero sulla bilancia.
Ho misurato in grammi le mancanze, il mio peso era un catalogo generale di cose perdute e mai avute.
Chili di carta.
55 chili.
«Perfetto, puoi scendere.» mi dice scrivendo qualcosa sulla sua agenda, alza lo sguardo con... Malinconia? Sul serio?!
«Kim, non prendiamoci in giro. Sei guarita e so che hai paura di ricaderci o di ritornare alla routine ma per sentirti viva devi affrontare queste paure.»
Sento l'amarezza con cui pronuncia queste parole.
Mi sta cacciando?
«Saresti potuta tornare a casa tre mesi fa ma ti abbiamo dato del tempo per...»
«Va bene», la interrompo, «tornerò a casa.»Oh, davvero?
«Domani.» aggiungo e Claire, con sguardo severo fa per ribattere.
Okay, ho capito.
«Scherzavo. Partirò oggi.»
Ci alziamo.
«Bene» risponde soddisfatta, «Mi mancherai» aggiunge poi.Non so cosa rispondere ma non mi da neanche il tempo di pensarci che mi stringe in un abbraccio.
Non ricordo l'ultima volte che me ne abbiano dato uno ma è una sensazione strana.
Stranamente bella.•••
Osservo il mio riflesso nello specchio.
I miei capelli scuri sono lucenti e cresciuti di qualche centimetro da quando sono qui.
Indosso un paio di skinny jeans, una camicia di seta ed un paio di sneakers comode.
Decido di mettere un filo di mascara sulle mie folte ciglia e di legare i capelli in una coda di cavallo.La famiglia Buffett è molto nota in America, in realtà credo che lo sia in tutto il mondo.
Mio nonno è considerato il più grande value investor di sempre.
Warren Edward Buffett, il secondo uomo più ricco del mondo e presidente della Berkshire Hathaway.
Chissà se un giorno potrei esserci io al suo posto.
Dopo aver fatto le valigie mi guardo intorno nostalgica e vorrei piangere, ma non ci riesco.
Qui mi sono sentita protetta, capita ed amata; ho sempre pensato che sarebbe stato difficile lasciare questo posto ma la decisione di andarmene sembrava così lontana.
Cammino per i corridoi con le valigie per poi arrivare nell'atrio e non posso credere ai miei occhi.
Ci sono palloncini colorati ovunque ed uno striscione con su scritto "CI MANCHERAI TANTO", sorrido guardando tutti i ragazzi della riabilitazione riuniti e Claire che si avvicina con una torta in mano.
«Oh mio Dio, non dovevate!» le dico con tono sorpreso.
Lei mi ignora ed indica la torta.
«Pan di spagna, panna e frutti di bosco! Ti piace?»
«Volevo mettere le fragole ma sei la solita guastafeste!» si intromette Joselyn facendomi ridacchiare.Mentre mangiavo la torta e fantasticavo con Jose sul nostro futuro non smettevo di pensare alla mia migliore amica Reb, alla mia famiglia ma soprattutto a lei.

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Changed
Novela JuvenilKimberly Marie Buffett, rampolla dell'alta società, è sparita per un anno senza alcuna ragione apparente. Tutti ignorano i motivi di questa improvvisa sparizione e di certo la sua migliore amica, Rebekah Teasdale, non si strappa i capelli e ne appr...