I primi raggi di sole dell'alba colpivano l'apollineo viso del ragazzo, costringendolo ad interrompere il suo dolce sonno. I suoi ipnotici occhi blu brillavano come i più preziosi dei topazi. Squadrò con gli occhi assonnati il luogo in cui si trovava, gli era familiare, una stanza molto spoglia e priva di un eccessivo arredamento, ma nonostante ciò era parecchio accogliente. Capì che si trovava in qualche stanza della dimora di Kofuku e Daikoku. Tentò di alzarsi, ma un forte dolore lo colpì, impedendogli i movimenti. Solo in quel momento, si accorse delle fasce che ricoprivano gran parte del suo corpo. Era messo parecchio male, e ogni sforzo gli provocava un dolore lancinante. Non ricordava assolutamente niente di cosa fosse successo precedentemente, cosa lo avesse ridotto in quello stato. Tuttavia scervellarsi gli portava dolori alla testa, per questo decise che per ora non ci avrebbe pensato. Improvvisamente la porta che fino ad ora era rimasta chiusa, si spalancò con delicatezza.
-"Yato sei sveglio!"-
Era Hiyori, che con un viso preoccupato ma allo stesso tempo sollevato, si avvicinò a lui.
-"H-Hiyori"-
Tentò a dire, ma gli bruciava tremendamente la gola. Aveva bisogno di acqua.
-"Yato stai bene? Mi hai fatto così tanto preoccupare!"-
I suoi occhi divennero lucidi e il suo sguardo rassenerato. L'aveva fatta preoccupare così tanto? Hiyori ci teneva a tal punto a lui? La osservò con sguardo malinconico. Hiyori, per lui, era davvero importante. E gli avrebbe voluto dire così tante cose. Il bruciore alla gola gli impediva di parlare. Osservò la ragazza che aveva vicino, e dovette ammettere che Hiyori, era davvero una splendida ragazza. I suoi lunghi capelli erano rimasti sciolti e ribelli e gli donava un tocco sbarazzino molto tenero. Si, doveva ammettere che Hiyori era proprio una bellissima ragazza.
-"Yato...hai bisogno di qualcosa?"-
-"V-Vorrei u-un p-p-po' d'acqua"- disse a fatica, tenendosi la gola sofferente.
-"Oh subito!"- afferrò la bottiglietta d'acqua posta sulla scrivania e gliela porse. Yato la bevve in fretta e furia, era davvero assetato. Placò quella sua grande sete e si pulì con i polsini della sua tuta le labbra bagnante.
-"H-Hiyori, ma cosa è successo...?"- la flebile voce di Yato si udì a malapena, pensieri e pensieri gli ruotavano nella testa e il dolore fisico lo indebolivano a tal punto che anche muovere un singolo dito gli era un'impresa.
-"Va tutto bene, Yato. Stai tranquillo e non pensarci, cerca solo di riprenderti. Ci hai fatto preoccupare così tanto..."- lo sguardo di Hiyori si incupì, e il ragazzo potè giurare di aver visto una lacrima bagnargli la morbida guancia. Non voleva che Hiyori fosse preoccupata per lui, non voleva che stesse male a causa sua, non voleva vedere che Hiyori fosse triste.
La ragazza si accorse che Yato la stesse fissando, ciò le portò disagio e si voltò, nascose il più che potette il suo viso in lacrime dietro alla sua soffice sciarpa rosa, e si asciugò frettolosamente le guance bagnate. Yato allungò una mano e le scostò i lunghi capelli castani dal viso portandoglieli dietro all'orecchio, scoprendo il suo meraviglioso profilo. Aveva gli occhi socchiusi e le labbra semiaperte. Le guance erano ricoperte da un leggero colorito rosato, rendendola ancora più carina e angelica, mentre tentava il più possibile non fargli notare le lacrime.
-"Hiyori..."- il ragazzo corvino prese ad accarezzargli i capelli, scendendo delicatamente e fermando il palmo della sua mano sul viso della ragazza dagli occhi rosa.
-"C-Credevo... che saresti morto, Yato...!"-
Copiose lacrime cominciarono a bagnare il delicato viso della giovane, mentre iniziò a piangere fortemente. Si sentiva tutto il suo dolore, tutta la sua angoscia in quel pianto. Tutta la sua paura. Paura di non poterlo più vedere, paura di non poter più udire la sua risata, le sue battute, le sue affettuosità, le sue prese in giro. Paura di perderlo per sempre.
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Best Of Joy
RomanceAveva sbagliato tutto. Come sempre. Non faceva altro che portare dolore e sofferenza alle persone. Per quanto lui ci provasse, soccombeva sempre al vero Dio che lui era. Un Dio della Sciagura, questo lui era, e questo sarà per sempre. Inutile tentar...