Capitolo 5

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Uscito dall'ascensore, il detective guardò il suo orologio: erano le 11:00.
Non aveva ancora finito il suo turno di lavoro.
Così decise di tornare nel suo ufficio, dove avrebbe consumato il suo sandwich al tacchino.
Quando entrò vide una ragazza vicino alla finestra, intenta a guardare il panorama urbano.

Taylor:"Mi scusi, lei ha bisogno?"

La ragazza si girò di scatto, spaventata a causa della voce tenebrosa del detective.
Era alta, di corporatura robusta; la pelle era bianca come una bambola di porcellana, gli occhi erano di color verde-chiaro e i suoi capelli erano lunghi e ricci.
Dopo pochi attimi la ragazza parlò:

Ragazza:"Ecco, sì... ehm mi chiamo Annemarie e sono qui perché ho bisogno di lei."

Taylor:" Certamente, si sieda signorina."

Annemarie si accomodò sulla sedia in pelle, mentre Taylor si sedette dall'altra parte della scrivania.

Taylor:"Mi dica pure, Annemarie."

All'inizio la ragazza era titubante, come se stesse decidendo da che parte cominciare; poi iniziò a parlare:

Annemarie:"Penso di essere perseguitata dal Black Man."

Taylor:"Il Black Man?"

Annemarie:"È il soprannome inventato da noi ragazzi all'assassino ricoperto da quella melma, o almeno così dicono i giornali."

«Soprannome originale, direi», pensò Taylor con aria interessata, quasi divertita.

Taylor:" Da quant'è che la perseguita?"

Annemarie:"Da cinque giorni, detective."

«Il killer ha già scelto la sua prossima vittima, ma in che ordine uccide?» si chiese il detective, assorto nel racconto della giovane donna.

Annemarie:"C'è un episodio in particolare che mi ha scosso parecchio. L'altra sera stavo ritornando a casa da una festa, quando vidi un'ombra dietro ad un albero. All'inizio non ci diedi molto peso, ma notai che l'aria era pesante e puzzava di zolfo."

Taylor scrisse tutto sul suo fedele taccuino, affamato di curiosità ed interesse.

Annemarie:"Poi vidi una figura che si stava avvicinando a me. Così corsi dritto a casa..."

Taylor:"Riesci a ricordarti com'era questa figura?"

Annemarie:"Purtroppo non si vedeva bene perché le luci dei lampioni, dapprima accese, si sono spente all'improvviso. Però mi sembrava che avesse un cappotto lungo e un cappello, come quello che si portava negli anni 50."

«Quindi l'assassino è un uomo... ma se lo fosse, la scientifica non avrebbe avuto problemi riguardo al DNA di questo 'Black Man'. Potrebbe essere che questo individuo non sia nel database, ma non spiegherebbe la sostanza nera che si trova in entrambe le vittime. Il mistero si infittisce sempre di più..» formulò il detective nella sua mente.

Taylor:"Continui pure."

Annemarie:"Quando raggiunsi la porta di casa mia, la figura era a meno di due metri da me. La cosa più terrificante erano i suoi occhi color rosso sangue..."

«Magari l'individuo porta delle lenti a contatto per spaventare le vittime e per non farsi riconoscere.» pensò Taylor.

Annemarie:"Per fortuna che riuscii ad entrare in casa!"

Taylor:"Come mai non ha chiamato subito la polizia?"

Annemarie:"Perché era scomparso! Appena chiusi la porta, mi ero avvicinata alla finestra e non c'era più; sembrava che si fosse dissolto nel nulla!"

Il signor Lowell rifletteva sulle vari ipotesi, una più inverosimile dell'altra.

Annemarie:"E non è tutto, detective."

La ragazza tirò fuori dalla sua borsa delle foto e le porse a lui.
Le foto mostravano delle orme indefinibili, davanti alla casa di Annemarie; di fianco c'era la famigerata sostanza nera.

Annemarie:"Le tenga, signor Lowell, potrebbero servirle."

La fanciulla divenne rossa in faccia e Taylor abbozzò un sorriso, ringraziandola per le prove fornite.

Taylor:"Tenga il mio numero, nel caso in cui veda di nuovo la figura misteriosa."

Annemarie lo ringraziò in modo impacciato e se andò dall'ufficio, lasciando un Taylor pensieroso e pieno di nuove prove.

*Angolo autrice*

Ciao lettori! Spero vi piaccia il nuovo capitolo. Mi dispiace se non mi sono fatta più sentire, ma ho avuto il "blocco dello scrittore" e non valeva la pena continuare la storia senza ispirazione,sarebbe venuto un vero disastro! Buona lettura❤

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