Preludio♪༄

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Il giovanissimo violinista eseguiva con abilità il terzo movimento della sonata "A Kreutzer" di Beethoven: le affusolate dita si spostavano sinuosamente sulla tastiera nera, la mano destra che impugnava l'archetto si muoveva con destrezza, cambiando corda con un tocco leggero.
Il musicista di soli sette anni era già in grado di eseguire magnificamente questa sonata così complessa che, oltre ad avere bisogno di una certa conoscenza tecnica, necessitava anche di una alta espressività, perché il lavoro del musicista è quello di trasmettere a chi ascolta le emozioni dei vari capolavori.
Era lui il protagonista: al centro di ogni sguardo c'era solo questo talento che emetteva suoni attraverso lo strumento in legno di abete, facendo sì che il cuore dei presenti fosse sospeso come se si camminasse su un filo, lasciando una lieve insoddisfazione come se si volesse avere qualcosa in più.
Karl immaginò di essere una piccola goccia d'acqua in mezzo ad un incendio che si espandeva sempre di più fino a spegnere il fuoco. La goccia ambiziosamente stava divorando tutto: voleva di più e voleva impossessarsi anche dell'unica fiammella rimasta accesa.
Le sue dita si mossero con più velocità lungo la tastiera d'ebano, l'immaginazione aveva iniziato a prendere il sopravvento su di lui tanto che appena si ridestò, fece un piccolo scatto con il braccio destro nel tentativo di ritornare in sintonia con il pianista.
In quel momento il suono emesso dal violino e dal pianoforte sembrava mischiarsi in un rincorrersi, quasi con bruciante avidità.
"Violino e pianoforte sono due elementi che si cercano e le cui forme sembrano fatte apposta per congiungersi" pensava il bambino mentre stava ipnotizzando tutti con la sua maestria.
Quando finì la sonata, gli spettatori lo applaudirono e anche dopo il concerto, molti di loro si congratularono con lui per la magistrale interpretazione e persino il severo pianista che l'aveva accompagnato durante il concerto, lo lodò.
In risposta il biondo, inclinando leggermente la testa in avanti, ringraziava con gratitudine e soddisfazione, si poteva vedere il sorriso luminoso stampato sul volto e i bellissimi occhioni azzurro cielo brillare di immensa gioia.
Prima di andarsene dal camerino e tornare a casa notò un bigliettino, scritto con una grafia infantile, lasciato da una piccola ammiratrice
"Trasmetti così tante emozioni che il mio cuore ne è rimasto incantato, questa esperienza rimarrà per sempre nella mia vita"
Il violinista leggendo la dedica si commosse per delle semplici parole che racchiudevano invece un significato profondo.
Quella persona l'aveva capito, aveva compreso davvero il suo amore per la musica, non come gli altri che l'avevano semplicemente elogiato per poi scordarsi in un attimo dei sentimenti provati durante l'esibizione.
Karl era davvero rimasto affascinato da quella piccola lettera che teneva delicatamente tra le mani e avrebbe tanto voluto scoprirne il mittente.

SONATA: E così venne la primavera Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora