4.Good and bad news

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Le settimane passarono velocemente, io le passai sempre di più in solitudine. Non erano di certo mancancate le occhiatacce di Eleanor in giro per i corridoi o le risatine delle sue amichette. Non erano mancate neanche le palline di Malik, nonostante tutto, non era male. Inizialmente credevo davvero che facesse qualcosa di strano o che frequentasse qualche brutto giro. Ma a parte darmi sui nervi e infastidirmi, era un tipo abbastanza apposto.

Quel giorno a scuola c'era davvero un gran casino, il pomeriggio si sarebbe tenuta la finale di semestre, la squadra vincitrice si sarebbe qualificata per le finali di fine anno scolastico, il che avrebbe dato ai giocatori possibilità di alzare la loro media dei voti.
Indossai una delle mie lunghe gonne, nera fino alle caviglie, una t-shirt rosa e le converse bianche. Raccolsi il grande nido di rondini che mi ritrovavo in testa in una morbida coda di cavallo alta. Misi del mascara e truccai le labbra carnose di rosa. Presi l'auto e arrivai al vialetto della casa di Clarisse, eravamo d'accordo per andare a vedere la partita insieme.
La mia migliore amica fece capolino nell'abitacolo scuotendo la sua folta chioma bionda e sbuffò sistemandosi i capelli.
" Ancora non capisco perché la partita comincia alle 16:00 e noi stiamo andando a scuola un ora prima" si lamentò lasciando cadere la sua testa all'indietro sul poggiatesta del sedile.
"Il signor Smith ha chiesto di vedermi, ha detto di dovermi parlare di alcune cose importanti, mi aspetterai con Niall, ti aspetta al bar mi ha mandato un messaggio poco tempo fa."
"Oh si certo. Signorina Amilton, davvero non riesco a credere ai suoi voti, i migliori che abbia mai visto in tutta la mia carriera. Cosa ne dice di diventare la nuova professoressa di Arabo? Blah Blah Bla. Questo avrà da dirti" mi schernì. La ignorai, quando entrammo nel parcheggio, fortunatamente c'erano molti posti ancora liberi, così parcheggiai e abbandonai la mia amica a pochi passi dalla caffetteria della scuola.

Mi diressi all'ufficio del Signor Smith, ma era vuoto, così vagabondai per abbondanti dieci minuti fin quando intravidi avanti alla presidenza un uomo tutto in tiro, con una disgustosa camicia floreale. Fino a poco tempo fa, questo genere di camicie piacevano anche ad Harry, fortunatamente sono riuscita a dirottare questi cattivi gusti che si celavano in lui.
Era senz'ombra di dubbio il Signor Smith. Lanciai un urlo per farmi notare e lui mi fece segno di seguirlo nel suo ufficio.
"Signorina Amilton che piacere vederla" disse facendomi entrare nel suo ufficio.
Affacciava al terzo piano dell'istituto e dava sul parcheggio dei professori, non era per niente come lo avevo immaginato. Non era per niente triste. Tocchi di azzurro e blu spiccavano in tutta la stanza. Dalle tendine alle poltrone. Perfino i post-it erano in tinta con tutto il resto.
Quell'uomo doveva essere un maniaco perfezionista o qualcosa di simile. Non c'era un foglio fuori posto, ne un granello di polvere in giro.
Mi accomodai sulla poltrona difronte alla scrivania e lo scrutai. Era un bell'uomo, sulla trentina. Aveva i capelli tirati indietro con un leggero tocco di gelatina, pelle curata e tipici occhiali da intellettuale.
"Allora signorina Grace" cominciò schiarendosi la voce.
"Volevo complimentarmi con lei per i voti del primo semestre. I migliori che abbia mai visto". Cantilenai quest'ultima frase a voce bassa e roteai mentalmente gli occhi al cielo. Abbozzai un sorriso, senza interromperlo e lo lasciai continuare.
"Ma questo lei lo sa già, il punto è che se continua così, potrà guadagnarsi alla fine del secondo semestre una vacanza-studio in Irlanda, sa lì potrà frequentare un istituto specializzato in lingue gratuitamente ed è uno dei migliori istituti d'Europa. Potrà potenziare le lingue che già conosce e impararne altre, ad esempio le lingue orientali. Attendiamo soltanto una sua risposta." Strabuzzai gli occhi, non avevo parole e non pensavo che sarei mai riuscita a guadagnarmi un vantaggio simile.
"Signor Smith, non so cosa dire"
"No, non dire nulla. Pensaci con calma e quando sarai sicura verrai qui a darmi una risposta."  Fece una piccola pausa, fece una giravolta sulla sua sedia e scattò improvvisamente in piedi. Giunse le mani e percorse il suo ufficio avanti e dietro un paio di volte. Titubante si avvicinò a me e di sedette sulla scrivania. C'era pochissima distanza tra noi. Era un uomo abbastanza strano, strano quanto affascinante e bello.
"C'è dell'altro, presuppongo che già conosce il nuovo alunno, Zayn. Conosce anche i guai che ha combinato nell'ultimo periodo, le risse in palestra di cui è stato protagonista , il distributore che ha rotto e le ore di lezione che ha saltato. I suoi voti sono pessimi, avrei bisogno che qualcuno lo aiutasse a studiare, e lei sarebbe l'unica in grado di farlo. O altrimenti corre il rischio di  perdere l'anno. Se fosse stato un qualsiasi alunno, il tipico bulletto della scuola non le avrei chiesto questo enorme favore. Ma vede, quando Zayn Jawaad Malik si è trasferito qui, è arrivato con voti che gli facevamo onore, quasi paragonabili ai suoi. Quasi. Quindi credo che qualcosa lo turbi , e lei potrebbe aiutarmi a fargli recuperare i voti e la tranquillità che sembra aver perso da qualche mese a questa parte."
Non lo sopportavo, era maleducato e anche bipolare eppure non riuscivo ad essere cattiva, credevo fortemente anche io che per avere quel brutto carattere qualcosa pur doveva esserci sotto. Non avevo di certo voglia di passare del tempo con lui e sorbirmi le sue prediche, ne di fare la crocerossina o la babysitter, ma non potevo nemmeno deludere il Signor Smith. "Quindi dovrei dargli una mano?"
"Esatto! È proprio questo che le sto chiedendo signorina Amilton"
Mi bastava frequentare Malik solo a scuola non volevo ritrovarmelo a gironzolare intorno anche durante le ore extra scolastiche, ma come avevo già detto non potevo deludere Smith.
"Si Signor Smith, farò del mio meglio." Si posizionò davanti a me sorridendomi e mi strinse la mano.
Uscì da quell ufficio estremamente confusa, avevo ottenuto una bellissima opportunità e volevo senza dubbio sfruttarla. Non avrei detto nulla ai miei genitori per il momento, altrimenti avrebbero sicuramente messo in ballo qualcuno per raccomandarmi. I miei genitori avevano un sacco di agganci, e nonostante fosse una cosa cosa positiva non mi andava di essere raccomandata.
Già odiavo il fatto che ci mandassero dei soldi ogni mese per provvedere alla casa e a noi, non volevano che lavorassi, almeno io, per concentrarmi sullo studio.
Avrei dovuto cominciare a concentrarmi davvero sopratutto con quella palla al piede di Malik tra i piedi .
Attraversai la mensa e la palestra e uscì dall'uscita posteriore. Mi diressi al campo di football sul retro, riconobbi in mezzo alla folla i miei amici. Mi avvicinai e mi sedei tra di loro.

Collide|Z.M.|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora