Chapter: 2

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Mi sono sempre sentito un ragazzo solo, ma da quando ho incontrato Harleen...

Ora eravamo lì, lei semi sdraiata sul suo divano ed io che le stavo accanto non potevo aspettare a lungo, ora glielo dovevo dire...

Lei mi guardava come se fossi un salvatore, ma chissà se anche lei prova i miei stessi sentimenti?

Ora non potevo più indugiare...

Carissima Harleen,

ora potrei fare tantissimi discorsi moralisti o che, ma ora voglio fare il serio.

Tu sai che tu ti puoi fidare di me?

Da lei ricevetti un cenno di sì con il capo.

Ecco, noi ci siamo sempre detti tutto vero?

Altro cenno di capo.

Ma ci sarebbe una cosa che non ti ho mai detto...

Sembrava spaventata dallo sguardo che mi posava addosso.

Non è nulla tranquilla ma volevo solo dirti che...

Ehmm, come ti posso spiegare?

La mia vita non è come credi, ti potrà sembrare tutto rose e fiori, ma non è così.

Hai presente perchè non ti lasciamo mai venire a casa mia?

Bene ora ti voglio dare una risposta...

I miei genitori... i proprietari del negozio, non sono le stesse persone.

Lei mi stava rivolgendo uno sguardo sbigottito ed incredulo.

Il mio vero cognome non è Smith...

Ma bensì è Cleaver...

Ora ti voglio spiegare...

Ma prima voglio portarti indierto di 9 anni.

Avevo 7 anni quando, un giorno, di ritorno dalla spesa, io e mia mamma stavamo camminando per le strade della nostra cittadina...

Quando un uomo prese mia mamma e la mise in un angolo...

Io tentai di liberarla, ma un secondo uomo mi braccò...

Ero immobilizzato,mentre mia mamma veniva picchiata da questo uomo alto e fisicato...

Non scorderò mai i loro volti!

Mia mamma riuscì a liberarsi e, mentre correva, mi prese e corse via.

Una volta a casa mi mi se sul mio letto e iniziò a parlarmi...

Mi mi chiese, qualunque cosa stava per succedere, che non l'avrei mai dimenticata e mi diede una busta da aprire solo nel caso in cui mi fossi sentito solo...

In tutto questo mio padre era in trasfetra per lavoro, quindi non lo vedevo da circa quattro giorni.

Con un tempismo quasi perfetto, quella sera i due giovani, che il pomeriggio precedente avevano picchiato mia madre, si presentarono a casa mia, alle due di notte.

Stavamo tutti dormendo quando i due ragazzi appicarono un incendio in casa mia...

Ricordo che c'era mia mamma che urlava perchè la porta comunicante delle nostre due stanze era bloccata dalle fiamme ma io riuscivo a vederla, perchè quella porta era una porta a vetri.

Vedevo le sue dolci mani picchiare contro la porta, mentrele fiamme le raggiungevano il viso, le sue urla poi...

Erano come pezzi di verto taglienti, mi urlava di scappare, ma io ero pietrificato da quell'immagine orrida.

the final bossDove le storie prendono vita. Scoprilo ora