8. Diary

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Chapeter 8


Svegliarsi presto, più del solito, dopo aver passato una serata abbastanza movimentata è qualcosa di indescrivibile, almeno per me.

Infatti al mio risveglio non c'erano uccellini che cinguettavano come nel film di Cinderella, ma al loro posto una sveglia insopportabile; una colazione bruciata a causa della fretta è quella che ora sto mettendo sotto i denti mentre corro giù per le scale, evitando di urtare qualcuno.

Non ricordo nemmeno dove ho parcheggiato la macchina e ciò non fa che aumentare il mio ritardo e la mia distrazione, tanto che per poco non perdo la chiave antica che trovai nel mio appartamento. La raccolgo dall'asfalto e nel rialzarmi, sento gli occhi riempirsi di polvere a causa di una macchina che sfreccia ad alta velocità proprio dinanzi a me: è una macchina blu, stile sportivo, ma non riesco ad associarla a nessuno che io conosca del nostro dormitorio. Ho capito chiaro e tondo che quest'anno più di qualcuno vorrebbe investirmi e che il pavimento è attratto da me...Oppure il contrario, cosa molto entusiasmante...

Volto lo sguardo verso destra trovando per miracolo la mia auto e subito riprendo a correre; entro in macchina, metto la cintura di sicurezza e giro le chiavi, mettendo in moto, partendo a tutta velocità. Controllo l'orario e quasi sicuramente arriverò in ritardo, un fattore molto influente è il traffico e suppongo che non sparirebbe per un giorno solo per il mio volere.

La canzone Fake ID mi accompagna nell'ultima parte del tragitto per raggiungere la scuola. Recupero lo zaino e sbatto violentemente lo sportello per poi riprendere a correre a perdifiato. Si prospetta una giornata all'insegna della corsa e della fretta.

Sono in ritardo di dieci minuti e quasi tutti gli studenti sono già nelle aule con i rispettivi professori; provo a ricordare il professore della prima ora per evitare di andare all'armadietto perdendo altro tempo e mi dirigo verso l'aula di scienze, pregando e sperando.

Busso delicatamente alla porta mentre mantengo i libri stretti al mio petto per la paura aspettando una risposta che non tarda ad arrivare;  apro la porta e la professoressa mi guarda sbigottita.

<<Come mai qui signorina Johnson?>> mi domanda la professoressa.

Lo  sapevo, ho sbagliato aula e, di conseguenza, ora! Mi guardo attorno e noto Kyle tra i banchi che sorride beffardo; cerco di prendere un respiro profondo senza destare sospetti e penso rapidamente a un'eventuale scusa.

<<Volevo chiederle ulteriori informazioni sul progetto che partirà la prossima settimana sulla sua materia>> con una mano mantengo lo zaino ben saldo su una spalla, mentre l'altra era nella tasca posteriore del mio pantalone.

Lo sguardo della professoressa sembra sorpreso. Non la biasimo, non capita quasi mai che uno studente si presenti all'inizio dell'ora per parlare di questo e soprattutto con l'affanno. 

Anche se stupita, la professoressa sembra contenta della mia decisione e oltre a consegnarmi l'autorizzazione per partecipare al progetto con le apposite informazioni mi firma un foglietto da consegnare alla professoressa che fa lezione alla prima ora per giustificare il mio ritardo dovuto a questa "chiaccherata" fantastica. Fantastica nel senso che non è avvenuta realmente, ma solo nella mia mente, perche l'insegnante ha solo accettato la mia iscrizione con un sorriso.

In questo momento sto camminando in direzione del mio armadietto e penso a quanto io sia stata fortunata a non essere sottoposta alla domanda "Quale insegnante hai alla prima ora?". Sono l'unica studentessa in giro per i corridoi, stranamente nemmeno i ragazzi che sono soliti fumare alla prima ora sono in circolazione.

A thousand lies // Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora