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Harry lascia un bacio bagnato sulla guancia di sua mamma, dopo aver lanciato lo zaino in camera sua e poi corre a casa di Louis. È il primo giorno d'estate dopo un lungo anno di medie. Si merita di passare il pomeriggio con il suo migliore amico.

La mamma di Louis gli apre la porta immediatamente e lo saluta con una carezza sulla testa. Lui gli sorride allegro e chiede dove sia il maggiore.

"Non è venuto a casa con te?" si allarma Jay.

"No" scuote la testa "mi aveva detto che ci vedevamo qua appena tornati a casa da scuola"

La donna sbuffa e comincia a dire tutto quello che farà al monello che è suo figlio, facendo ridere il ricciolino che nasconde la bocca dietro le mani. Nonostante i suoi 15 anni, Louis viene ancora messo in punizione.

Lo fa sentire un po' più vicino a lui, perché adesso il maggiore gli sembra tanto una persona da ammirare da lontano. Non come qualche anno prima, in cui Louis voleva passare del tempo con lui. anche adesso lo vuole, ma Harry si è accorto che il liscio lo tratta come il proprio fratellino minore.

Il riccio, però, non vuole essere trattato così. Vuole che Louis gli tenga la mano come fa con Eleanor.

"Louis!" la voce di Jay lo risveglia. "C'è Harry qua a casa che ti aspetta e tu dove sei?"

"Mamma, sono al parco" risponde Louis con calma "torno dopo a casa, ma ora puoi passarmi Haz?"

Harry prende il telefono con furia. "Lou, ma dove sei?!"

"Scusami tanto, riccio" borbotta il maggiore "ma non ce la faccio a venire a casa adesso"

"Allora vengo al parco! Sei al nostro solito?" domanda.

"Si" risponde solamente.

Grazie alla bici regalatagli al suo 13esimo compleanno ci mette 5 minuti a raggiungere il parco e altri 5 a trovare il liscio, perché ha lasciato il telefono a casa.

Lo trova seduto su una panchina molto in disparte rispetto al normale, se ne sta seduto da solo dondolando i piedi perché non è molto alto e non tocca terra.

Si siede accanto a lui con un sorriso, che si spegne quando vede le nocche viola e lo zigomo tagliato del liscio.

"Louis, chi è stato?"

"Sono gay, Harry" ribatte Louis ignorando la sua domanda. "Sono uno di quei gay che viene rifiutato dagli amici e che ha paura di dire alla propria famiglia chi è veramente"

"Io non ti rifiuterei mai" ribatte il minore "per me vai benissimo così, Lou, neanche a me piacciono le femmine".

Louis scuote la testa. "Come fai a saperlo?"

Il riccio preme la testa sulla sua spalla e gli prende la mano, non sa ancora come essere romantico, sa solo che quello è ciò che si sente di fare in quel momento. "Perché a me piacciono i maschi, Lou"

"Non è così semplice" ribatte il maggiore "ma sono felice che per te sia stato così facile da capire"

Harry gli bacia la guancia, sentendosi tutto caldo partendo dal punto in cui si toccano fino alla punta dei capelli. "Andiamo a casa ora?"

Louis lo tira in piedi e cominciano a camminare verso casa, Louis che tiene la bici di Harry al posto ed Harry che semplicemente lo segue dondolando le loro mani unite.

"Non ho più amici a scuola adesso" borbotta Louis ad un certo punto.

"Beh" il riccio alza le spalle "non importa, perché hai me"

"Già, ma sarebbe carino conoscere qualcuno anche in classe" ribatte il maggiore "tu non hai fatto amicizia?"

"Si, ma non mi importa tanto di loro"

"Perché no?"

"Ho te, Lou" lo guarda con le fossette sporgenti "ci sposeremo e due sposi sono anche migliori amici, quindi non abbiamo bisogno di nessun altro".

"Chi ti dice che vorrai ancora sposarmi tra 5 o 6 anni?"

Harry guarda fisso davanti a lui per un attimo. "Se cambierò mai idea te lo farò sapere"

Louis ride per la prima volta quel pomeriggio. "Va bene, riccio, ma me lo devi promettere, ci stai?"

"Ci sto!"

Si stringono i mignoli in segno di promessa e finalmente tornano a casa.

Pinky PromiseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora