Neko

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Caleb entrò in casa insieme al neo-micio, poi lo portò in camera. Tuonava ancora, e il gatto non smetteva di tremare.
-Cosa mi tocca fare...- borbottò il castano, prima di prendere in braccio Jude e sedersi sul letto a gambe incrociate. Iniziò ad accarezzargli la testa e la schiena, insieme a qualche grattino dietro le orecchie. Il suo tocco dolce e delicato, fece subito rilassare il rasta che iniziò a fare le fusa. A Caleb quasi veniva da ridere come proprio Jude si godesse le coccole sue.

Appena i tuoni cessarono, il gatto si allontanò subito dal ragazzo.
-Sei bipolare. Prima di fai coccolare e poi di allontani come se ti avessi dato la scossa-
Il micio gli soffiò contro, e Caleb ridacchiò divertito. Ma appena sentì la serratura scattare, rimase come paralizzato.
-Non osare uscire di qui- disse, poi scattò fuori e scese. Ma ovviamente Jude non avrebbe mai ascoltato quel punk da strapazzo, infatti uscì dalla stanza e andò vicino alle scale, sporgendosi quel tanto che bastava per vedere. Caleb era all'ingresso con un uomo, un po simile a lui.
-Sei di nuovo ubriaco- affermò il castano con tono freddo.
-P-Può darsi- fu la risposta dell'uomo.
-Va a dormire-
-N-Non prende ordini dalle... Dalle delusioni...-
-Papà, va a dormire-
Il padre gli diede uno schiaffo che si sentì in tutta casa.
-Papà, va a dormire-
Un pugno che fece sputar sangue a Caleb.
-T-Tua madre sarebbe mooolto delusa... Sei una deeeeelusione... Fai schiiifo... Sei deeebole...-
-Papà, vattene a dormire!- sbottò il punk con voce incrinata e gli occhi lucidi. L'uomo gli fece un profondo taglio sul braccio con un coltellino, poi ubbidì.

Caleb tornò su di corsa, ignorando Jude, e si chiuse nel bagno della sua stanza. Si fasciò il taglio, dopo averlo disinfettato, e uscì tentando di asciugare le lacrime che non accennavano a smettere di uscire.
Povero... pensò Jude non pensavo vivesse così... Non credevo che lo avrei mai visto piangere... Non mi piace vederlo così.
Caleb si era di nuovo seduto sul letto ed ignorava completamente la presenza del gatto. Semplicemente, non riusciva a smettere di piangere. Tutto ciò che gli aveva detto il padre, lo sentiva troppo spesso.
Basta... Non piangere... Tutto ciò che ha detto, è falso pensò convinto Jude, prima di fare un balzo sul letto. Gli andò vicino e strusciò il muso contro la sua mano, come ad invitarlo a coccolarlo. Il castano inizialmente lo fissò confuso e stupito, ma poi iniziò ad accarezzargli la testa. Il rasta, intanto, con la coda, gli asciugò qualche lacrima. Caleb smise di piangere e continuò a coccolarlo fino alla sera, finché non dovette smettere per andare a cucinarsi la cena. Jude lo seguì e si sedette vicino al suo piede, ad osservarlo.
Che cazzo mi è preso?! pensò Un conto è farmi coccolare in un momento di debolezza dovuto ai tuoni, ma farmi accarezzare così solo perché piangeva?! Da quando mi preoccupo per Stonewall?!
Caleb, stranamente, non aveva commentato il suo gesto ne sembrava intenzionato a parlare di esso. Finì di prepararsi il ramen e ne mise un po in una piccola ciotolina che lasciò a terra. Jude miagolò confuso, e il castano alzò gli occhi al cielo.
-È per te, baka. A meno che tu non voglia morire di fame. E non guardarmi così, non è velenoso-
Il micio scrutò ancora un po il cibo, prima di decidersi ad assaggiare. A differenza di ciò che pensava, era davvero molto buono, quasi da ristorante.
Certo che Caleb cucina bene...
Il ragazzo finì di mangiare in fretta, poi andò nuovamente in camera lasciando il micio da solo.

Quando Jude salì, trovò il castano intento a cambiarsi. In un angolo della stanza c'erano delle coperte che formavano una cuccia approssimata.
Non ha mai fatto niente se non darmi fastidio, perché ora si preoccupa per me?
Caleb spense le luci, poi si mise a dormire. Il gatto lo imitò, accoccolandosi bene sul suo nuovo letto.

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