Capitolo 1

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Due mesi prima...
"Taehyung sei pronto?!" dissi impazientemente infilandomi i tacchi a spillo.
"Un secondo devo finire di sistemarmi i capelli" urlò un po' seccato dal bagno dell'appartamento.
"Devo essere perfetto, lo sai che questo non è un festino come quelli a cui andiamo di solito!"
"Mh hai ragione... sarà forse la volta buona che ti trovi una bella 'noona' da portarti a casa" dissi con un tono scherzoso.
"Ma stai zitta! Anche a te piacciono i ragazzi più grandi! Ti ricordo che il tuo primo bacio l'hai dato a uno che ha quasi quattro anni in più di te... ed è mio fratello"
"TAE AVEVI PROMESSO CHE NON NE AVREMMO PIÙ PARLATO!"
"Scusa ma te la sei proprio cercata"

Era vero, Jeon Jungkook mi aveva rubato il mio primo bacio quando ero in seconda liceo. È stato il primo ragazzo di cui io mi sia mai innamorata e non penso di essermi ancora ripresa del tutto. Il solo problema è che lui mi aveva sempre trattata come una sorella visto che i nostri padri lavoravano insieme. Insomma l'unico amore che Jungkook provava per me era platonico, come quello che si prova verso una sorellina minore, la cosa mi feriva non poco.

Uscimmo dalla porta tutti e due vestiti come se dovessimo andare ad una sfilata di moda. Stava piovendo a dirotto, strano che fosse così umido in una serata di inizio luglio. Fortunatamente Taehyung aveva da poco preso la patente e perciò potevamo arrivare alla festa senza essere fradici.

La musica all'interno del locale era altissima e le luci soffuse creavano un'atmosfera misteriosa ma eccitante. Tae si gettò subito in mezzo alla folla mentre io preferii ordinare un drink al bancone per ambientarmi a quel luogo così rumoroso e affollato. La gente all'interno della discoteca era di ogni tipo, mi divertiva osservare le persone in cerca di qualche personaggio che potesse catturare la mia attenzione.
Suscitò il mio interesse un ragazzo in particolare.
I suoi capelli biondi gli cadevano perfettamente sulla fronte coprendogli le sopracciglia.
I suoi occhi erano languidi e sembravano stregare ogni ragazza che incrociava il suo sguardo.
Indossava una camicia di seta blu a righe bianche, ad ogni suo movimento si alzava leggermente rivelando parti del suo stomaco ben scolpito.
Doveva essere abituato ad andare a feste del genere perché sembrava molto a suo agio.

Tolsi lo sguardo da quell'essere apparentemente perfetto e tornai a sorseggiare il mio drink, non sapevo però che lui si era accorto che lo stavo fissando.

Si avvicinò facendosi strada fra la folla e si sedette sullo sgabello accanto al mio.
"Ho per caso qualcosa in faccia perché mi stavi fissando" disse con tono serio
"Ehm-cosa io non-" ero letteralmente scioccata.
Scoppiò a ridere.
"Scherzo, io sono Jimin e il tuo nome è?" disse con un accenno di sorriso.
"Chaerin" balbettai velocemente ancora un po' impanicata.
"Chaerin, Chaerin, Chaerin" lo ripetè più volte come per provare come suonasse sulle sue labbra.
"Beh Chaerin posso offrirti qualcosa da bere?"
"E-si, grazie vorrei un-"
"Due tè alla pesca, freddi per favore"
Lo guardai con occhi spalancati.
"Cosa ma io-"
"Piccola non penso che tu abbia già raggiunto l'età richiesta per bere perciò penso che sia meglio che preservi quel fegato prima che sia troppo tardi" disse alzando un sopracciglio come per dire 'ti ho sgamata'
Aprii e richiusi la bocca come un pesce senza emettere nessuno suono.
"Dimmi Chaerin di cosa ti occupi?" Sussurrò appoggiando il mento sulla sua mano, sembrava genuinamente interessato.
"Studio economia alla Kaminari Mon School, sono al quarto anno"
Emise un verso di approvazione. Trovai un po' di coraggio per parlargli ma lui mi interruppe prima che io potessi formulare una frase.
"Che ne dici se andiamo a parlare in un posto più tranquillo, questa musica mi sta dando alla testa"
Non era la musica a dargli alla testa era lei. Non aveva mai pensato di trovare una ragazza così innocente in un posto come quello. La trovava allo stesso tempo intrigante perché intuiva che anche lei aveva un segreto da nascondere, proprio come lui.

Annuii e lui mi guidò fuori dal locale tenendomi delicatamente per mano.

Scars | Park JiminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora