Una ventata di aria fresca mi fa venire i brividi, così prendo il lenzuolo e mi copro. Dopo che mi sono rigirata un paio di volte, capisco che non mi riaddormenterò più. Succede sempre così. Basta una minima cosa che mi svegli e non c'è più niente da fare. Sbuffo e mi alzo per andare a chiudere la finestra. Capisco che siamo all'inizio di settembre però non dovrebbe fare comunque così freddo. Improvvisamente, spalanco gli occhi.
Settembre.
La scuola.
Ancora non riesco a capire come l'estate possa passare così in fretta. Sembra che sia stato proprio ieri che mi sono alzata così soddisfatta di aver passato l'anno senza corsi 'falliti' e di aver gridato: 'Finalmente l'inferno è finito!'.
E invece, ecco che riinizia. Non sono pronta a questo traumatico penultimo anno. In questo momento sto invidiando Luke, che deve affrontare il suo ultimo anno. Non vedo l'ora di finire anch'io la scuola. Non dico che non mi piaccia, ma a volte è davvero difficile studiare più materie contemporaneamente, soprattutto quando è quel periodo dell'anno che a tutti i professori manca il voto. Così, semplicemente, assegnano verifiche, interrogazioni, e, a volte, anche senza avviso. E' proprio quel periodo che vorrei scappare dall'altra parte del mondo e fare finta che abbia finito la scuola. Ma puntualmente, mi ritrovo a studiare e studiare per non rischiare di ripetere l'anno e per non fallire nei corsi. Quando fallisci in un corso, l'anno dopo, oltre che studiare il programma attuale, dovresti studiare anche quello che non hai studiato l'anno precedente. Perciò cerco sempre di recuperare tutte le materie cosicché non debba studiare il doppio l'anno dopo, anche perché non so fino a che punto ci riuscirei.
Scendo al piano inferiore con l'intenzione di fare colazione. Noto che in casa c'è silenzio perciò significa che i miei genitori sono già andati a lavoro, quindi sono sola. A volte sono contenta di essere figlia unica, Madison mi dice sempre che è veramente fastidioso avere un fratello o una sorella che ti rompe sempre le scatole quando stai vedendo un film, una serie o quando stai semplicemente leggendo un libro. Però da un'altra parte, essere figlia unica ha i suoi difetti: quando sei completamente sola, quando sembra che il mondo ti stia crollando addosso, quando non hai amici con cui poterti sfogare, quando ti servirebbe un aiuto, non hai una spalla su cui appoggiarti. Perché per quanto un fratello o una sorella possa essere 'fastidioso', sai che ci sarà sempre per te, come tu ci sarai sempre per lui o lei. Ma alcune persone non capiscono come si ci sente e quindi mi dicono: 'Fidati è meglio', 'Magari la pensassi come te'.
Prendo del latte dal frigo e lo metto nel pentolino per farlo scaldare. Di solito in America non si fa colazione con latte, biscotti o dolci, ma questa tradizione è stata tramandata dai miei nonni da parte di mia madre che sono italiani. Loro vivono lì, come anche mia zia, e non li vedo molto spesso. In realtà, non vedo molto spesso nessuno dei miei parenti: mio zio, da parte di mio padre, insieme alla sua famiglia, si muovono continuamente di città in città per lavoro. Ancora non capisco come fanno a cambiare sempre casa e amici. I nonni paterni invece, sono morti tutti e di tumore, lui prima che io nascessi, lei quando avevo circa due anni.
Poi ci sono io e la mia famiglia. Mia madre ha conosciuto mio padre durante una gita scolastica qui a Ottawa, e da lì si erano innamorati perdutamente. O almeno, così dice lei. Così quando era tornata in Italia, aveva iniziato a fare corsi specializzati per imparare l'inglese alla perfezione, anche se già era molto brava. Lei e mio padre si mandavano lettere fino a quando non ebbe finito la scuola. Lì si armò di coraggio e chiese ai suoi genitori di frequentare il college a Ottawa. Inizialmente non erano assolutamente d'accordo, ma poi, capendo quanto la loro figlia si era innamorata della città, della cultura e di mio padre, decisero di mandarla. Mia madre un giorno mi disse che per convincerli aveva iniziato ad aiutarli in campagna, a cucinare e perfino ad andare in giro per la città a vendere la loro verdura. Sta di fatto che alla fine in Italia tornava solo per vedere la sua famiglia, perché ormai il suo posto era Ottawa.
Nel mentre il latte è sul fornello, inizio a girovagare sui social e l'occhio viene attirato dalla chat di Luke. Il suo ultimo accesso è alle 03:20am. Che non fosse riuscito a dormire?
Gli scrivo un semplice 'Buongiorno', aspettando la sua risposta che non arriva. Sicuramente non è ancora sveglio visto l'ora è andato a dormire.
Mentre esco dalla chat per comporre il numero di telefono di Madison sulla tastiera, sento un rumore strano. Molto strano. Un odore mi fa ricordare che il latte è sul fornello.
- Cazzo! – impreco spegnendo il fuoco e prendendo il pentolino con uno strofinaccio.
Non è la prima volta che capita, e sono sicura che non sarà neanche l'ultima.
Un bel po' di latte è uscito fuori, macchiando la cucina.
Ho trovato qualcosa da fare: pulire.
***
Ho passato quasi tutta la mattinata a pulire la casa, perché successivamente aver pulito il danno fatto dal latte, avevo notato un post-it sul frigo con scritto: 'Mi raccomando, spolvera e lava dappertutto e metti a posto la tua cameretta :-) -Mamma'
Forse l'unica cosa che odio dell'estate è che, non essendo a scuola, mia madre mi raccomanda sempre di pulire con la scusa che lei va a lavoro. Quando si ricorda prima e me lo chiede, sbuffo e mi dice: - Tanto che devi fare qui tutta la mattina da sola? Almeno fai qualcosa di utile –
Visto che sa che sono una persona che si dimentica le cose facilmente, lascia sempre e comunque un post-it in modo che lo veda.
E' l'ora di pranzo e Luke ancora non risponde. So che non è un tipo mattiniero, anzi, penso che rimarrebbe a letto fino al pomeriggio se solo sua madre non lo svegliasse all'ora di pranzo.
Decido di chiamare Madison, visto che alla fine non l'ho più fatto.
- Pronto? – risponde con voce assonnata.
- Ti ho svegliata Mad? –
- Oh no, tranquilla – anche se so che sta mentendo.
- Come stai? – le chiedo riferito a ciò che è successo ieri sera.
Mugola qualcosa e dice: - Meglio –
- Vuoi venire a pranzare qui? – so che quando litiga con i suoi genitori poi si chiude in camera e non vuole neanche scendere per pranzare con loro.
- No, grazie, credo che non mangerò proprio –
- Dai Mad, non puoi non mangiare. Vieni qui da me -
- Forse mi farò portare qualcosa da mio fratello di quello che c'era a pranzo –
Sospiro, e non la obbligo a venire qui. Solo che vorrei farla distrarre un po'.
- Che ne dici se oggi pomeriggio andiamo a comprare insieme i libri per la scuola? –
- Non so, non mi va di uscire– risponde incerta.
- Va bene. Sappi che se ci ripensi sono qui, vieni e andiamo insieme, okay? -
La sento tirare su con il naso, come se stesse piangendo di nuovo.
- Hey, va tutto bene? – le chiedo preoccupata.
- Ti voglio bene, Maggie – dice e riattacca la chiamata.
Rimango a fissare lo schermo del telefono, stranita dal suo comportamento.
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Moondust || G.D.
FanfictionMaggie Wright, per la prima volta nella sua vita, è felice. Fidanzato perfetto, migliore amica come sorella e prende voti accettabili a scuola. Un giorno però, improvvisamente, tutto crolla. Si ritrova da sola, completante persa, a rimproverarsi per...